XVIIIa Domenica t.o. A

Tempo di lettura previsto: 3′

Vangelo secondo Matteo, 14, 13-21

Avendo udito questo, (della morte di Giovanni Battista) Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Che pagina meravigliosa: Gesù inizia a fare sul serio. Gli dicono che il Battista è morto, che quindi chi lo aveva preceduto, anticipato, gli aveva preparato il terreno ha fatto una brutta fine. Insomma, adesso basta con la compresenza. Tocca rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Il campo adesso è libero. Quel che doveva fare l’ha fatto, Battista caro, e ora sta a Gesù. E Lui si prende come del tempo, in disparte nel deserto. Ma la domanda religiosa è troppa e quindi cede. Vogliono stare bene. Hanno mille richieste. Cede. Sente compassione: quante volte, mi chiedo, la nostra preghiera inizia abbassando la testa, socchiudendo gli occhi e riconoscendosi oggetto di quella compassione da parte Sua? Non che gli facciamo pena, ma che ci guarda con…passione! E arrivano le prime discrepanze. Come ragionano bene i discepoli: è tardi, siamo lontani, hanno fame sti poveracci…meglio lasciarli andare; scaricare il problema, si arrangino, girarsi dall’altra parte. Non hanno lo sguardo di Gesù. Sanno solo delegare e tirarsene fuori. Il bisogno della folla non li interpella. Facile tentazione il giustificarsi tirandosi indietro. Ragionano bene, in maniera umana. Fino ad un certo punto. Gesù però chiede loro non solo di camminare con Lui ma di condividere insieme la missione. E’ il folle volto di un Dio che vuole avere bisogno della nostra povertà. Non gli serve la nostra logica o l’autosufficienza garantita e ragionata. Sa che condividendo con Lui la nostra povertà, offrendo i 5 pani e due pesci delle nostre miserie…Lui ne farà qualcosa di buono e noi, fidandoci di Lui educheremo noi stessi all’accoglienza di ciò che siamo e alla valorizzazione spontanea di quel che siamo chiamati ad essere. Interessa?

Hai fatto l’affare della tua vita? Omelia XVIIa t.o. A ’20

Da quanto veniamo a messa? Giochiamo al cristiano ma…chiedo:

Abbiamo fatto…abbiamo fatto l’affare della nostra vita?

Riconoscere Dio come tesoro, perla e…vendere tutto!

  Il regno di Dio, quello che chiediamo sempre venga nel PN, inizia così, ci annuncia Gesùbello. Se le persone… vivono così.

Ma cosa vuol dire vendere tutto, ostrega? mica sono un monaco… Non basta venire a messa e dar una mano in parrocchia? No. Anzi, non solo non basta ma non serve!!    Vediamo un po’…

Innanzitutto non significa fare alternative: o Dio o tutto il resto, non è così banale il vangelo. Siamo noi che nei secoli abbiamo trasformato il messaggio di Cristo risorto in qualcosa di doveroso, serio, meriti e fioretti, sacrifici e valli di lacrime per poi chiederci stupiti perché i giovani non vedono l’ora di andarsene?, i colleghi ci compatiscono, le chiese si svuotano o non ci son più preti…Gesù invece parla di gioia e pienezza nel trovare tesoro e perla.   

Credo allora possa significare fare affidamento sulla relazione con Lui; riconoscerLo al nostro fianco per aiutarci a mettere ordine, pace, luce e speranza nelle nostre vite. Uno a cui la nostra vita interessa davvero, non un padrone, un estraneo. E nemmeno una delle tante relazioni o cose da fare la domenica. Quelli sono i nostri idoli pseudo-religiosi, cui diamo un culto vuoto e inutile.

Riconoscere invece che l’eco che in noi ci spinge all’amore, alla verità, al meglio sia la Sua voce delicata ma decisa che ci sprona e orienta. Il battesimo è servito a questo! Non sei più solo: 

  Qual è la nostra paura più grande?     …     che morte, disgrazie, malattia, tradimento, ci portino via le persone più care, rubandoci la possibilità di amarle e sentirci amati. Quanto ci angoscia tutto questo? Il M. li chiama “imprevisti”: Ecco allora il tesoro!

   Oggi in cui tutto è provvisorio, passeggero finché dura, ambiguo, interessato se mi conviene, riconoscere che.. Lui non lo perderai, non sarai mai solo né abbandonato. Dio non lo puoi perdere, è eterno ma accanto, ha il volto dell’amore ad oltranza, gratuito, liberante, che ti fa risorgere e offre nuove prospettive;

   E in più che nulla di te, di quel che farai lo allontanerà o lo stancherà, nulla. Non sarà mai deluso da niente di noi. Siamo sempre nuovi e belli davanti a Dio Padre. Sempre.    Ci Piace?

Questo è il tesoro da cui attingere lo stile per vivere tutto e tutti al meglio! Quelle relazioni in cui vogliamo mettere passione e amore, hanno bisogno del meglio di noi. E questo viene dal frequentare quel tesoro. Pensate alla formula del matrimonio “con l’aiuto di Dio io accolgo te e..” Perché solo se Lui è dalla nostra parte, sapremo vivere amando in maniera divina noi stessi, gli altri, il mondo. Il M. le chiama probabilità, io preferisco possibilità!   cfr. 1 lettura, ..Salomone, diventando re, chiede in dono la sapienza.

Non soluzioni magiche da mendicare o conquistare ma opportunità da vivere in maniera responsabile. Verità sicura, non ipotesi, opinioni o pareri..che finiscono per metterci tutti contro tutti, individualisti o sempre relativi, provvisori e spaventati.

Quello che ci rende umani è ciò che ci rende divini!

  “Tutto concorre al bene“…rassicura Paolo ai Romani: ben diverso da “Andrà tutto bene” (vanti sempre!) parole spesso vuote, irreali!

Ecco il tesoro, la relazione per dare qualità nuova a tutto quello che ci accade, costruendo il bene a partire da quel che siamo o accade. Potrò prendermela con Lui, ringraziarlo, lodarlo o maledirlo, accusarlo o invocarlo. Avrò una spalla su cui poggiare, una speranza alla fine del tunnel o un sorriso grato da donare al cielo. Ecco il nostro “parco della Vittoria”. Io vendo tutto e Lui mi dà quello che mi serve davvero per vivere. Sé stesso.

  Ma li vangelo ci racconta anche di una perla: credo sia la capacità di stupirci, la bellezza, quel che rende promettente la vita cristiana, il cuore di una testimonianza. Ricordate quando Pietro a nome dei 12 sbuffa contro Gesù dicendogli “Ou, noi abbiamo lasciato tutto, per seguirti, come la mettiamo?” E Lui lo rassicura dicendogli che tutti troveranno il 100 e più…

  Quando avevo 20 anni non è che preferissi andare a messa piuttosto che studiare, lavorare, suonare, far sport o guardare le ragazze no. Ma percepivo che c’era Qualcuno per cui valeva la pena mettere tutto il resto non nel cestino ma dietro.. e che solo così..avrei riavuto tutto meglio davanti a me! Credo sia quello che accade nel matrimonio, mettendo su famiglia, scegliendo di lavorare con criterio…di essere cristiani secondo la misura del vangelo.

Così il regno di Dio continuerà a crescere, attraverso la vita nostra e delle nostre comunità, mai come oggi chiamate all’essenziale, a farsi le stesse domande. Nella misura in cui ciascuno cercherà giorno dopo giorno di custodire l’affare più grande della propria vita, il tesoro e la perla per cui vale la pena giocarsela così.

Le nostre comunità cristiane…cosa hanno venduto? me lo chiedo…

XVIIa Domenica t.o. -A

Tempo di lettura previsto: 3 minuti

Dal Vangelo secondo Matteo 13, 44-52

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».

A volte per noi che si frequenta chiesa e cose varie, i brani del vangelo possono apparire come le vecchie barzellette: “si, la sappiamo, dai, è vecchia ma raccontala lo stesso, fa sempre ridere!” Nel senso che già sappiamo “come va a finire”, cioè “cosa dice” ma tutto sommato lo ascoltiamo lo stesso, fa parte del rito (!!) e poi avanti così. Oggi però le cose si fanno interessanti: il vangelo lavora di cesello su due fronti complementari. Non abbiamo spero, fretta di dire…”ah, si, so cosa significa…a posto! Abbiamo tutti voglia di svago, riposo, di non pensare alle solite cose, evadere con la mente, le vacanze, leggerezza, semplicità… abbiamo fantasmi covid che ci inseguono e anche magari all’orizzonte. Si sta svolgendo un’estate in sordina, senza nemmeno il classico tormentone alla radio o nella pubblicità e… che vuole allora sto vangelo? Già andare a messa pare di entrare in un negozio con tutte le cose da fare e l’ansia per arrivare dentro ai posti previsti…che avete ancora? Gesù ci offre due immagini molto dirette: tesoro e perla preziosa. C’è chi cerca (il mercante) e chi invece trova (è trovato? una persona generica). Questa doppia dinamica in cui ciascuno si può ritrovare. E’ bello riconoscere la Vita va sempre anche un po’ cercata e che una sana inquietudine aiuta la fede a mantenersi relazione con Risorto, non galateo devoto e qualunquista. Gesù pare dirci: per cosa vale la pena essere cristiano? Rispondi solo a questo: sospendi tutto quel che sai, pensi, credi e dimmi cosa vivi. Perchè continui? Da cosa si vede che sei cristiano? E non dire le tremende solite cose da filantropo. Fa già abbastanza caldo. E da cosa si vede che una parrocchia è cristiana? a cosa si può “rinunciare” speriamo tutto sommato anche presto… per continuare ad essere delle comunità cristiane e non solo “sociali” e ricreative? E se magari in questo periodo, al di là delle messe in streaming e dei divieti… imparassimo a chiarire a tutti noi cristiani…qual è l’essenziale? Cosa siamo disposti a perdere, come cristiani e appartenenti magari a delle comunità e alle loro molteplici attività e gruppi per dire… , per quel tesoro e quella perla che il Risorto ci offre ed indica per lasciar venire il Suo regno?