Condividere, non moltiplicare. Omelia XVIIa t.o. B – 2018

images.jpeg

Probabilmente dando un’occhiata al foglietto o ascoltando il vangelo avrete pensato, “ah, si, la moltiplicazione dei pani e dei pesci…” (so già come va a finire!!)

  Siamo abituati da una vita a riconoscerla così, eppure questa parola non compare e ad essere onesti, non dice nemmeno quanto effettivamente è accaduto. Tutt’altro…

Moltiplicare…che significa? far crescere: moltiplico guadagni, profitti, introiti, con le mie capacità faccio crescere i talenti……eppure così Gesù sembra più un mago che un profeta.

  Moltiplicare è priorità del “mi conviene”, penso per me, aumento, accumulo, accaparro; è la cantina piena di roba ma soprattutto una logica di mercato che ben conosciamo: se non regolata, degenera, si impone, monopolizza e conquista, passando sopra a qualsiasi cosa, perché in nome del profitto maledetto chiudono aziende, saltano posti di lavoro, si dimentica la dignità delle persone e la sacralità della vita, si mettono in ginocchio interi stati come in Africa, si costruiscono ingiustizie e ideologie come il figlio a tutti i costi; è una logica che crea dipendenza, voglio sempre di più, come un gioco d’azzardo, logica che furbescamente sa farti trasformare capricci in diritti e siccome si può, fallo…ma cosa c’è in realtà sotto, se non il guadagno di pochi? Moltiplicare fa si che non impari ad accontentarti e hai sempre la scusa pronta per non fermarti più, a spese dell’altro. Uno shopping compulsivo e pervasivo. Voglio sempre tutto e subito. Tanto io posso.

Siamo spesso presi dalla smania di moltiplicare tutto quanto è materiale: soldi, salute, anni di vita, possibilità, roba. Accumulare ci fa sentire sicuri pur trasformandoci in schiavi, a testa bassa. 

A volte con la scusa di farlo “in parrocchia” o “per il signore”…accade anche nella chiesa e nelle nostre devote parrocchie…

E quando non riusciamo più a moltiplicare chiediamo lo faccia Dio al posto nostro, pensi lui a chi muore di fame…

La smania di moltiplicare è sindrome di morte, nasce dalla paura di non esser più, sparire, del fallimento. E’ segno inequivocabile della mancanza di fede e di uno sguardo da iena sulla vita, non sereno e pacificato. Sempre all’inseguimento ansioso..

Invece la logica di Gesù è esattamente l’opposto: condividere. Gesù prende i pani condivisi dal ragazzo e li condivide. Non pensa a sfamare sé e i suoi, innanzitutto. Quel ragazzo ha capito tutto, nessuno gli chiede nulla e lui mette tutto a disposizione: la prima soluzione, davanti alla fame dei cinquemila, è condividere. E allora: io comincio da me, metto la mia parte, per quanto poco sia. Come avvengano certi miracoli non lo sapremo mai. La chiamiamo magari provvidenza. Ci sono e basta. Ci sono, quando a vincere è la legge della generosità. Poco pane condiviso tra tutti è misteriosamente sufficiente; quando invece io tengo stretto il mio pane per me, non mi basta più e comincia la fame.

Il Vangelo non parla di moltiplicazione ma di distribuzione di un pane che non finisce. E tutto parte da quel ragazzo…Forse per questo Gesù indicherà che a chi è come loro appartiene il regno dei cieli, come quel bambino o ragazzo…se non diventerete come bambini, capaci di condividere quindi, non entrerete nel regno di Dio. 

Gesù non è un mago venuto a portare la soluzione dei problemi dell’umanità, ma a indicare una direzione pratica, uno stile possibile, una responsabilità condivisa: a fornire un lievito nuovo e diverso, di ideali, motivazioni per agire, valori da recuperare e scelte concrete a livello sociale, culturale ed economico. Un lievito semplice, come quello della parabola del vangelo.

Il sogno che un altro mondo è possibile. E soprattutto urgente.

Questo lievito, per certi versi, conta più di tutto il pane possibile.

XVIa TO B-2018: Riposa in pace!

leonessa-500x325.jpg

 

Che bello essere cristiani…

Riposatevi: forse non ci aspetteremmo questo volto di Gesù e la sua attenzione per i discepoli; che effetto fa? Mc lo descrive premuroso, attento, determinato. Si prende cura di loro. Bello quando qualcuno si prende cura di noi perché siamo sfatti. Scout

  Riflettiamo: abbiamo mai pensato di poter vivere tale esperienza di fede? di poter riposare col Signore? che Lui si prenda cura di noi, cioè fare esperienza di pace, serenità, ordine, benessere?

E perché no? Non è forse vangelo, una “buona notizia”? 1-2-3

1) Riposatevi: ma, chiediamoci..da cosa?cosa ci ha stancato…

-Cose che non ci hanno reso umani: chiacchiere inutili, giudizi sprezzanti, muri invece di ponti, peccati e vizi, connivenze e compromessi, se abbiamo fatto prevalere nel nostro stile di vita solo orgoglio, ambizione, superficialità, indifferenza, competizione, scuse e quanto alla fine sembra proteggerci, salvarci ma in realtà ci logora, disumanizza…creandoci ansia e tensione.

-Cose che ci hanno reso più umani, cristiani.. abbiamo consapevolmente scelto di accogliere, perdonare, dare fiducia, essere giusti e onesti, rincuorare, pregare, vivere un po’ il vangelo, riconoscere il Signore al nostro fianco mentre semplicemente vivevamo in relazione con noi stessi o gli altri, chiedergli luce e forza per sopportare fatiche o supportare affaticati, se ho avuto come Gesù, uno sguardo di compassione, cioè se mi son state a cuore le persone…tutto questo non viene spontaneo o automatico, ci rende pur faticosamente cristiani autentici, pienamente umani e ci stanca…si, ma una santa fatica! il vangelo giorno per giorno.

Cose belle e impegnative di cui essere consapevoli e responsabili!

Allora abbiamo bisogno di riposare, trovare pace ma anche conferme…vale la pena scegliere di vivere così.. 24/24

2) Riposatevi: perché qui-così? e non in un centro benessere?

Lui ci conosce, ci aspettava, non vede l’ora di accoglierci, proporci questo, offrirci sé stesso…pensiamo al vangelo di Mt: venite a me voi tutti affaticati e oppressi ed io vi ristorerò!

Il Signore è il mio pastore non manco di nulla, nel salmo poco fa!

Quando vedeva i discepoli stanchi da una notte di pesca inutile e li aiutava o dopo la risurrezione, invece di spiegare chissà cosa da capire, sulla riva, preparava loro la cena, arrostendo il pesce.

Quando si preoccupava che la gente che lo seguiva e ascoltava non avesse da mangiare e moltiplicava pani e pesci… bello…

3) Infine riposatevi: come? alcuni strumenti che aiutano..

luogo – bellezza pascoli erbosi e acque tranquille…silenzio da cercare, ma anche una comunità che canta, prega, ..non anonima ma accogliente, non può essere un luogo come un altro, come “fuori”…ma posto che dove arrivo e possa tirare un sospiro di sollievo perché…troverò compagni di viaggio, fratelli e sorelle come me…(non giudica ne condanna, incoraggia, mette a tuo agio, si interessa, fa sentire importante, saluta, questa è la comunità cristiana, responsabilità di tutti…chi non lo fa non fa parte…viene, si fa le sue cose e se ne va pensando di essere cristiano? mai singolo…mai individuo…sempre parte…

no alle comunità cristiane fredde non accoglienti, chiuse e chiacchierone..allontanano le persone e tradiscono il vangelo!

Parola, lampada ai nostri passi..luce sul cammino. Parola che ristora, accompagna, spiega, guida, annuncia e soprattutto libera!

eucaristia, pane di vita eterna, chi ne mangia non muore, non si consuma ma vive in eterno..

Ecco, in semplicità come trovare riposo nella nostra fede nel rapporto con il Signore… altrimenti saremo come quelle pecore senza pastore, vivono e vagano senza meta, facendo magari anche cose cristiane ma senza il gusto di esserlo…

Chiediamo al Signore di poter fare esperienza di questo.

Sia Lui, nella nostra preghiera quotidiana, a donarci il riposo della sua presenza e la sua pace.