Affamato… si va bè…il cartoncino con su scritto che hai fame con cui mi vieni incontro per strada o mi guardi passare dal basso del marciapiede…mette sempre sospetto.
Le mense Caritas e non solo lavorano eccome… ma son così distanti da noi, che poi magari cambiamo marciapiede o ci giriamo dall’altra parte…
Così pure per gli assetati..anche se purtroppo spesso alcuni poveri affogano nell’alcool tante rogne ed il rischio concreto è che il nostro obolo finisca in un bicchiere…
Nudo e vestito…le nostre strutture non sanno più come fermare l’emorragia di vestiti che arriva dalle nostre case ai cambio armadi…tanta nostra superflua generosità fa sì che si faccia fatica a darci il giro…anche se è vero che più che vestiti sarebbe opportuno dare lavatrici, saponi da indumenti e condizioni per maturare autonomie..non buttare abiti sporchi. Forestiero? i mòri… no comment… situazione complessa….
In carcere? non è facile andare (nemmeno per chi lo “merita”!!) …e nemmeno tanto gratificante, al di là dell’effetto “anno misericordia”. E non so se poi, nel mondo esterno, i nostri pregiudizi per un carcerato misterioso (chissà poi perchè ci è andato) troverebbero ristoro.
Gli ammalati li vediamo, lo siamo, li visitiamo…ok…
Pagina affascinante, questa non c’è che dire. Genere letterario apocalittico. Non è una parabola. Gesù non fa esempi ne allegorie. Anzi. Cita antico testamento e non solo.
In realtà non credo volesse dimostrare cosa succederà concretamente. Un Dio sul trono col pollice che sposta destra sinistra e dice o dentro o fuori. No.
Questo è quello che immaginiamo noi e che si è incrostato nelle nostre mentalità, di pensare che Dio ragioni con la nostra logica umana…meritocratica: bene male, giusto sbagliato, merito, colpa, premio, castigo. No. Dovremmo stracciare tutto il resto dei vangeli, in primis quello di Luca che si sbraccia per annunciarci un Dio di assoluta misericordia.
Credo che qui Gesù, ricordandoci in maniera pesante per 3 volte l’elenco delle opere di misericordia tradizionalmente presente ( e più antico di Gesù stesso) voglia solo annunciare che saremo giudicati senz’altro sull’amore. Ma in particolare che queste opere, questo stile di amore, è quello che siamo chiamati a svolgere giorno per giorno.
E non in attesa o per paure del giudizio.
Affamato, assetato, nudo, forestiero…ecc. insomma… le conosciamo queste opere.. tentiamo di attualizzarle?
Lo sfigato, che ci fa fare sempre qualche risata di commiserazione, in classe, in studio, in azienda o nella compagnia…nessuno lo “caga”… pesante da sopportare…
Quello pesante, lagnoso, che appena lo incontri deve lamentarsi di tutto, assillarti,
Quella isterica che deve svuotarti il suo umido personale esistenziale…e farti perdere un sacco di tempo, a te non interessa ma…
Quello che sta vivendo al ribasso, perchè si accontenta e nessuno ha voglia di stargli vicino e sostenerlo
Quello che vive o patisce una dipendenza…. di tutti i tipi, anche non da manuale ..anche affettiva…
Quello da solo, di cui nessuno si accorge nel pianerottolo o nel condominio…
Amare ..fosse anche solo il “perdere tempo”…accogliere e ascoltare con un sorriso, un incoraggiamento, una promessa vera, un complimento.
A volte una parte di me guarda l’orologio e pensa…”ti sta facendo perdere tempo-non ti riguarda-non puoi farci nulla-siamo alle solite…” eppure poi il buon Dio mi fa venire in mente che anche Lui forse… con me…ha la sensazione di perdere tempo…con le mie preghierine tiepide e scontate, con i miei buoni propositi da anno nuovo, con le mie poco convinte idee di fare, essere, cambiare, maturare, scegliere…
Noi imitiamo Dio che ama anche quando come Lui “perdiamo tempo”….
Non aspettiamo Natale per sentirci buoni e nemmeno il giudizio universale.
Gesù ci giudica dalla croce: dal suo trono speciale a ricordarci che siamo umani se amiamo… quello è il metro di misura.
Non come cosa da fare ma come modo di vivere. Perchè essere stati creati a “immagine e somiglianza di Dio” non vuol dire con la barba bianca..
ma messi in grado di trovare senso compiuto e definitivo alla propria esistenza solo amando, accorgendosi dell’altro e senza suonare tante trombe o far pubblicità.
Love, love, love…dicevano alla radio.