
X Factor, Isole dei famosi, Master chef , i vari talent: quanta competizione! Non sono molto ferrato né aggiornato ma mi fa pensare quello dal titolo “Tu si qui vales”. Riassume il desiderio o forse il bisogno di chi vi partecipa: sentirsi dire dal pubblico e dalla giuria -spesso di presunti esperti- “bravo, tu si che vali!
Non è poi la logica che soggiace dietro alla ricerca spasmodica di like e follower? Al desiderio di essere influencer…letti e visti dai mille contatti su tic tok o Instagram, FB…Insomma più persone mi postano un pollice più mi sento vivo, mi sento valere. Quanta competizione.
Non so se il fariseo del vangelo possa essere considerato un influencer, lo spereremmo, visto che compie davvero opere molto buone e utili. Ma di sicuro tratta Dio come un proprio follower, da cui attendere conferma, riconoscimento, quasi costringendolo a ricordarsi dei suoi meriti, gli timbri la patente da buon cristiano. Sono tutti bisogni umani che tutti abbiamo nel profondo. Vanno almeno riconosciuti perché non ci determinino.
Quando ad es. sbandieri il tuo curriculum al parroco o a qualcuno non del tuo gruppo in parrocchia per dire quante cose hai fatto tu per la chiesa. Ricorderete che già vi chiesi di cercare di non farlo fin dal primo giorno qui al mio ingresso.
Io, io, io…quante volte siamo tutti narcotizzati da questa ricerca di consenso, titoli, riconoscimenti, ruoli, dai nostri ego così ingombranti… e mi hanno fatto monsignore, e sono parroco di una parrocchia grande, e son io che ho sempre organizzato tutto in parrocchia e sono indispensabile, e non mi ha nemmeno detto grazie, non si è accorto che.. non è la stessa dinamica dei like?Così ci ritroviamo parroci superstar ma accentratori, comunità che non sono famiglie ma feudi, efficienti ma divise che non sanno parlarsi né vogliono collaborare, guadagnano un sacco di soldi per sostenersi (a xè pa a parochia!) ma poi fanno il nero, interessate ai famosi giovani ma non a una fede cristiana adulta, attivissime ma solo delle solite cose, ricche di strutture ma povere in corresponsabilità. Mi chiedo…pensando proprio a quel che Gesù gli riconosce: che volto di Dio custodisce nel cuore, il fariseo? Forse il dio della religione, che però in realtà è solo una maschera che nasconde il suo unico vero volto salvifico e liberante, quello del Padre che accoglie sempre, con un’ostinata e spietata misericordia per noi. È questo volto a provocare nel pubblicano, peccatore pubblico schifato da tutti, un atto di contrizione e umiltà, ma soprattutto di fiducia e abbandono. Vado bene così e tu mi accogli. Bellissimo. Come il figlio prodigo che torna dal padre della parabola che non lo lascia dire a filastrocca che si era preparato a memoria ma lo abbraccia e fa festa, senza chieder conto di nulla.
Pensiamo ad es. alla vita di S. Bertilla Boscardin, che stiamo celebrando in questi giorni: fedele a quel che c’era da fare, con umiltà e bontà, tanto da smuovere i medici non credenti che stupiti ne chiederanno l’avvio della causa di beatificazione…avendo come colto nei suoi tratti, la presenza di una vita che è già in pace perché si sente amata, non affannata a mendicare like o ricordare curriculum, tanto da accettare di non fare più l’infermiera ma l’addetta alle pulizie.
Mi chiedo del resto, tutti questi nuovi ministri che hanno da poco fatto il loro giuramento allo Stato italiano e a tutti noi quindi, con che disposizione di cuore si metteranno a servizio del bene comune e della nazione? Condividendo prospettive e comunione di intenti o solo interessi di parte? Speriamo siano fedeli alla costituzione quanto le nostre comunità al vangelo di Cristo morto e risorto per noi.
Infine, la giornata missionaria mondiale ci ricorda non solo ogni tanto l’attenzione ai poveri e al terzo mondo… come se noi fossimo il primo…ma in base a cosa, poi? Quanto che la chiesa o sa viversi in costante e comune missione, altrimenti diventa quello che spesso è…una setta. Sentirci tutti richiamati ad essere missionari lì dove siamo a vivere, lavorare, sperare, amare, affrontare la realtà…con un atteggiamento di consapevole delle nostre fragilità, dei nostri peccati, delle connivenze col male e l’orgoglio che tutti abbiamo, ma capaci solo, come il pubblicano, di porci davanti al crocefisso senza dire nulla, a bocca chiusa, per sentirci dire, da quella croce…guarda che gliel’ho lasciato fare anche per te… perché tu si qui vales…