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- “Cosimo tutti i giorni era sul frassino a guardare il prato come se in esso potesse leggere qualcosa che da tempo lo struggeva dentro: l’idea stessa della lontananza, dell’incolmabilità, dell’attesa che può prolungarsi oltre la vita.” (Italo Calvino, Il barone rampante, 1957, p. 170)
- La prima lezione che potremmo trarre dal libro è che la disobbedienza acquista un senso solo quando diventa una disciplina morale più rigorosa e ardua di quella a cui si ribella. (Italo Calvino, Il barone rampante, 1957, p. X)
In Ascolto del Vangelo secondo San Luca 19, 1-10
Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
C’è chi sugli alberi non c’è mai salito, chi ci fa la casa, chi ci si arrampica, chi ci resta una vita; nascosto tra le fronde, equidistante dalla terra e dal cielo, dalla propria umanità inespressa e il volto buono di Dio.
Resta li, a mangiare sempre lo stesso frutto, a prendere pioggia, sole o vento. Non scende, non tocca la vita, resta sospeso. Sopravvive.
Zaccheo ci si arrampica per curiosità. Benedetta sia la curiosità, la domanda non stupida o banale, (Ode alla Domanda mai banale per eccellenza!), la sete, la voglia di capire come funziona e perché, cosa c’è oltre, sotto, sopra, a lato e dall’altra parte.
Il Barone Rampante non vuole più scendere… resta li nel suo microcosmo.
Pare molti di noi…
Zaccheo viene fatto scendere…e la vita è adesso, canterebbe Baglioni… incontra un volto nuovo che lo guarda in modo nuovo. Cambia tutto.
(Mioddio ho citato Baglioni…)… benedetto quell’albero… quel sicomoro… tutto quel che rappresenta…
ogni esperienza che facciamo, ogni gita, ogni viaggio, lettera che scriviamo, articolo che leggiamo, libro che acquistiamo, pagina che scriviamo, amicizia che coltiviamo, concerto a cui andiamo, disco che riascoltiamo, museo che visitiamo, chiesa in cui entriamo, silenzio che scegliamo, cibo che gustiamo scoprendo da dove e come arriva ad essere così unico e buono, ogni domanda a cui non abbiamo fretta di risponderci, ogni percezione che lasciamo venire a galla, ogni suggestione da cui ci lasciamo carezzare…
tutto è sicomoro, tutto è albero, tutto è gradino. Ogni parola nuova o meno è solo un gradino. Verso Dio? verso noi stessi? verso l’altro? verso l’alto?
verso la verità di noi? siamo noi a salire? o Lui a tirarci un po’ su allungandoci la mano?