
Come faceva la canzone? Gloria, Gloria, Manchi tu nell’aria…manchi più del sale… Gloria.. Quanto è vero! Che significa sta parola? Sappiamo che in quaresima non si dice, sappiamo il Gloria a memoria ma abbiamo la consapevolezza di quello che stiamo dicendo? E soprattutto ci interessa come singoli cristiani e come comunità? Sappiamo rendere gloria? è una priorità o una cosa da addetti ai lavori? Davvero ha ragione Umberto Tozzi…manca.. Eppure Gesù nel vangelo lo ripete 5 volte come una cosa fondamentale, perché racconta chi è Dio e Gesù. Ma che significa? lo spiega in una parola: “Ora” è…l’inizio della fine: Giuda se ne va a vendere Gesù, che capisce non si tornerà indietro e di essere spacciato. Ma non lo ferma. Noi sappiamo che non sarà la fine ma il fine, cioè il significato, il senso…era venuto per amare e amarci. E chi lo fa, amare, non può che farlo nell’unico modo possibile di farlo cioè ad oltranza. Gesù ci insegna questo. Dio non poteva evitare a Gesù di morire. L’aveva mandato per amore e per amare. Il resto lo abbiamo fatto noi. Lui è rimasto fedele ad oltranza: Egli, offrendosi liberamente alla sua passione, prese il pane e rese grazie, lo spezzò…
Ecco come è “Glorificato”, cioè confermato, lodato, riconosciuto Dio attraverso Gesù, restando fedele al suo amore per ciascuno di noi, perché ognuno possa godere di Dio come di un padre! non di un vago “signore”.. infatti poi spiega: “come io ho amato voi” ecco il criterio. Ma ci pensiamo mai? forse nemmeno ci interessa… Ora dico: che bello sarebbe se uno di voi, qui a messa, adesso si alzasse bestemmiando e dicendomi “prete falso e chiacchierone, tu vendi fumo”, perché non ha ancora fatto esperienza di sentirsi amato, dopo anni di messe, processioni, rosari, animazione e mille attività in prefabbricato…sarebbe meraviglioso, una persona rabbiosa pronta a recriminare che no… questi discorsi non li accetta e che allora il vangelo racconta balle e non è vero niente…“lo voglio sentire questo amore, ho diritto anche io di sentirmi amato dal Padre della vita”…Cosa faremmo? Chi di noi si alzerebbe a dirgli: “ma no ti sbagli, io mi sento amato da Dio padre. Ho fatto esperienza della sua misericordia nella mie miserie, stai tranquillo, sei nel posto giusto, lo cercheremo assieme…e quindi non sono più vittima di una cultura cristiana bigotta fatta di meriti, prestazioni, rigida e imbacchettata perché sei sempre li a misurare se sei degno, a giudicare se sei bravo, a raccontare quanto sei indaffarato per il Signore.” È fondamentale aver fatto questa esperienza. Altrimenti parleremo di Dio per sentito dire o per inerzia, saremo cristiani di appartenenza ma non di esperienza. Ma come si fa allora a vivere così, ora? (S. Ireneo) frase strepitosa: La gloria di Dio è l’uomo vivente = a Dio rendiamo gloria vivendo. La nostra qualità di vita gli dà gloria, gli fa pubblicità, siamo suoi testimonial. Non vergognandoci di quello che siamo o dandoci ragione e giustificandoci. Chi si sente perdonato, sa che Dio è grande. E non permaloso o superficiale come noi. Ma S Gregorio, 1a Cor, Gesuiti…Ad maiorem Dei gloriam “per la maggiore gloria di Dio… bellissimo. Ecco la direzione per la chiesa. Gesù poi spiega questo come: quello che facciamo da gloria a Dio? perché attenzione! Se non dà gloria a Lui … per forza darà (vana)gloria solo a noi, miserabili!
La chiesa, cioè le nostre parrocchie, deve continuamente verificarsi in questo: abbiamo uno stile cristiano? abbiamo amore come Gesù? o coltiviamo feudi, divisioni, rancori, ci teniamo di più a fare “a modo mio” (sentendomi indispensabile col sottile ricatto di andarmene… spesso è la frustrazione ad alimentare protagonismi e divisioni in parrocchia) o COME Gesù?
C’è urgenza di cristiani non indaffarati e protagonisti ma che lascino trasparire tale stile, che il Signore cammina al mio fianco e mi ama, ed io vivo da “amato”. Lo ha detto Gesù. Solo perché ti senti amato, potrai amare, avere, mettere amore in ciò che fai, gli uni per gli altri..cominciando dagli ultimi.
Sostenga in ciascuno di noi, il Signore, tale desiderio ed ispiri, per mezzo del suo Santo Spirito, alla nostra comunità, atteggiamenti e scelte di umiltà e pace. Questo è quanto ci ha raccomandato e testimoniato. Solo questo darà ora..gloria a Dio e tale gloria, al di là di UmbertoTozzi, sarà l’unica cosa che ci renderà non credenti o creduloni ma credibili e creduti.