Non c’è più rispetto per niente… Omelia VIIa t.o. 2019-C

 

Questa pagina di vangelo è un termometro…o un metro: qualcosa insomma che dice la temperatura della nostra fede, se viva o morta; come pure la nostra distanza da questa prospettiva.

Amate i nemici, fate del bene, benedite, pregate per chi vi tratta male, non siate bravi solo con chi lo merita o si potrà sdebitare, non giudicate, né condannate…come vi suonano queste richieste?

   L’altra sera, ultima tappa con le famiglie che si preparano al battesimo dei loro cuccioli. Ne è uscito un discorso interessante sui valori cristiani. Si sceglie il sacramento per questo, no? così come il funerale, il matrimonio, cresima, 1a comunione ecc. ecc.  siccome siamo cristiani, (ci raccontiamo), allora dobbiamo venire in parrocchia a fare-comprare quel che serve per far sì che noi cresciamo secondo tali valori.   Io credo che ormai oggi il 90% di tutti i sacramenti richiesti non abbiano nulla di religioso ma siano solo un rito sociale o tradizionale. Vanno fatti e basta, non chiederci altro! Dio o Gesù non c’entrano, non compaiono nelle motivazioni, ma solo tradizioni, valori e doveri, un galateo!

Ma, ho chiesto ai genitori, quali sono i famosi valori cristiani che i sacramenti dovrebbero garantirci? lo chiedo adesso anche a voi:

alcuni genitori hanno detto/aggiunto…il rispetto, la tolleranza, la bontà verso gli altri; li ho invitati a venire a messa oggi e ascoltare solo questo vangelo, poi uscire pure…

Spesso abbiamo annacquato il messaggio potente di Gesù trasformandolo in un brodo lungo di buoni sentimenti, molto politically correct, facendo di lui una sorta di guru motivatore.

  Se non siamo arenati o nascosti in una sterile fede bigotta, stiamo naufragando lentamente in un devozionismo serioso e austero fatto di pratiche religiose scollegate dalla nostra vita, utili solo come anestetico della coscienza o ansiolitico…Dove siamo?

Ho poi detto loro una frase che condivido: il famoso rispetto, è un valore cristiano? no, ne sono convinto! E’ un valore umano, come tutti i valori, ma noi cristiani non dobbiamo rispettare nessuno. Lo ha detto Gesù. Il rispetto vuol dire che la mia libertà si ferma dove inizia la tua, significa astenersi da qualcosa di sgradevole, è qualcosa di passivo, sterile, formale…ma Gesù mai ci ha chiesto di rispettare l’altro. Ci ha chiesto solo di amare. Non di alzare le mani e sentirci a posto ma di porgerle. Non di ragionare tipo..io ho già fatto la mia parte, non tocca a me, se mi vuoi son così..pensate all’amicizia o meglio alla vita di coppia: si sta assieme con il rispetto? o con l’amore? è l’amore che ti fa scegliere di perdonare, accogliere, fare il primo passo, andare oltre, sporcarti le mani..rileggiamo così il vangelo. Come vi suona questa prospettiva? una pagina difficile: che emozioni fa nascere in noi? distanza, chiusura, insofferenza, stupore, resistenza..un senso di “non fa per me” esagerato. Credo che in una coppia quando ci tengano a rispettarsi sia l’inizio della fine…

Sarebbe meglio allora che certe pagine non ci fossero eppure ci aiutano a metterci a nudo facendo verità su motivazioni e criteri di scelta. Noi cosa facciamo? ci giriamo dall’altra parte, essere cristiani significa fare del bene, organizzare eventi, assistenza sociale, garantire occasioni di incontro per cui siamo così bravi e rispettosi si..ma con che stile? Cerchiamo di essere comunità indaffarate ed efficienti o anche con un certo stile cristiano? Il problema nostro, primo chi vi parla è che ci giustifichiamo che si possa essere cristiani lo stesso, che decidiamo noi come esserlo non importa cosa ci annuncia o propone il vangelo. Quante volte anche nelle parrocchie: siamo tutti cristiani finché ci lasciano fare quel che vogliamo o abbiamo sempre fatto. E così con questa scusa e magari tanto rispetto ci dividiamo…invece di unirci ci separiamo, invece che crescere moltiplicando ci settorializziamo…e così si moltiplicano cori, iniziative, sagre, ruoli, feudi, …e il gioco è fatto siamo molto rispettosi ma anche molto ipocriti, ci interessa fare le nostre cose a modo nostro, avere la nostra fetta di palcoscenico per far divertire e star bene…ma con quale stile? 

Chiediamo al Signore di donarci una sana inquietudine non al rispetto ma a scelte concrete di accoglienza, disponibilità e speranza. Questa pagina sia non solo termometro ma bussola con il quale bonificare la nostra fede e darle una nuova speranza d’amore.

Domenica VII t.o. C-2019

 

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Tempo lettura previsto: 5 minuti

In ascolto del Santo Vangelo secondo Luca 6, 27-38

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.

E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.

Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

“Ma a voi che ascoltate”…a voi che (mi) leggete…avete compreso cosa ci aspetta domenica questa a messa? pensavo, con un sorriso, a quante volte io mi senta raccontare da tante persone che cercano di “convincermi” o “spiegarmi” che sono brave cristiane….perché … e segue l’elenco classico-tradizionale di cose che si fanno: in genere la dimensione sociale, assistenzialistica,… delle nostre comunità o la vaghezza dei valori cristiani e della pseudo appartenenza cattolica da generazioni…

Mi piacerebbe la prossima volta, fare la faccia ingenua, aprire il vangelo alla pagina che abbiamo appena accolto e chiedere: molto bene, bravi..volete battezzare vostro figlio a…che ben, bravo, lei mi sta dicendo che riesce a vivere…   l’amore ai nemici? benedire chi vi maledice? pregare per quelli che vi hanno trattato male? ad essere misericordiosi? a non giudicare e perdonare? ecc. ecc.

Ve la immaginate la faccia dei genitori novelli o del classico iper impegnato in parrocchia con le tante solite iniziative? a cosa educhiamo? a cosa abbiamo ridotto il vangelo? a far del bene, a creare aggregazione, prendersi cura, far feste-sagre-carnevali-film?

Sono cattivo, lo so: ma ogni tanto credo ci faccia bene sapere il menù piuttosto che parlarne per sentito dire…

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Mi viene caldo al cuore… Omelia Va t.o. C-2019

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“Guarda gente che non c’ha niente da fare! ma cosa succede? non so, ascoltano quel tale, chissà chi è, ah sì, è quello di Nazareth, il figlio del falegname; che balle starà raccontando, forse ora fa il venditore; ma andate a far qualcosa invece di perder tempo, non c’avete da lavorare? solo noi pescatori qua a faticare sotto il sole, per niente poi! che rabbia, tocca sistemare ‘ste reti, notte schifosa, non abbiamo preso niente, solo freddo e sonno, neanche un pesce! Dove avremo sbagliato, il posto pareva buono, le reti in ordine ma…Era meglio se ascoltavo Giacomo e Giovanni, che nervi, come facciamo adesso. Siamo gli unici andati a vuoto, niente da vendere, gli altri stanno già tornando da Magdala col pesce pulito ed essiccato e noi qua a pulire come dei cretini.   (…)

   Cosa avrà da chiacchierare ancora il tipo coi capelli lunghi là, tutti gli pendono dalle labbra, son curioso: quasi quasi vado ad ascoltare…to! che mi abbia sentito? cosa vuole, si avvicina, chi lo conosce; come dici? lasciar qua il lavoro e …la barca? più in là? per parlare meglio? che sguardo, però, sembra simpatico, è gentile. Mi pare di conoscerlo da una vita. Va ben dai, così ti ascoltiamo anche noi poveri ignoranti, ma ci spostiamo solo qualche metro però…e cerca di far presto che non vedo l’ora di andare a casa a dormire, almeno quello, siamo stanchi noi, abbiamo lavorato tutta la notte. (e per niente…)

  Ma cosa dice? eh si! ha ragione, pare mi conosca da una vita, è vero, capita anche a me, bello, in effetti come dargli torto? Deve averle vissute ste cose…è molto profondo, magnetico, quante volte mi son sentito così, non ci avevo mai pensato, ha ragione. Mi vien da piangere ma mi sento bene, tutto giusto, pare stia parlando proprio per me. Ti legge dentro, continua ti prego…e quindi?

   Come dici? uscire adesso? al largo? ancora? dopo una notte così? in pieno giorno! son mica stupido, rideranno tutti e io che volevo solo andare a riposare. Son stanco morto…ma mi guarda, sorride, mi incoraggia senza parlare, come faccio a dire di no, mi fido…abbiamo preso solo freddo, è più matto lui a chiederlo o io ad accettare? 

Ma si, va ben dai, andiamo…mi fido, sembri in gamba, getterò le reti, tanto peggio di così, rideranno tutti, pazienza. Andiamo su, lasciate là, finiamo dopo, decido io, torniamo al largo! (….)

Ma cosa sto facendo? si sa che i pesci son sul fondo di giorno e le reti son corte, son stupido, è un falegname, non ne sa niente di pesce, faremo ridere, già lo immagino, son rimasti tutti a riva ad aspettare, magari per prenderci in giro.

 Come? No! senti qua, non ci credo, le reti tirano…tirano eccome, guarda che roba, senti che peso, non è possibile, non ci credo, qua cappottiamo la barca, chiamate gli altri, piano, si strappa tutto! guarda quanto pesce…è incredibile! E io che non volevo fidarmi, son sempre il solito testone! Lo cerco con lo sguardo, mi sta aspettando con gli occhi, sorride ma non mi sta prendendo in giro, mi vien da piangere, mai visto così tanto pesce, va’ che roba, siamo a posto altroché…tira su tutto, dai! ci guardiamo, sorride ancora, com’è bello, mi avvicino, mi vien da piangere, ho caldo al cuore, cado in ginocchio, mi mette una mano sulla spalla: Signore, va via, allontanati da me, son un disgraziato, malfidente, ti avevo giudicato male, sono un peccatore ma…è come se tu già lo sapessi, mi leggi dentro, mi fai sentire capito, come ci conoscessimo da sempre, mi abbracci con gli occhi, mi sento amato.     Come dici? io? pescatore di uomini, con te…cosa vuol dire? son solo un miserabile, sono una bestia, son bravo solo a pescare…Non devo aver paura di niente, tu sei con me…salvare le persone, ridare loro vita..io? con te..già non ho più paura e allora si, dai, andiamo, lasciamo qua tutto, pazienza, veniamo con te.”

       PAUSA LUNGA…

E allora si entra in seminario, ci si sposa consapevolmente, si dà disponibilità a fare qualsiasi servizio in parrocchia ma nel Suo nome, si riprende ad andare a messa, ci si rimette in discussione grazie ai sacramenti dei figli, a pregare davvero, riconciliarsi con consapevolezza, a leggere il vangelo, avere uno stile cristiano, si impara a volersi più bene e a voler il bene per l’altro e la giustizia per tutti, a chiedere ai colleghi di non bestemmiare, entrare in chiesa al silenzio ogni tanto; e allora si fa un’esperienza di fede che è un incontro-quotidiano di salvezza, misericordia, accoglienza, ci si sente conosciuti, amati, incoraggiati…da una persona vivente e in forza di questo si traballa nel cercare di testimoniare in tanti modi diversi il bene e la luce che si son ricevuti senza meriti, coi dubbi, le paure e le fragilità di sempre ma solo fidandosi gratis di Lui, come ha fatto Pietro; quello che deve aver vissuto è quello che siamo chiamati a vivere noi, nel nostro cuore; allora getti le reti anche se sei stanco e orgoglioso, ferito e assetato…perché è Lui a dare fiducia e a garantire che assieme sarà tutta un’altra cosa, tutta un’altra vita. Essere cristiano comincia e non può che continuare oggi, ad essere così.