Omelia Domenica XXIXa t.o. B ’21

“L’educazione sentimentale” nel film «I mostri», D. Risi, 1963…Ugo Tognazzi!

XXIXa to- B

Tognazzi educa il figlio a…. e ne paga le conseguenze….

Una multinazionale che se ne freghi dei propri dipendenti trattati come numeri, delocalizzi, chiuda, non pensi che al profitto, un social network o altri sistemi legati ad internet in cui si sia consapevoli di imbrogliare il cliente, però… il business dei gratta e vinci in cui è quasi impossibile vincere ma…sale slot e bingo aperte 24 ore, pazienza per quelli che ci lasciano pensione e si indebitano una vita.. gli alcolici ai minorenni, tanto… il fare il furbo nel condominio, la gestione di spazi, orari, rumori, le liti oppure certi politici che comprano voti, la corruzione, il favore, la raccomandazione, il lavarsene le mani; un’azienda che modifichi i sistemi di sicurezza per essere più efficienti e guadagnare a dispetto della vita o della salute degli operai, oppure gli operai che fanno la cresta sugli straordinari o rubino nelle proprie fabbriche o uffici..mi faccio le fotocopie in ufficio (tanto son per il catechismo) , mi porto a casa un po’ di farmaci dall’ospedale, (tanto è per il camposcuola della parrocchia)…Una ditta che scarichi la spazzatura o le scorie, bruciandole, buttandole in mare, sotterrandole…Quelli che la differenziata non la fanno, o lasciano di notte i rifiuti in giro dove non ti vede nessuno..Un’ informazione falsa, tendenziosa e strumentalizzata solo per solleticare la pancia, aizzare contro, fare il proprio gioco, i leoni da tastiera, perché tanto nessuno mi conosce…Il biglietto dell’autobus, scavalca il tornello alla metro, vengo in parrocchia ma mi faccio gli affari miei, la nostra confraternita, il mio gruppo, le nostre cose sacre, posteggio in doppia fila, o nel posto disabili, il saltare la coda, dare qualche innocente, per noi, fregatura…ma si cosa vuoi che sia, che male c’è, mica son questi gli scandali o i furti, i politici mangiano milioni!!! lo fanno tutti, che c’entra, lo so ma…ecc…Vogliamo applicare questo nelle relazioni tra uomo e donna? nella vita di coppia e nelle famiglie? nell’incapacità di ascolto, nell’indifferenza, nel possesso. Dai peggiori crimini alle più innocenti fregature, alla fine la mentalità è quella. Prima io. IO IO IO…Gli altri vengono dopo. Divido il mondo in io e il resto. E mi giustifico.  Troppo drammatico? troppo duro? pensiamoci… (cfr. “Squid game” Netflix). Il culto dei primi posti, alla fine, in proporzioni diverse, certo…ma è tutto qua… Gesù altrove raccomanda che chi è fedele nel poco sarà fedele nel molto!

Maestro! ruffiani…vogliamo stare sul carro dei vincitori, la nostra poltrona, i nostri comodi, i privilegi. non sia così…e sono 2 + 10 cioè tutti i discepoli. I 10 son stati solo più pavidi nel mormorare ciò che Gc e Gv hanno avuto il coraggio di dire a voce alta! Loro, scelti di  persona da Cristo, vivevano con lui eppure conservavano ben volentieri nel cuore questa mentalità. che abbiamo tutti…sono io il più furbo, il più scaltro, pensa per te e poi gli altri si arrangino, io intanto mi faccio i miei comodi.. poi… che bello Com’è libero il vangelo che non si vergogna di raccontare questi incidenti di percorso…SENZA CENSURE. SIAMO QUESTO! non ci dobbiamo scandalizzare, discepoli di Gesù. Questo non impedisce loro di seguirlo…ma Gesù stesso li mette in guardia. Non sia così, altrimenti è finita…e infatti..proviamo a mettere questa logica, in trasparenza, dietro a tanti disastri o meno nel mondo, nelle città, nei condomini, nelle case, nelle nostre famiglie e naturalmente nelle nostre coscienze!  siamo piuttosto invitati a servire. non può non provocarci l’invito a servire, a lavare i piedi, a “fate questo in memoria di me”…fatevi pane. Io, dice Gesù, ho dato la mia vita per voi, mi faccio pane, forza nutrimento, perché giorno per giorno vi disintossichiate da questa mentalità e vi accorgiate che siamo persone solo quando siamo in relazione e ci accorgiamo degli altri, viviamo nella disponibilità ad amarci per amare…quando ci facciamo pane. Quando pensiamo al noi e al bene comune, quando scegliamo la corresponsabilità e non l’indifferenza o la furbizia. Non conosco nessuno che non si sia sentito felice, donando un po’ della propria vita per gli altri. E allora pensiamo al volontariato, a chi si sacrifica per il bene comune, a quando inneggiavamo durante il lock down medici ed infermieri e tanti altri come eroi perché.. non pensavano solo a loro stessi… quel fascino e quell’ammirazione dice tanto di noi! Pensiamo a chi invece di conquistarsi i propri primi posti, cerca di fare spazio agli altri, perché tutti siano più felici, per una cultura del dovere e non sempre solo del diritto o del capriccio…Pensare globalmente e agire localmente…dice un motto importante…chi vuol salvare la propria vita la perde, chi la perde la ritrova..vangelo domenica scorsa, ricordate? Il regno di Dio inizia così…se impari a metterti un po’ da parte e fai spazio, scendi dalla poltrona e ti sporchi le mani…sollevi lo sguardo dal tuo ombelico, se rinunci a cercare come il fariseo i primi posti, e come il pubblicano, ti rendi conto che sei chiamato ad amare con umiltà, concreta, sapendo anche ridere di te e dei tuoi presunti rassicuranti diritti ad essere riconosciuto o essere il piccolo tiranno che vuole tutti al proprio servizio, sono io il più furbo…mi posso permettere tutto …gli altri si arrangino. Tognazzi! ma così non solo non servirai al vangelo e alla tua vita…ma la tua stessa vita … non servirà a nulla… e questo è il male e lo spreco peggiore…non ti sentirai più furbo, alla lunga,      ma inutile e solo.  Chiediamo al Signore Gesù di insegnarci uno sguardo nuovo…su noi stessi e sugli altri…lui ci invita a viverli da fratelli e sorelle..pur riconoscendo in noi questa mentalità e questo bisogno. Dire il Padre nostro col cuore e la vita, comincia solo da qui.

Domenica XVIIIa t.o. B-’21

Dal Vangelo secondo Marco 10,17-30

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

Un buffet di leccornie, anche questa domenica: vita eterna. Bellissimo. Mi chiedo però… come mai abbiamo trasformato (senza accorgercene?) la fame di vita eterna in “Eterno riposo…” (dona -almeno a- loro)? La fame resta ma la diluiamo in tante cose di poco conto. E per fortuna, resta. Eterna perché in comunione contemporanea con Dio attraverso la risurrezione. Siamo nel 2021 d.C. ..ma DURANTE non dopo di Lui. Eterna con Lui ora (“già ora, in QUESTO tempo, cento volte tanto”) e compiuta poi definitivamente passando dall’altra parte, “ammettili alla luce del tuo volto” sentiamo dire a messa, dal prete, anche a nome nostro. Eredità però mi dice morte: la ricevo se muore qualcuno. Ahi! Mentre dal battesimo ci è già stata donata. Interessa? Non la voglio aspettare né trovare sotto l’albero di Natale ma desidero trovare il modo per andarmela a prendere. Recriminarla come il primo dei diritti ! (Ah sì?) Per questo non serviranno a niente o quasi “tutte queste cose“… il tale di “parrocchia messe campiscuola chiese preti devozioni e attività” ne ha fatte anche troppe, ma ha sempre saltato l’appuntamento con l’essenziale. E il conto, la fame, arriva. A Pietro nostro, infine, stringerei le guanciotte pelose ringraziandolo. Come Marta che sbuffa liberamente contro Gesù che “non si accorge” di quanto è brava, veneta e indaffarata, così Pedro sbuffa a denti stretti, reclamando, a nome di tutti, che qua i conti non tornano…”aaahbbbbellloo…come la mettiamo?” Ci fosse stato un tavolo, secondo me ci avrebbe piazzato un bel pugno rabbioso con le sue manone callose da pescatore. Insomma pensavamo di stare seduti comodi sul carro dei vincitori con te, Messia fighissimo, hippie … con le chiese colme di gente, i giovani che litigano per entrare in oratorio, le statuette dei santi e delle madonne che assorbono soldi con le loro rosticerie di candele, mandrie di preti “gajardi” ovunque come il prezzemolo a far tutto loro per tutti, le suore a cantare come sr. Cristina e sorridere, i sabati pieni di sposi e fiori nelle chiese, mille battesimi e funerali devoti, i crocefissi ovunque, le domeniche senza centro commerciale ecc. ecc. invece ci troviamo pochissimi… sfigati…medievali, diluiti, solo sociali, (“insieme a persecuzioni”) contrari al papa, devuoti, indicati e tacciati di omotransfobia, travolti dalla pedofilia, con un Papa cazzutissimo che grida “vergogna”, accuse di tiepidezza ecc. ecc…. Interessa? toh, quel mattacchione di JC l’aveva già calcolato. A noi non resta che sentirci nella situazione in cui siamo..facendo tesoro di questa illuminata scorpacciata di Parola eterna, davvero eterna, perché dice qualità e verità. Interessa? recriminiamo tutto come un diritto. Il resto ci verrà dato in omaggio.

Domenica XXVIIa t.o. ’21 -B

Attrezzati di consapevolezza….

Dal Vangelo secondo Marco 10, 2-16

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro
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Oggi tocchiamo un ambito delicato, fraintendibile e ..mai come in questo tempo, controverso. O meglio…strumentalizzato. Siamo davanti alla pagina in cui Gesù ricorda il sogno, desiderio originario di Dio per l’uomo e la donna. Il libro della Genesi che JC ricorda, con l’immagine della carne e del lasciare. Quante volte preparando tante coppie alla celebrazione del sacramento del loro matrimonio ho ricordato loro che già 3500 anni fa… avevano capito era importante lasciare il padre e la madre d’origine. Che non vuol dire buttarli nell’umido. Ma riconoscere che col matrimonio si è costituita una nuova famiglia, per scelta…e questo, per la propria salute, equilibrio e libertà, comporta il lasciar andare… metterli in secondo piano, medaglia d’argento sul podio. Ma dopo. Prima c’è il noi tutto da costruire. Da notare, dettaglio, è comunque fatto “di carne”, cioè concreto (cose semplici su cui accordarsi, sintonizzarsi, sopportarsi, decidersi, misurarsi….) ma anche fragile, volubile, delicato, ambiguo, orgoglioso… La carne poi dice anche abbondanza: labbra carnose, essere in carne… ecco allora il senso di una pienezza da assaporare, da gustare, in cui riconoscersi. Pienezza significa la promessa che Dio ha impastato nei nostri cuori creandoci. Siamo fatti per una vita piena, bella, vera, liberata e liberante, non magra e a basso consumo, di piccolo cabotaggio. La pienezza totale l’avremo in cielo, dopo la morte, con l’incontro definitivo con la luce del Suo volto che ci farà sentire a casa e in pace… ma nel frattempo è qui, nella nostra carne che siamo chiamati a vivere e donare esperienze ed eventi, gesti e dettagli che ci facciano sentire bene, fortunati, amati, scelti e preziosi. A casa… il resto è facile, basta immaginarlo.