“Sono rivolti al Signore”. Bellissima questa frase, forse non ci abbiamo mai fatto caso: i nostri cuori sono girati verso di Lui.. c’è tutta la fede cristiana, cercare giorno per giorno di rivolgerci a Lui.. sia come cercarlo, sia nel senso di andare verso, in quella direzione..
Ieri sera ero a Caorle vicino al faro, con gli scout.. luce tra l’altro che parte dal campanile della bella chiesa. Pensavo a tutte le navi che in tante situazioni cercavano rivolte a quel faro il conforto di una direzione da prendere, una luce in cui confidare, la speranza del porto vicino, la sicurezza dell’essere giunti a casa.
E coi cuori rivolti a Lui, come lo incontriamo? Come si mostra a noi? Bello, sorridente, rassicurante..? No.. di spalle. Gesù ci da le spalle. Ci chiede di andare dietro e seguirlo. Mi ha fatto riflettere questa settimana: per due volte il vangelo ricorda che ci ha chiesto di andare dietro.. non “con” Lui.. sarebbe stato più normale e bellino.. dietro.. pensate anche a quando rimprovera aspramente Pietro, dicendogli che pensa come Satana.. vai dietro di me.. gli dice.
Non nel senso di un castigo ma di una posizione. Pietro stava dimostrando che con la sua mentalità voleva gestirlo.
C’è una parola che descrive per noi cristiani questa scelta: la parola “sequela”. Il cristiano vive la sequela, la chiamata a seguire Cristo.
Pensate a quando il Battista indica Gesù Agnello di Dio e i suoi due discepoli lo lasciano li per andare dietro a Gesù.. che chiederà loro.. che cercate.. ecc. ecc. o alle rive del lago di Galilea, nel vangelo di oggi.. come devono essersi sentiti guardare Andrea, Giacomo e Giovanni per lasciar li tutto e andare dietro di lui?
Dietro significa che la strada la fa lui. Io mi devo fidare, rispondendo con la fede di cui sono capace, giorno per giorno, riconoscendolo davanti a me.. capo cordata.
Dietro significa che la strada lui la vede per primo, che lui riesce a scorgere prima e un po’ più in là di quello che accade, devo accogliere che veda più in là del mio orizzonte, che ci sia una distanza. Dietro significa che il quel cammino c’è tutta la vita cristiana come qualcosa di vivo, una relazione da costruire, su cui investire.. non contenuti e dottrine da sapere o pratiche e cose da fare per sentirsi bravi.. convertitevi e credete nel vangelo.. non al.. come fosse una idea.. nel..immersi nella relazione con Lui, coinvolti ed implicati con la nostra libertà.
Oppure quando Mosè, nell’Esodo chiede di vedere Dio e la sua gloria e gli viene detto che vedrà solo Dio di spalle, come fosse passato.
Ecco la pedagogia divina con noi. Le spalle.. come riconoscere che è passato, che ha lasciato le sue tracce che la fede è sempre anche ricerca e percorso, che dobbiamo non pretendere di possedere e gestire ma sapere andare un po’ più in là.. dove lui ci attende.
Restare con il cuore e lo sguardo rivolti a Lui insomma. La libertà di una fede che si propone.. non impone..
E’ solo per questo, perché sentiamo che questa relazione ci libera da tante idee sbagliate e malefiche di Dio che possiamo lasciare quelle zavorre che portiamo nel cuore e seguirlo.
Diventare pescatori di uomini. Immagine bella, quella di Gesù.
Non serve fare miracoli per essere quotidianamente cristiani ma fare nel suo nome quello che facciamo e sappiamo essere. Nel suo nome.
Siete pescatori? Diventatelo di uomini. La nostra vita è invitata a profumare di vangelo, con uno stile cristiano da scegliere e coltivare. Quello che siamo e facciamo va già bene.. iniziamo o continuiamo a farlo dietro di Lui e per Lui ed il regno di Dio è già in mezzo a noi.
I pescatori prendono i pesci dal loro luogo di vita e li fanno morire.. i pescatori di uomini fanno il contrario.. cercano di far passare dalla morte, cioè dalla non vita, dalla vita di basso profilo, dalla vita spenta, arida, sporca, rattrappita..ad una vita eterna, piena, di qualità bella e carica di senso e sapore, liberata e liberante.
Ecco cosa Gesù chiede alla nostra vita. Anche noi siamo chiamati ad essere pescatori di persone, nella misura in cui col nostro servizio parrocchiale o associativo, nei nostri luoghi di lavoro, in famiglia, nella politica cittadina, nella partecipazione attiva, nella capacità anche di indignarci e protestare per i veri diritti di tutti.. e soprattutto degli ultimi e degli esclusi.. sappiamo lottare per la qualità. Gesù ci chiama, li dove siamo inseriti a testimoniare che la nostra vita ha qualità cristiana.. stile e relazione con Lui.. e che è chiamata a offrire la stessa qualità alla vita degli altri.. a diventare luce del mondo, come Lui.. come quella che non deve essere nascosta ma vissuta. Diventiamo come dei fari allora, grazie ai nostri cuori rivolti al Signore con la voglia questa settimana, di seguirlo nelle strade delle nostra vita.