In ascolto del Vangelo di S. Matteo 24, 37-44
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.»
Vegliate! Cioè state svegli. Non addormentatevi, non date per scontato, non sedetevi sereni e pacifici che tanto quel che dovevo fare l’ho fatto il resto toccherà a qualcun’altro. Come sto vivendo la vita cristiana? Come una serie di appuntamenti e opportunità di riconoscerLo accanto a me o come una serie di cose da fare?
Ecco il tempo di Avvento.. un brivido veloce e dolciastro verso il Natale.
Come vorrei arrivare a Natale quest’anno? stanco stressato e stordito? O accogliente e misurato? Da cristiano o da quello che avrà fatto di tutto tranne fare un po’ di silenzio, una bella celebrazione della riconciliazione, un po’ di preghiera davanti ad un presepio..
A prescindere dal fatto che si continui a respirare una pervasiva rapina colossale sul senso e significato religioso del Natale.. nell’assurdo far di tutto per annacquarne il sapore cristiano e renderlo un evento mediatico politically correct fatto di renne, regali, folletti, neve finta, panettoni e sorrisi, generici auguri e promozioni telefoniche per augurare chissà cosa a chissà chi..
A volte ho la sensazione che tutti si sentano in diritto di prendere il Natale, cacciare il festeggiato (la nascita di Gesù, figlio di Dio, venuto in mezzo a noi) e quasi con fastidio, scacciati i riferimenti religiosi facendo finta di niente ce ne impossessiamo per augurare quel che ci va ( spesso parole vuote) e festeggiare perchè è un nostro diritto.. lo prendo, lo svuoto e ci metto le mie renne, i miei desideri, le mie palline rosse, il mio vischio.. il mio cenone..
Ma il festeggiato? Colui che viene ad abitare in mezzo a noi?
Cosa avremo da augurare tra un mese? Potremo sentirci cristiani lo stesso?
Solo perchè avremo fatto copia incolla di decine di sms anonimi con auguri generici e polivalenti?
Buoni sentimenti pace gioia e serenità o qualcosa di più “nostro”?
Sapremo riconoscere il nostro tempo come una opportunità o come una anestesia?
Darò più tempo ai regali o al Festeggiato per cui fare poi i regali?
Non è certo la solita crociata contro il Natale commerciale: battaglia persa, per carità ma l’invito appello a tenere duro ed essere protagonisti della nostra vita e della nostra fede, con una bella coscienza critica e una gioia effettiva e solidale.
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