I a Avvento – Anno A

“Una buona coscienza è un Natale perpetuo.”
(Benjamin Franklin)

 
25112013

In ascolto del Vangelo di S. Matteo 24, 37-44
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.»

Vegliate! Cioè state svegli. Non addormentatevi, non date per scontato, non sedetevi sereni e pacifici che tanto quel che dovevo fare l’ho fatto il resto toccherà a qualcun’altro. Come sto vivendo la vita cristiana? Come una serie di appuntamenti e opportunità di riconoscerLo accanto a me o come una serie di cose da fare?
Ecco il tempo di Avvento.. un brivido veloce e dolciastro verso il Natale.
Come vorrei arrivare a Natale quest’anno? stanco stressato e stordito? O accogliente e misurato? Da cristiano o da quello che avrà fatto di tutto tranne fare un po’ di silenzio, una bella celebrazione della riconciliazione, un po’ di preghiera davanti ad un presepio..
A prescindere dal fatto che si continui a respirare una pervasiva rapina colossale sul senso e significato religioso del Natale.. nell’assurdo far di tutto per annacquarne il sapore cristiano e renderlo un evento mediatico politically correct fatto di renne, regali, folletti, neve finta, panettoni e sorrisi, generici auguri e promozioni telefoniche per augurare chissà cosa a chissà chi..
A volte ho la sensazione che tutti si sentano in diritto di prendere il Natale, cacciare il festeggiato (la nascita di Gesù, figlio di Dio, venuto in mezzo a noi) e quasi con fastidio, scacciati i riferimenti religiosi facendo finta di niente ce ne impossessiamo per augurare quel che ci va ( spesso parole vuote) e festeggiare perchè è un nostro diritto.. lo prendo, lo svuoto e ci metto le mie renne, i miei desideri, le mie palline rosse, il mio vischio.. il mio cenone..
Ma il festeggiato? Colui che viene ad abitare in mezzo a noi?
Cosa avremo da augurare tra un mese? Potremo sentirci cristiani lo stesso?
Solo perchè avremo fatto copia incolla di decine di sms anonimi con auguri generici e polivalenti?
Buoni sentimenti pace gioia e serenità o qualcosa di più “nostro”?
Sapremo riconoscere il nostro tempo come una opportunità o come una anestesia?
Darò più tempo ai regali o al Festeggiato per cui fare poi i regali?
Non è certo la solita crociata contro il Natale commerciale: battaglia persa, per carità ma l’invito appello a tenere duro ed essere protagonisti della nostra vita e della nostra fede, con una bella coscienza critica e una gioia effettiva e solidale.

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Prete? No grazie, però.. – Domenica di Cristo Re T.O. – Anno C

Manca il prete di qua, non c’è più il parroco di là, hanno chiuso una parrocchia, non c’è nessuno per preparare la preghiera, come si fa coi campiscuola, chi prepara la catechesi, quel prete é vecchio per star dietro ai giovani, chi va dietro al catechismo, nessuno che va a trovare gli ammalati o gli anziani.. han tagliato le messe… cioè non si fa più la messa proprio a quell’orario che andava meglio a me.
Ecco un testo scritto qualche secolo fa e attualizzato un po’.. per sorridere e..
Chi é il prete?
Per gli assidui alla Messa è l’uomo di Dio,
per i lontani è il funzionario della religione.
Per alcuni è un solitario egoista,
per altri è l’uomo di tutti e altruista.
Alcuni lo benedicono, altri lo maledicono.
Se parla con i ricchi è un capitalista;
Se stà con i poveri è un comunista.
Se ha un volto gioviale è un gaudente,
Se è pensoso é un eterno insoddisfatto.
Se è bello:” Perchè non si è sposato? “.
Se è brutto:” Nessuno l’ha voluto! “.
Se va all’osteria è un beone,
Se stà in casa è un fannullone.
Se veste in borghese (senza crocetta) è un uomo di mondo,
Se veste la tonaca (o la camicia col colletto) è un conservatore.
Se è grasso non si lascia mancare niente,
Se è magro è un avaro sicuramente.
Se predica più di dieci minuti: Non finisce più.
Se è breve: Non sa proprio dire niente.
Se ha i capelli lunghi è un contestatore,
Se ha i capelli corti è un sorpassato.
Se battezza e sposa tutti: strapazza i Sacramenti,
Se è piuttosto esigente allontana la gente.
Se stà in Chiesa: non si interessa mai di nessuno,
Se fa visita ai parrocchiani: non è mai in casa.
Se non organizza feste, non si fa mai nulla.
Se fa dei lavori in Parrocchia: butta via i soldi.
Se parla di contemplazione di Dio: è un astratto;
Se parla di problemi pratici è un materialista.
Se ha il Consiglio Pastorale: si lascia menare per il naso.
Se non ce l’ha è un prete autoritario e clericale.
Se cita il Concilio è un prete troppo moderno;
Se parla di Catechismo è un prete “tridentino”.
Se è giovane non ha esperienza;
Se è anziano farebbe bene ad andare in pensione.
Se saluta tutti:
Chi è ? Che vuole ? Che cerca ?
Se non saluta:
S’è fatto anche prete !!!
Se confessa in poco tempo :
Se non ha pazienza perchè va a confessare ?
Se aiuta il penitente:
Quanto è lungo !
E se è una donna:
Quanto tempo se la tiene !
Se la sua Messa è corta:
Ma dove deve andare ?
Se la sua Messa è lunga:
Non finisce più !
Ma poi se il “nostro” prete muore.. chi lo sostituirà ???..Celebriamo oggi, nella nostra diocesi, la giornata del seminario: il luogo in cui tutti i preti, primo chi vi parla, hanno vissuto e si sono formati. Vi sono entrati lasciando le loro normalissime vite (famiglia, studio, lavoro, sport, amici, morose, passioni..) e ne sono usciti sacerdoti. Da li hanno raggiunto le nostre parrocchie. E con voi sono in cammino.
Celebrare almeno oggi questa giornata senz’altro ci fa ricordare la figura del sacerdote. Ma ci può far riflettere anche su Dio e sulla vita cristiana.
Dopo qualche mese dal mio ingresso in seminario mia madre incontrò la mamma di un mio amico tragicamente morto in un incidente. Dopo i convenevoli le disse di aver sentito della mia scelta.. e che tutto sommato piuttosto che avessi fatto la fine di suo figlio.. era meglio il seminario.
Come parliamo di queste cose? Preti e suore fan comodo a tutti ma guai poi a parlarne ad un giovane, ad una coppia di genitori, a dei ragazzi.. per carità.. no, no via.. eppure non ci diciamo cristiani? non ci riconosciamo figli di quel padre che chiama qualcuno a seguirlo in modo particolare?
Mi fa pensare: tanti vogliono il prete, la chiesa e i sacramenti.. ma sempre coi figli degli altri.. troppo comodo!
Forse non possiamo considerarci così tranquillamente cristiani e discepoli di Gesù se poi non siamo disposti a metterci in discussione, magari come famiglia, nel poter parlare bene della vocazione agli ordini sacri o alla vita religiosa. Come di una vita normale, realizzata, felice.
Abbiamo perso di vista il fatto che anche oggi il Signore continui a chiamare qualcuno; non possiamo averne bisogno ma considerare la scelta della vita consacrata come qualcosa di misterioso, inconcepibile e che.. piuttosto tocchi a mio figlio.. faccio gli scongiuri. Che idea abbiamo allora della vita realizzata da Gesù? E di Dio? Uno che ogni tanto frega qualcuno mandandolo in convento o in seminario?.. qualcosa non va. Oggi un giovane che pensi alla propria vocazione.. è uno sfigato?
Dio quindi sarebbe un po’ “bastardo” a chiamare qualcuno e altri no? Fa differenze? Alcuni li incastra altri li lascia perdere?
Ma il nostro Dio non vorrebbe tutti felici, sereni e al loro posto, realizzati? Ecco l’unica nostra vocazione. Poi le strade son diverse: ma ciascuno è chiamato solo ad essere felice e realizzato. Oggi, celebriamo anche e soprattutto la Solennità di Cristo Re: quel Re di cui vogliamo sempre che venga il regno nel Padre nostro. Che vita faceva? Non é esattamente il sovrano che ci aspetteremmo: potente, deciso, giusto, autoritario, convincente, no!
Il regno che chiediamo quindi.. dovrebbe avere il suo stile. Un prospettiva di mitezza, misericordia, fedeltà, amore ad oltranza..
Non é nemmeno uno temuto e rispettato da tutti, a cui obbedire, che riscuote consensi, applausi, e successi. Sulla croce é in compagnia soltanto di due condannati a morte e lì con lui.. a malapena la madre e un amico.
Il regno che chiediamo é sempre stato fedele alla logica del piccolo gregge, della minoranza, della porta stretta. Guai a dimenticarlo.. illusi da apparenti e provvisori entusiasmi.
La pagina che abbiamo appena ascoltato, da questo punto di vista, é magnifica.
Mentre domenica prossima già inizia l’Avvento, oggi concludendosi l’anno liturgico, salutiamo anche S. Luca e il suo Vangelo: quello specializzato nella misericordia di Dio, dei pastori sporchi e maledetti a cui per primo é affidata la notizia della nascita del Salvatore, quello della parabola del padre misericordioso, del buon samaritano e di Zaccheo.. quello dei discepoli di Emmaus e del Vangelo di oggi: il condannato a morte che “da del tu” a Gesù.
Oggi ci lasciamo provocare da quella frase.. salva te stesso. E’ una frase apparentemente intrisa di buon senso.. ma ci ricorda sottilemente anche le 3 tentazioni di Gesù nel deserto. Sa di.. ”Pensa per te, non importa, salva la tua vita, ci sei prima tu poi gli altri.”
Forse questo é quello che anche a noi verrebbe spontaneo pensare davanti a un giovane che sceglie di entrare in seminario.
Forse é quello che pensiamo davanti al crocefisso: uno scandalo, uno spreco, una cosa assurda. Io mi accontento, prendo quel che mi pare del vangelo, lascio quel che non capisco o mi pare troppo scomodo o esigente. Salvo me stesso. Ma se Gesù non morisse non ci sarebbe paradiso ne vita eterna. Ne chiesa, ne preti, ne altro. Chiediamo al Signore di imparare a pregare per riconoscere nel suo volto i tratti di un Padre che chiama tutti ad essere felici, chi nel matrimonio che nella vita consacrata e anche per tutti i giovani che anche oggi sono in ricerca per la voro vita di quel che un Dio innamorato dell’uomo abbia sognato per la loro esistenza.
Il regno di Dio, é giusto riconoscerlo, comincia anche così..

N. S. Gesù Cristo Re dell’Universo, 24 Novembre 2013 – Anno C

“(..) Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:
io nel vedere quest’uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l’amore”.
(F. De Andrè, “Il testamento di Tito” – La buona novella 1970)
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In ascolto del Vangelo di Luca 23, 35-43
In quel tempo, dopo che ebbero crocifisso Gesù, il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

La fine di un anno liturgico: che significa? Proviamo a fare due conti, suvvia.. avrete celebrato.. almeno  una cinquantina di messe?
Qualche funerale?
Un paio di matrimoni?
Uno o due battesimi?
Un Avvento?
Un Natale?
Una Quaresima?
Le ceneri?
Una Pasqua?
Una Pentecoste?
Un Ferragosto (volgarmente detta Assunzione)?
Qualche Santo e Madonna vari?
Cosa manca?
Una visitina in chiesa ogni tanto? Magari visitando una città in vacanza..
Aggiungiamo qualche preghiera, un rosario o due, qualche sommario esame di coscienza assonnato prima di collassare tra le braccia di Morfeo, qualche avemaria mentre si spegne la luce.. molto altro o molto meno.. non importa:
la domanda che ci potremmo fare, guardandoci indietro di un anno potrebbe essere: MA A COSA E’ SERVITO?
Ne avrei potuto fare a meno? Se si, perchè? Se no, perchè?
Cosa della mia vita avrebbe avuto un sapore diverso \ sarebbe MANCATO QUALCOSA? O QUALCUNO?
Audacia, cari miei.. proviamo ad andare al nocciolo..
Ci sarebbe mancato qualcuno? Un compagno di strada che continuamente fa il passo con noi e si offre per rimetterci in carreggiata.. o “in bolla”..?
Il Vangelo di oggi ammetto è uno dei miei preferiti: il ladrone con una faccia tosta mostruosa, chiede solo di essere ricordato.. nemmeno un post it sulla scrivania del Cristo.. mi viene in mente la canzone “SIAMO SOLO NOI” di Vasco Rossi, a culmine della sua gloriosa carriera, in cui cantava.. “siamo solo noi, che tra demonio e santità è lo stesso, basta che ci sia posto, cioè.. sai che cosa ce ne frega a noi”.. importante è non rimanere soli, abbandonati, trovare un posto oltre.
E Gesù gli da tutto e subito. Senza nessuna condizione (se ti penti, se chiedi perdono, se non lo fai più, se prometti di fare il bravo, se ti converti.. ecc.. neppure un “quando sarà ora, quando sarai a posto, quando.. se.. a condizione, intanto questo poi vedremo.. ) tutto e subito.
Esattamente quello che ciascuno di noi vuole per la propria vita. Tutto, subito, sempre.
Non sceglie di salvare sè stesso e scendere dalla croce come sognò Martin Scorsese nell'”Ultima tentazione di Cristo”, ma di restare fedele. Se fosse sceso ci sarebbero stati dei perdenti.. avrebbe potuto dire “Avete visto? Avevo ragione”
ma non fu così..
Questa pagina è una icona da gustare.
Abbiamo il coraggio di metterci al posto di quel ladrone per sussurrare a Gesù che..
Pausa musicale con una nota di nostalgico ” ‘amarcord”..
SIAMOSOLONOI

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