Domenica XXVIIa T.O. – B

(Tempo di lettura previsto: 5 minuti)

 

Terza Settimana: da qualche parte tra Portogallo e Spagna
(Spero di non trovare muri davanti a me, passando in Spagna, a parte quelli che già porto nel cuore e nella testa..)

090915

 

In Ascolto del Vangelo secondo San Marco 10, 2-16
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

 

Mmmmm.. di male in peggio.. dalle zelanti  amputazioni spirituali.. al “gioco delle coppie”..
Dei bambini abbiamo detto la scorsa goccia.. qui viene ulteriormente rinforzato con un’altra immagine molto bella e suggestiva..
Oggi Lo provocano sulle coppie.. tema scottante.
Penso ai tanti matrimoni preparati e celebrati, alle decine di coppie accompagnate e preparate, a quelle che si stavano preparando e consolidando come pure a quelle che si stavano, stanno.. atrofizzando, spegnendo, sfasciando..
Penso ai sudori freddi, alla rabbia triste ed impotente di fronte a qualche coppia che ti chiede il matrimonio come fosse un qualcosa di scontato e dovuto.. e non sai se infierire, sezionare, spaccare, annunciare.. o lasciar stare..
Penso alle coppie divelte..
Penso al Vangelo di oggi in cui Gesù ricorda semplicemente la Genesi ed il suo messaggio a noi precedente di qualcosa come 3500 anni.. eppure mai come oggi  attuale.. lapidario, immediato. Vero.
Quel lasciare la madre ed il padre.. non significa buttarli nell’umido, ma.. coraggiosamente al secondo posto.. perché ora prima c’è la tua di famiglia.. con tutto quel che significa.. padre e madre poi significa anche la mia educazione, abitudini, immagine di famiglia, zavorre varie..
Mi dicevano.. addetti ai lavori.. che quasi metà dei matrimoni salta e si è logorata per una pessima gestione, immatura ed adolescenziale, dei rapporti con le famiglie di origine.. altrettanto infantili ed invadenti..
Che triste..
Ma mi sto muovendo in un terreno minato..
Una sola carne.. immagine suggestiva.. la carne è debole, si dice, no?
Fragile ferita volubile suggestionabile.. debole..
Ma é anche la pasta di cui siamo costituiti.. in cui Dio ha soffiato il suo ruah, il suo alito e spirito creatore.. fragile e sacra insomma.. inscindibili.. non me ne devo vergognare, è tutto quello che ho e sono. Luogo della passione, della sofferenza,  della tenerezza.. di ciò che mi rende più sacro, ma anche più animale. L’equilibrio perenne.. sopra la follia.
Noi che vorremmo sempre la rassicurante perfezione e solida maturità..
Siamo costretti a sentire convivere in noi le spinte opposte.
Fatti per l’infinito ed il per sempre, ma impastati con lo sputo della fragilità.
Così non ci annoiamo…e restiamo..vigili, attenti, in equilibrio.
Carne, carnoso.. é anche sinonimo di abbondanza.. (una ragazza in carne..) quindi di promessa.. qualcosa di bello e buono. Desiderabile.
Il matrimonio non è la tomba dell’amore.. ma.. come diceva il teologo Bonhoeffer (chiedo scusa se mi ripeto, ma.. repetita.. juve..)
“Non é il vostro amore a sostenere il matrimonio, ma d’ora innanzi è il matrimonio che sostiene il vostro amore”.
Adeus, obrigado.

 

Domenica XXVIa T.O. – B

(Tempo di lettura previsto: 7 minuti)

 

Seconda Settimana: da qualche parte tra Coimbra e Porto

090915

 

In Ascolto del Vangelo secondo San Marco 9,38-43.45.47s
Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».

 

Vangelino da niente, questa domenica, anche se purtroppo i liturgisti o chi per essi ne hanno fatto un po’ un taglia/incolla..
Comunque nella prima parte ci viene ricordato che Gesù, diciamo é di “manica larga”, e mai ha sopportato confini o feudi.. “Noi e loro, quelli e questi, lontani e vicini.. ” (come non pensare alle nostre parrocchie spesso asfittiche è troppo preoccupate di fare e dire che si fa?).
Ma su questo i mie più affezionati gocciolati lettori sanno che.. insomma non vorrei ripetermi..
Gesú poi, quasi a voler essere ancora più chiaro ci fa l’esempio del bicchier d’acqua: Caro..
Immagine poetica, luminosa, evocativa. Ci fa quasi trasognare.. prima del tracollo: stiamo ancora mescolandoci nel brodo di giuggiole che ci va di traverso tutto.
La macina al collo? Per chi come me.. le “macine” adora inzupparle nel latte, prenderle su intere col cucchiaio e farsele esplodere in bocca.. c’è poco da stare tranquilli..
E poi quella pedante descrizione minuziosamente chirurgica nell’elenco delle parti del corpo.. a voler ben ribadire.. e che diamine.. ne verremmo fuori come l’Emmenthal..
Quello stesso bambino messo al centro domenica scorsa come monito e insegnamento oggi decide di noi.. nel bene e nel male, insomma.. scandalo: se non ricordo male si tratta letteralmente di “inciampo”: qualcosa che ostacoli il mio essere come quel bambino, insomma.. significa innanzitutto riconoscersi in un qualcosa di più grande, bello e nobile di noi, una dignità maggiore che Lui ci consegna e che noi dobbiamo accogliere, come prima buona notizia, senza falsi pudori e facendo pace con l’autostima..
Quante volte qualcuno mi dice di non credere.. cerco di dirgli che nemmeno io credo in quel Dio in cui lui dice di non credere..
La cosa più importante non é credere in Dio, ma credere che Lui crede in me. (L’indicativo mi pare più incisivo del congiuntivo, chiedo venia ai puristi..)
Da qui allora prendiamo il largo, come una macina, maestosa nella tazza di latte.. e riconosciamo qualche scoglio duro che in noi ostacoli, ci faccia inciampare.. sia zavorra.
Nel nostro sguardo, nella memoria magari ferita e incancrenita, nell’agire quotidiano generoso e disponibile, nel saper andare con coraggio e per primo verso..
Riusciamo insomma a chiamare per nome qualche nostro peccato o connivenza?
Non disperiamo.. chiamiamola per nome.. sarà come lasciarla immergere, inzuppare nel latte della misericordia di Dio Padre.. ( o a questo punto madre?).
Offriamogli intanto questa nostra disponibilità.. il resto lo offre Lui a noi.
Obrigado.Adeus.

Domenica XXVa T.O. – B

(Tempo di lettura previsto: 6 minuti)

 

Prima Settimana: da qualche parte tra Lisbona e Fatima

090915

 

In Ascolto del Vangelo secondo San Marco 9, 30-37
Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

 

Tutte le volte che Gesù va dritto e schietto al nocciolo – consegnato, ucciso.. insomma, non un cristianesimo di successo avvincente ne popolare.. –  guarda caso non lo capiscono o fanno finta di niente. E già questo sarebbe sufficiente..
Ognuno di noi ha dei tasti tabù su cui il buon Jesus non può suonare, (le nostre zone franche, i tiepidumi infrattati nelle nostre coscienze, i “massssiiiì, cosa vuoi che sia”), e stiamo meglio ignoranti come gli ippopotami, sotto acqua fino al naso, per non morire.. meglio non sapere, non chiedere, non disturbare, “far finta di essere sani” avrebbe cantato Zio Gaber (quanto mi manchi, Signor G..- aggiungerei anche la “G” e basta ma.. quien sabe?)
Ad ogni modo, lungo la strada avevano discusso.
Io di strada ne sto facendo parecchia in questi giorni e di tempo per pensare e riflettere ne ho parecchio: personalmente sto rivedendo i miei 5 anni sandonatesi, ma credo che ciascuno, se rientra un attimo in sè stesso, possa ripensare a precisi ambiti della propria vita, no? Lavoro, famiglia, servizio in parrocchia o simili.. semplici appartenenze. Magari non mi son chiesto se “sono stato grande”. Suvvia, lo sappiamo, non si fa! Ma magari.. stemperandolo, concretizzandolo.. efficiente, in gamba, apprezzato, corretto, giusto? Riconosciuto, bravo, meritevole, lodabile, meglio di quello là che.. più originale di questo.. cose umane, no? Criteri di valutazione.
Se la gente mi cercava e perché.. se ho fatto, detto, accolto.. risolto. Cose normali, giusto?
E non ho salutato questo e non mi é nemmeno venuto a salutare l’altro.. che ingrato.. e nessuno ha risposto a quel sms o alla mail, no?
E il mattacchione mette al centro un bambino.. porca miseria.. un bambino!
Lo so, la sappiamo la storiella.. pagina famosa, ma quando inizieremo a farla nostra?
E a me, con tutto rispetto, mi verrebbe da mandarLo a quel paese. Un bambino.
Poi mi guardo attorno, sono le 20.30 e mi trovo in un centro commerciale sperso in mezzo al Portogallo, unico punto munito di linea wi-fi per spedire puntualmente la Goccia.. e c’è un bambino che gioca a calcio tra i 4 negozi.. rompendo le balle a noi 5 presenti.. e non lo sa che può giocare quanto vuole tra negozi e commesse, camerieri e vetrine, in questo squallido misero centro commerciale in un posto dimenticato daDdddddio.
Perché Dio non si dimentica nessuno e lo fa mettere da suo figlio Gesú, al centro di quella masnada di fresconi che si era scelto come apostoli (e ancora oggi come cani da pastore, per quanto mi riguarda..).
Ultimo e servitore.. Azz! Passi servitore, che giá… ma l’ultimo????
E chissenefrega che gli ultimi saranno i primi, quella è un’altra storia..
Ma quanto ci misura la pressione questa pagina.. ci fa arrabbiare o ci fa chiudere e uscire dalla mail.. o ci commuove..
Sarà la stanchezza, cari gocciolati.. ma a me, stasera.. questa pagina commuove eccome.. e a voi?

Adeus!