Gloriaaaa…manchi tu nell’aria – Omelia Va Pasqua C, 2022 durante Cristo

Come faceva la canzone? Gloria, Gloria, Manchi tu nell’aria…manchi più del sale… Gloria.. Quanto è vero! Che significa sta parola? Sappiamo che in quaresima non si dice, sappiamo il Gloria a memoria ma abbiamo la consapevolezza di quello che stiamo dicendo? E soprattutto ci interessa come singoli cristiani e come comunità? Sappiamo rendere gloria? è una priorità o una cosa da addetti ai lavori? Davvero ha ragione Umberto Tozzi…manca.. Eppure Gesù nel vangelo lo ripete 5 volte come una cosa fondamentale, perché racconta chi è Dio e Gesù. Ma che significa? lo spiega in una parola: “Ora” è…l’inizio della fine: Giuda se ne va a vendere Gesù, che capisce non si tornerà indietro e di essere spacciato. Ma non lo ferma. Noi sappiamo che non sarà la fine ma il fine, cioè il significato, il senso…era venuto per amare e amarci. E chi lo fa, amare,  non può che farlo nell’unico modo possibile di farlo cioè ad oltranza. Gesù ci insegna questo. Dio non poteva evitare a Gesù di morire. L’aveva mandato per amore e per amare. Il resto lo abbiamo fatto noi. Lui è rimasto fedele ad oltranza: Egli, offrendosi liberamente alla sua passione, prese il pane e rese grazie, lo spezzò…

Ecco come è Glorificato”, cioè confermato, lodato, riconosciuto Dio attraverso Gesù, restando fedele al suo amore per ciascuno di noi, perché ognuno possa godere di Dio come di un padre! non di un vago “signore”.. infatti poi spiega: “come io ho amato voi” ecco il criterio. Ma ci pensiamo mai? forse nemmeno ci interessa… Ora dico: che bello sarebbe se uno di voi, qui a messa, adesso si alzasse bestemmiando e dicendomi “prete falso e chiacchierone, tu vendi fumo”, perché non ha ancora fatto esperienza di sentirsi amato, dopo anni di messe, processioni, rosari, animazione e mille attività in prefabbricato…sarebbe meraviglioso, una persona rabbiosa pronta a recriminare che no… questi discorsi non li accetta e che allora il vangelo racconta balle e non è vero niente…“lo voglio sentire questo amore, ho diritto anche io di sentirmi amato dal Padre della vita”…Cosa faremmo? Chi di noi si alzerebbe a dirgli: “ma no ti sbagli, io mi sento amato da Dio padre. Ho fatto esperienza della sua misericordia nella mie miserie, stai tranquillo, sei nel posto giusto, lo cercheremo assieme…e quindi non sono più vittima di una cultura cristiana bigotta fatta di meriti, prestazioni, rigida e imbacchettata perché sei sempre li a misurare se sei degno, a giudicare se sei bravo, a raccontare quanto sei indaffarato per il Signore.” È fondamentale aver fatto questa esperienza. Altrimenti parleremo di Dio per sentito dire o per inerzia, saremo cristiani di appartenenza ma non di esperienza. Ma come si fa allora a vivere così, ora? (S. Ireneo) frase strepitosa: La gloria di Dio è l’uomo vivente = a Dio rendiamo gloria vivendo. La nostra qualità di vita gli dà gloria, gli fa pubblicità, siamo suoi testimonial. Non vergognandoci di quello che siamo o dandoci ragione e giustificandoci. Chi si sente perdonato, sa che Dio è grande. E non permaloso o superficiale come noi. Ma S Gregorio, 1a Cor, Gesuiti…Ad maiorem Dei gloriam  “per la maggiore gloria di Dio… bellissimo. Ecco la direzione per la chiesa. Gesù poi spiega questo come: quello che facciamo da gloria a Dio? perché attenzione! Se non dà gloria a Lui … per forza darà (vana)gloria solo a noi, miserabili!

La chiesa, cioè le nostre parrocchie, deve continuamente verificarsi in questo: abbiamo uno stile cristiano? abbiamo amore come Gesù? o coltiviamo feudi, divisioni, rancori, ci teniamo di più a fare “a modo mio” (sentendomi indispensabile col sottile ricatto di andarmene… spesso è la frustrazione ad alimentare protagonismi e divisioni in parrocchia) o COME Gesù?

C’è urgenza di cristiani non indaffarati e protagonisti ma che lascino trasparire tale stile, che il Signore cammina al mio fianco e mi ama, ed io vivo da “amato”. Lo ha detto Gesù. Solo perché ti senti amato, potrai amare, avere, mettere amore in ciò che fai, gli uni per gli altri..cominciando dagli ultimi.

Sostenga in ciascuno di noi, il Signore, tale desiderio ed ispiri, per mezzo del suo Santo Spirito, alla nostra comunità, atteggiamenti e scelte di umiltà e pace. Questo è quanto ci ha raccomandato e testimoniato. Solo questo darà  ora..gloria a Dio e tale gloria, al di là di UmbertoTozzi, sarà l’unica cosa che ci renderà non credenti o creduloni ma credibili e creduti.

BUM BUM! Omelia 4a di Pasqua-’22 durante Cristo.

4a Domenica Pasqua 22 C con cuccioli delle prime comunioni e famiglie….

Care amiche e amici, forse sapete, altrimenti lo dovete sapere, che un giorno preciso il vostro papà e la vostra mamma sono andati in ospedale assieme e si son messi ad ascoltare una cosa bellissima… Voi eravate nella pancia di mamma, grandi come un gamberetto e hanno potuto sentire -per la 1a volta-…. il battito del vostro cuore.

bum. bum. Eravate vivi e presto vi avrebbero mangiato di baci.

Mettiamoci tutti la mano sul cuore. Non per l’inno nazionale ma per ascoltarci. Aiutiamoci a fare silenzio, chiudiamo magari gli occhi, forse ci imbarazza darci il permesso di gustare che siamo vivi? Cerchiamo di non darlo per scontato, regaliamoci questa presenza a noi stessi, è gratis! Prendiamo consapevolezza di esserci, così e di essere assieme, ora, in chiesa, riuniti nel nome del Padre, alla presenza di Gesù risorto.

Possiamo contemplare il mistero della nostra vita; stiamo facendo qualcosa davvero di sacro, di nostro ma che va oltre…

(magari abbiamo anche sempre pensato che Gesù è morto per noi ma che considerazione abbiamo della nostra vita?)

Non abbiamo chiesto di nascere, ci siamo semplicemente accorti di esserci e pur senza averlo chiesto, una volta scoperto, vogliamo tutti vivere bene e forse anche più a lungo possibile; è un dono, come ogni singolo battito in più che ci tiene vivi e non è mai dovuto né scontato ma offerto! bumbum, un altro, ancora, un altro, ancora.. Ecco il centro della nostra esistenza…finché batte siamo a posto, il sangue pompa. Pulsa da sempre, inizia da ben prima che nascessimo; poche settimane dal giorno in cui i nostri genitori hanno fatto l’amore. Volendosi bene ed esplodendo di desiderio, di donarsi l’un l’altro. Il cuore riceve e dona, di continuo. 

Riceve, accoglie, purifica e ridona, offre, condivide. La vita, per essere tale, ha bisogno di entrambe…noi funzioniamo così. Ci dobbiamo fare pace. bum? bum! botta e risposta.

È proprio come l’eucaristia che stiamo celebrando e che i vostri cuccioli tra poco riceveranno per la prima volta.

Gesù ci attende e accoglie, si offre a noi..lo mangiamo, lo teniamo dentro di noi e così poi ripartiamo.

Sistole e diastole, si chiamano nei nostri cuori. Non possono mancare. Siamo vivi! Abbiamo respiro e infatti, che succede? Inspiro ed espiro. Tiro dentro e butto fuori. Anche qui…

Così la fede: mi nutro ma non mi fermo. Mi nutro, ascolto il vangelo, mi lascio sostenere. ma poi riparto! 

-forza centripeta..arrivo qui dalla mia settimana con gioie, fatiche, dubbi, paure e bisogni riconosco che qui c’è la fonte, trovo verità di me, la sorgente della mia vita come cristiano, vita eterna, qui mi ricentro su quello che Dio padre mi offre di essere cioè una persona amata, amabile e che ama. Sempre.

-forza centrifuga..porto altrove quell’amore che ho accolto, mi ha fatto stare bene e che non posso trattenere…perché quando stiamo bene lo facciamo sapere agli altri..pensate, condividiamo selfie e foto di cibi, luoghi  e incontri solo per dire..sto bene, sono felice e fortunato…ecco la logica del condividere…mi faccio pane, bontà, trasparenza, cura, pazienza, ospitalità, giustizia per gli altri

non possono mancare. così anche gli altri staranno bene grazie al pane della mia vita condiviso loro…mi nutro di un pane, mi faccio pane. Mi nutro di Cristo per fare miei i suoi atteggiamenti, le sue scelte e attenzioni, premure e prese di posizione.

né intimismo bigotto e meschino, né attivismo affannato e volonteroso ma senza radici.

Gesù nel vangelo lo annuncia parlando di sé come di un pastore.

Solo perché le pecore, ascoltano e riconoscono la sua voce, si sentono accolte, protette, chiamate per nome…così lo seguono gli vanno dietro.

Non si decide di essere cristiani, magari se si ha tempo o perché bisogna. Si accetta. Scoprendo che non ne puoi più fare a meno. E che probabilmente lo eri già, forse ben più di quello che pensassi.

Vengo qui perché sento che mi dà vita, e non vedo l’ora di andarmene a condividere quel che ho gustato e scoperto, come mi sono sentito. Ascolto, accolto e vado a vivere e raccontare.

L’eucaristia è proprio questa presenza di amore che si fa cibo per renderci tutti assieme più forti e liberi, belli. Il cuore, l’eucaristia, l’amore…guardate che stiamo parlando della stessa cosa, di come funzioniamo, di come, per noi cristiani, Dio ha creato ogni singola persona. Noi funzioniamo così, non andiamo a benzina o a gas, noi andiamo ad amore. Certo, proteine, grassi e zuccheri. Ma questa è la vita biologica. Preziosa, indispensabile ma se manca l’amore da ricevere e da poter condividere con gli altri, le cose si fanno tristi e vuote, insipide. La vita eterna di cui parla Gesù nel vangelo è accorgerci proprio che noi già funzioniamo così e se siamo qui adesso. Lui ce la dona e fa si che allora nessuno vada perduto, dice nel vangelo, cioè ciascuno sia prezioso agli occhi del Padre.

Solo Gesù, 2000 anni fa, prima delle canzoni di Sanremo, delle poesie di Garcìa Lorca e Prevèrt, dei sonetti di Shakespeare 

..ha parlato e continua a farlo, di amore in modo totale, assoluto, inedito, definitivo; solo Lui ha raccontato cosa è l’amore, l’ha fatto con la vita, facendosi amore, fino al suo vertice fatto di perdono incondizionato, accoglienza ad oltranza, integrazione, attenzione a tutto e a tutti, speranza e predilezione per gli ultimi, senza condizioni, classifiche né meriti, misericordia, pazienza, gratuità liberante, bellezza…

ma non per spaventarci e farci dire subito…si, ciao, è difficile, no so bon!, eh ben!… no… 

(quanto ingombrante protagonismo ci affolla la mente…)

ma perché ciascuno di noi, magari abbassando sfinito la testa potesse dire…solo….ah, va bene, grazie. amen.

Si riceve, sempre, prima per poi non veder l’ora di donare.

Ecco perché oggi tutti noi ci rimotiviamo a fare l’eucaristia, non come un feticcio o un orpello. NOn rinunciamo all’offerta d’amore con quale Gesù ci vuole ricordare che ..inspiro ed espiro, sistole e diastole, bum e bum..noi funzioniamo così.

La vita, come l’iniziativa con noi, l’ha presa lui, come oggi voi genitori coi vostri cuccioli. Lasciamoci raggiungere, facciamo pace, diamoci il permesso. Ecco i nostri Amen.

Grigliate evangeliche…3a Domenica di Pasqua C-’22 durante Cristo

Ma…dove eravamo rimasti? Gesù era nell’orto degli ulivi abbandonato dai discepoli, cui aveva appena lavato i piedi, baciato da Giuda e portato via dai soldati, Pietro l’ha rinnegato, sono scappati tutti, lasciandolo in balia dei romani, di un processo farsa, condannato alla croce come eretico e bestemmiatore, la via crucis e la morte violenta; il sepolcro vuoto, il corpo sparito ma tutto in ordine, apparizioni, voci, ma anche le prime testimonianze di quella che sembra essere la risurrezione, le donne stupite, notizie discordanti, Tommaso col suo dito…non hanno avuto molto successo se loro ritornano a pesca… e rieccolo qua…e come si comporta? Appare di nuovo. Come?

Nessuna lezione o spiegazione, nessun libro da leggere e intelligenze da mettere alla prova per sentirsi indegni o chiamarsi fuori…niente da dover capire a tavolino; 

Come la mettiamo con le nostre idee sulla fede, le cose da capire, che diciamo di non sapere o con la paura di Dio con quale pensiamo di essere serenamente e contemporaneamente cristiani?

ma soprattutto nessun rancore da parte sua verso i discepoli, né si mette a rinfacciare, rimproverare, puntando il dito e scuotendo la testa, no; non sembra deluso o disturbato ma solo desideroso di ripartire, riprendere il cammino, con la fretta appassionata di chi voglia solo dirti che ci tiene a te. Noi come ci saremmo comportati? forse tagliando i ponti e mandando a quel paese. 

Ma lui no. Si comporta proprio come avremmo bisogno di essere accolti se fossimo in quelle condizioni di colpa.

Non è che questo vangelo ci fa bene? Ci da il permesso di fare pace con immagini di Dio da cui magari da sempre ci siamo sentiti giudicati, abbandonati, rimproverati, ignorati o altro?  E che si inventa Gesùbbbello? Una Grigliata…io preparo la brace, ho con me del pane, voi portate del pesce appena pescato, è meraviglioso il vangelo! La grigliata è il biglietto da visita con cui li accoglie. Vuole solo stare assieme con loro, e perché? Solo stando assieme si fa esperienza l’uno dell’altro e ci si conosce meglio, ci si affida, si percepiscono i bisogni personali e altrui, che poi son sempre gli stessi, ci si lascia incontrare, creando empatia, confronto, casa, si convive..si percepisce se ne valga davvero la pena, ci si ascolta e addomestica a vicenda.

li chiamò perché stessero con Lui e anche per …mandarli…

stare bene assieme, 

Questa grigliata è poi la nostra domenica, dove Gesù sempre ci aspetta con la sua parola e l’eucaristia e ci fa incontrare assieme, a partire dalla settimana vissuta e da quella che ci attende… e per stare gratuitamente assieme…senza nessun “bisogna”.

Facendo la comunione ci fa diventare buoni come quel pane. 

Non è un premio o un merito ma una medicina. Un atto d’amore a cui davvero per rinunciarci dobbiamo avere motivi ben gravi…

Il corpo di Cristo, la sua parola voglio renderci più buoni. Innanzitutto con noi stessi. Non vi sentite a volte troppo rigidi e spietati con voi stessi nel giudicarvi, condannarvi, svalutarvi, o darvi ragione?

Gesù ci ricorda che Dio vuol prendersi cura di noi e prende sul serio la nostra storia e ha cuore la qualità della nostra vita.

E lo fa con un gesto d’amore, donandosi, per insegnarci la direzione…insegnandoci ad amare oltre ogni nostro presunto e lecito limite umano, coltivando il desiderio di farlo…

Per questo Lui mette il pane e legna ma ci chiede il pesce, quel che abbiamo pescato, quel che siamo adesso, anche se ci pare così poco, anche se pare non interessarci, con le nostre domande, paure e dubbi.. quel che ci riesce di fare per contribuire. Non vuol far tutto lui, Dio non è paternalista che si sostituisce ma padre adulto che cresce ed educa persone adulte alla responsabilità…ecco.. il biglietto da visita di Dio è questo, è Gesù che vuole stare con noi e mandarci come Pietro a pascere.. cioè far star bene, prenderci cura, facendoci pane, nella comunità. Stando insieme ti capisci, ti accogli, diventi capace di perdonare, accompagnare, condividere quel che sei con quello che hai…

è un messaggio per tutta la comunità… per i genitori e famigliari, per la parrocchia… cosa c’è al centro? Non è banale voglia di stare assieme, mica serve essere cristiani per farlo, ci sono feste e mangiate lo stesso in mille modi…no? Ripartire da questo stare assieme: ecco il senso della domenica, per restare fedeli ad un’alleanza tra di noi che chiede di coinvolgerci non restare spettatori passivi e spenti, col muso. La comunione con Cristo risorto che si offre a ciascuno rende tutti uguali, né migliori né peggiori, degni o indegni ma uguali perché amati al massimo possibile li amò fino alla fine, il dono della sua vita e a partire da ciò di cui abbiamo bisogno.

E così ci rimanda a vivere da amati la nostra settimana. Quella sua presenza in noi ci accompagnerà al lavoro, in casa, coi vicini, nello sport, per strada.. ci chiede di far venire il regno di Dio attraverso uno stile di vita che parta dal confronto col vangelo non da altro…

Per non essere anche noi come i discepoli, sconsolati, qui per convenzione, rassegnati e spenti, che tornano come pietro e gli altri, miseramente a pescare ma ripartire rinnovati dall’alleanza cui Cristo risorto ci invita e motiva.

Ringraziamolo allora per questa grigliata: è il modo in cui Lui si si prende cura di noi e ci chiede di desiderare di fare altrettanto