(M. Chagall)
https://www.youtube.com/watch?v=BihsbAO-BZg
il cuore caldo! così un giorno mi ha detto di sentirsi un ragazzino che aveva fatto l’esperienza di fare del bene gratis a qualcuno…
Un grosso cespuglio di rovi che pur in fiamme non si consuma: immagine bellissima, suggestiva, questo pan e vin nel deserto che continua a scaldare e illuminare, un calore che dà accoglienza e cura, una luce che dona forza e direzione, ecco l’amore infinito di Dio. Il roveto in fiamme è il cuore di Dio che ama in modo puro, continuo, ad oltranza e soprattutto gratis, non puoi che arrenderti, contemplarlo e lasciarti abbronzare! Dio offre a Mosè 2 cose:
>il suo biglietto da visita: chi è, “io sono il Dio di tuo padre, di Abramo, Isacco, Giacobbe”, una sorta di raccomandazione, memoria, conferma…io ci sono sempre stato, c’ero, ci sarò! ho fatto storia, sono affidabile e concreto, ti prendo sul serio..
>il suo curriculum vitae: quel che sai fare, hai fatto e vorresti fare. Dio si presenta così: come uno che? ascoltiamolo…
–ho osservato la miseria del mio popolo: povertà, dipendenze, chiusure, paralisi, scelte di morte cioè di vita non piena, autentica, scandali, corruzioni, mentalità disumane ed incivili: osserva, non sfugge nulla! (è il MIO… popolo, io sono suo!)
-ho udito il suo grido a causa dei sovrintendenti: il grido degli ultimi, dei più poveri e abbandonati, esclusi ed emarginati, di chi non conta e non decide ma subisce… dai sovrintendenti dell’economia di produzione ingorda, che rende i poveri sempre più poveri e numerosi e i ricchi sempre più ricchi, della finanza creativa, di certe multinazionali assassine, di collusioni stato-mafia-aziende che portano ingiustizia, una certa politica ipocrita, che sa solo urlare, screditare l’altro per far su vergognosi voti facili solleticando emozioni, paure, accaparrarsi posti e quindi potere!
–conosco le sue sofferenze: quelle del cuore, nel silenzio di una vita anonima, portata avanti con dignità caparbia e fiducia.
Ecco come si pone di fronte a Mosè il nostro Dio, come cioè vuol essere riconosciuto. Siamo quindi chiamati a chiederci: ci interessa questo suo volto appassionato di noi e della nostra vita? ci sentiamo guardare così, da quel suo punto di vista? come ci percepiamo alla Sua presenza? è fondamentale collocarsi!
Ho avuto diverse occasioni, all’estero, di togliermi le scarpe per entrare in alcune moschee o templi buddhisti e fa un certo effetto! Dopo un leggero imbarazzo iniziale, percepire i tappeti morbidi, la sensazione di famigliarità e casa (io poi che adoro stare scalzo), ti senti un po’ messo a nudo, fragile, ma a tuo agio.
In questo far togliere i sandali, Dio richiama il sacro, il rispetto, l’importanza di una giusta distanza che non è lontananza ma differenza, occasione: perché se fossi come me non mi serviresti. Ho bisogno di altro per ritrovare me stesso: se mi serve salute vado dal medico non da un altro prete! riconosco la nostra differenza e che posso starti davanti per quello che sono, scaldato e illuminato da quel cuore che ama. Ed essere scalzo è solo un riconoscersi disarmato, bisognoso, accolto.
Questo volto ardente d’amore di Dio per la gente provoca Mosè e lo fa sentire coinvolto, mandato. Noi siamo qui oggi perché la storia della salvezza è partita anche da lì e da allora quel cuore di Dio scalda e manda tanti altri cuori a prendersi cura, scaldare e illuminare. Gesù non ha fatto altro che proseguire e dare umanità a questo volto innamorato di Dio. Ecco il vangelo, il vignaiolo: che bella questa figura, sa addomesticare e far ragionare il padrone e i suoi calcoli umani! le sue armi sono la premura, la pazienza, attenzione ed esperienza, capacità di sognare e prevedere, prendersi cura, attendere…E’ Gesù? ovviamente sì, Gesù è stato tutto questo e molto altro…e tutto questo e molto altro l’ha affidato alla sua chiesa, a ciascuno di noi. La vita in parrocchia, la chiesa, i carismi religiosi, associazioni e movimenti, sono le mani con cui quel Dio che ama nel roveto, attraverso il vignaiolo di suo figlio…prosegue! Allora come toglierci tutti i sandali e fare esperienza di questo amore? la riconciliazione per Pasqua fatta con calma e cura! scegliere il silenzio 15’ al giorno, provare a pregare dando del tu al Signore. Cercare un dialogo e un confronto con un sacerdote, una suora, un laico, su qualche tema importante per la propria vita di fede…visitare un blog, essere in una mailing list perché anche attraverso i mezzi di comunicazione possiamo ricevere e restare connessi con messaggi buoni e sani…facendo molta attenzione!
-le due serate di questa settimana sulla santità e le tante iniziative in bacheca, le proposte della Caritas, di Libera per la giustizia e contro la mafia, i 20 anni di Banca etica, le opportunità per una persona in ricerca di pregare, ascoltare la Parola di Dio, formarsi con catechesi utili che ci aiutino a smaltire idee malsane di Dio e di noi stessi. Molti di noi vivono già con grande profitto queste opportunità! Ecco come fare anche noi esperienza di un cuore caldo..caldo perché si è lasciato abbronzare dal contatto con il roveto ardente di Dio in mezzo a noi. Accogliamo il curriculum vitae del Signore e chiediamogli l’umiltà di toglierci i sandali dell’autosufficienza e dell’abitudine.
Ci doni l’esperienza del suo calore di vita e passione, ci doni di sentirci come quel fico di fronte a Suo figlio vignaiolo per le nostre vite.