IVa T.O. – Anno C

“Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finche’ dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e’ risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varra’ piu’ niente e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che .
Considero valore sapere in una stanza dov’e’ il nord, qual’e’ il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.”
(Valore, di Erri De Luca)

Bambino

Ricordo che sono molto graditi commenti sulla Parola ascoltata: mi permetteranno un ascolto sinfonico della stessa per preparare un’omelia più aderente alla realtà! Cerca di crearti un attimo di silenzio per preparare il cuore…per lasciarti incontrare da Gesù.
INVOCA LO SPIRITO SANTO perchè sia Lui ad aiutarti a sintonizzarti con la Parola.
Altrimenti sarà come leggere dei bei fumetti…
Prova a ripetere a mente alcune volte l’invocazione allo Spirito Santo
“Vieni Santo Spirito…prega in me”
Leggi almeno un paio di volte il brano e chiediti alla fine cosa ti colpisca,
quale volto di Gesù ti offra, come tocchi la tua vita…come questo messaggio possa diventare attuale nella tua esistenza..come appello, impegno, speranza, conforto..

Lettura dal Vangelo di Luca 4,21 – 30

“Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.”

Dove eravamo rimasti?
La stessa frase del vangelo di domenica scorsa: come fosse la seconda parte, la puntata successiva.
Siamo sempre in sinagoga, Gesù ha appena svolto il suo turno di lettore e si è messo a commentare.
Possiamo solo immaginare lo stupore di chi, suo compaesano e amico da sempre, lo senta esprimersi così.
Forse non sono capaci di stupirsi? sembra facile da dire…fin troppo facile.
Sembra fin troppo banale: non gli credono, lo minacciano, cercano di ucciderlo perchè si sentono presi in giro.
Ma non è così. Anche se siamo solo al quarto capitolo di Luca….Gesù sta già facendo scaldare gli animi….
Mi domando quanto siamo liberi davanti ad un Dio libero?
Libero di servirsi di chiunque per dire qualsiasi cosa.
Al di là delle nostre attese, dei commenti, delle etichette che mettiamo spesso addosso alle persone, attorno alle esperienze, sopra alcune realtà…
“Non è costui????” quasi a dire…ma che vuole, come si permette?
eppure….
Proviamo a chiederci:
quanto ho voglia di lasciarmi stupire?
credo che Dio possa ancora farlo? sia libero? ed io? lo sono? ho un cuore sufficientemente libero e disponibile
a lasciarmi raggiungere da un suo messaggio o intermediari?
cosa mi ostacola e chiude?
cosa mi aiuta?
come riconoscere i segni della sua presenza?

Lo ascolterò davvero? – Omelia IIIa T.O. – Anno C

Poco più di un anno fa in quella chiesa eravamo tutti emozionati e commossi dalla gioia per quel matrimonio. Guardavamo con soddisfazione quella coppia di nostri amici che finalmente avevano ceduto, mettendosi assieme e sposandosi.
Tre giorni fa eravamo ancora lì, la stessa chiesa, le stesse persone se non di più, la coppia di amici. La commozione e le stesse lacrime..non di gioia ma di dolore. Perchè tra loro c’era la piccola bara bianca della loro bambina, a lungo attesa ma morta durante il parto.
Per il funerale hanno scelto le stesse letture del loro matrimonio: il libro del Qohelet…quella pagina famosa in cui l’autore fa l’elenco dei tempi che la vita ci offre..un tempo per amare e per soffrire, per la gioia e il dolore, per parlare e tacere.
Indimenticabile riascoltare quella stessa pagina, assieme..e sentirla già così drammaticamente vera. Era già cambiato il tempo da vivere.
Quella pagina della Bibbia aveva dimostrato tutta la sua attualità in così poco tempo.
Quant’è vicina la prima lettura…parla esattamente di questo.
“tutto il popolo piangeva mentre ascoltava le parole della legge”
Il libro di Neemia, nell’AT, 700 ca. anni prima di Cristo testimoia una liturgia ebraica del tempo che, se leggiamo con attenzione, ci ricorda proprio la messa che stiamo celebrando; in particolare la prima parte, quella che chiamiamo Liturgia della Parola.
Sono riuniti assieme e viene loro letta e commentata la Parola di Dio. E il popolo, abbiamo sentito ..piangeva. Cos’è il pianto se non una reazione emotiva..di gioia o dolore, di gratitudine o sofferenza… é il modo in cui reagiamo all’attrito tra la nostra vita e qualcosa che le accade…bello o brutto non importa.
E’ quello che accade ogni volta che ascoltiamo la Parola. Anche se non piangiamo…non possiamo certo restarne indifferenti.
Facciamo l’esperienza che Dio attraverso quella Parola, quei testi, esempi, immagini…con quelle parabole e racconti, ci vuole raggiungere, toccare il cuore, liberare la vita.
Non so se abbiate mai versato una lacrima leggendo la Bibbia. Io si…ho alcune pagine che mi hanno toccato particolarmente in alcuni precisi momenti della mia vita. Vi hanno portato liberazione, hanno sciolto una tensione che vivevo, mi hanno consolato o fatto tremendamente arrabbiare. Insomma l’ho sentita viva, utile, scomoda, dolce, liberante. E posso testimoniare certo di non essere l’unico.
Quante persone continuano ad innamorarsi di questo modo con cui Dio ci parla. Magari dopo aver ascoltato per caso un brano di vangelo a un funerale o in un altro momento.
E’ l’esperienza innanzitutto di un Dio che ha fatto storia con le persone, in luoghi, modi e tempi precisi.
E’ il bisogno di alcuni, ad un certo punto, come Luca nel vangelo, di mettersi a scrivere perchè quanto vissuto non vada sprecato ed una precisa comunità possa vivere quanto annunciato.
E allora questa realtà continua: penso a quanti, nel silenzio, scelgono di venire in chiesa alcuni minuti prima per leggere per conto proprio le letture dal foglietto…o che a casa, in tanti modi diversi, lo fanno volentieri, grazie a internet, a tanti libri e sussidi di preghiera. Alle tante iniziative che la nostra parrocchia o la città mette a disposizione, penso alla finestra biblica.
Più noi conosciamo, frequentiamo, gustiamo la Parola…più faremo esperienza vera reale, effettiva ed affettiva del volto di Dio.
L’ignoranza della Parola é ignoranza di Cristo, diceva san Girolamo, che nel 400 tradusse tutta la bibbia in latino per portarla fino a noi. Non possiamo riconoscerci cristiani se non frequentiamo un po’ la parola, se non vi incontriamo il desiderio di Dio per noi, desiderio di rivolgerci un messaggio per la nostra esistenza, una risposta alle nostre preghiere, un sentimento o una emozione su cui lavorare nella nostra vita spirituale.
Posso testimoniare che più uno la conosce più Dio la fa traboccare in noi al momento giusto.
Il semplice citarla in una occasione, non é forse segno che ti sia venuta in mente proprio quella pagina? in cui magari Gesù, in una situazione simile a quella che stai ora concretamente vivendo..si é comportato in un certo modo.
Allora tu, mentre sei in un situazione, con una persona, con un sentimento nel cuore nato dall’attrito tra la tua vita e la realtà..ti viene in mente un brano, una espressione di Gesù..ti puoi chiedere…Tu Gesù adesso cosa avresti fatto? cosa diresti?
Ecco come Dio ci raggiunge.
Ecco come può portare pace, sollievo, luce, direzione, gioia.
QUella gioia di cui la prima lettura dice che Esdra
E’ una frase che conosciamo bene, perchè compone una delle formule con cui si conclude la messa e saluta l’assemblea.
Nella lettura poi ad un certo punto la gente viene invitata a mangiare e stare serena. vini dolci, carni grasse, porzioni abbondannti per tutti…
cioè imparare a confidare nella provvidenza in un Dio che ora interverrà e consolerà
in una comunità che sostiene e accompagna con una rete di relazioni concrete
nella preghiera fiduciosa.
Allora la forza di Dio, in tanti modi diversi, dopo averci raggiunto ci darà la sua gioia.
Abbiamo questo desiderio nel cuore? Ascoltare. Il cristiano non ascolta se stesso, i propri gusti e criteri ma ascolta lui. Il cristiano é tale se sceglie di vivere in ascolto.
Affidiamo al Signore questo nostro desiderio, aumenta in noi la fede nella tua parola, la voglia di nutrircene, per farla traboccare sugli altri e per leggere la nostra esistenza con un sapore nuovo.
Donaci il desiderio di quella gioia, la tua forza, la tua pace.
il dono delle lacrime come quel popolo, cioè di una esperienza bella e reale della tua presenza nelle nostre vite.


IIIa T.O. – Anno C

_Gesù

Ricordo che sono molto graditi commenti sulla Parola ascoltata: mi permetteranno un ascolto sinfonico della stessa per preparare un’omelia più aderente alla realtà! Cerca di crearti un attimo di silenzio per preparare il cuore…per lasciarti incontrare da Gesù.
INVOCA LO SPIRITO SANTO perchè sia Lui ad aiutarti a sintonizzarti con la Parola.
Altrimenti sarà come leggere dei bei fumetti…
Prova a ripetere a mente alcune volte l’invocazione allo Spirito Santo
“Vieni Santo Spirito…prega in me”
Leggi almeno un paio di volte il brano e chiediti alla fine cosa ti colpisca,
quale volto di Gesù ti offra, come tocchi la tua vita…come questo messaggio possa diventare attuale nella tua esistenza..come appello, impegno, speranza, conforto..

Lettura dal Vangelo di Luca 1,1-4.4,14

Poichè molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione.
Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere.
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
“Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore.
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui.
Allora cominciò a dire loro: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato.

Oggi si è adempiuta…cioè realizzata.
Siamo agli inizi del vangelo di Luca, avrete notato il tono di introduzione e spiegazione.
L’evangelista ci vuole introdurre nel senso del suo scritto. Lo vuole anche ben radicare nel tempo, nello spazio e nel suo scopo.
Poi la liturgia ci fa saltara al capitolo 4, all’inizio della vita pubblica.
Il normale sabato, giorno sacro e di riposo per gli ebrei, la sinagoga, il falegname del paese ancora single che si alza a leggere, davanti ai suoi genitori e dice questa frase, dopo aver letto Isaia.
Oggi.. come dire.. non c’è altro da aspettare. Sono io il Messia, il Salvatore.
Sono io che inizierà a fare quello che da millenni tutto l’antico testamento ha annunciato e che da sempre noi ebrei stiamo aspettando con grande
impazienza, speranza e indignazione. Sono io.
Io farò con voi e per voi quello che era annunciato.
Io ho una buona notizia per tutti i tipi di povertà, per chi non riesce più a vedere, vedersi per chi è oppresso, affaticato, schiavo di mille dipendenze dentro e fuori di sè… nella personalità, nella propria storia, nel proprio presente, nel cuore o nella testa.
Sono io.
COn calma poi.. in modo solenne e quasi maestoso ma concreto.. ripone il rotolo, si siede.. si lascia guardare e avvolgere, giudicare, decifrare dai suoi amici, parenti, compaesani…stupiti o indignati….
a noi verrebbe da chiederci.. cosa ci opprime?
di cosa siamo ancora schiavi?
cosa non abbiamo voglia di vedere?
cosa vorrei che la mia fede in Gesù, Messia e Salvatore, potesse sbloccare e sciogliere in me? nella mia vita?