
Dal Vangelo secondo Matteo 5, 1-12
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Forse è proprio quando non avresti voglia di leggere “beati”…che ne hai bisogno. Quando la storia non ti sorride più, quello in cui credevi e speravi, quello che ti è crollato addosso improvviso e devastante (un lutto, la malattia, un fallimento aziendale, la disoccupazione, un muro di silenzio o violenza, l’impotenza nel constatare che non ce la fai proprio a …con…per… e così questa pagina…non dico sa di beffa ma si sta bene lo stesso. Forse. Perché poi il paradosso è proprio questo: che ci azzeccano le beatitudini con la santità? Quando senti distante la beatitudine evangelica e figurati la santità stessa. Eppure penso alle scarpe da ginnastica e alla felpa blu di Carlo Acutis. La santità per certi versi non esiste. Esistono gesti di santità…possibili a tutti, da aggiornare e scegliere continuamente, stimoli a cui corrispondere, provocazioni al Meglio per noi (che conosce solo Dio-noi intuiamo solo il nostro bene) da accettare. Non sono fanatico di santi e devozioni…ma mi ha strappato un sorriso. Ne conosco la storia da tempi non sospetti e apprezzo santità così quotidiane e moderne. Penso a lui, Frassati, Delbrèl e tanti altri…(anche tra voi lettrici e lettori) chissà cosa pensano da “come” si trovano ora. E noi cosa pensiamo? Cerchiamo di non aver subito fretta di rimuovere la festa per dedicarci al culto dei morti… perché abbiamo accanto entrambe. Ad ogni santa messa lo Spirito ci fa compartecipi di questa comunione. Siamo invitati a credere di essere contemporaneamente presenti gli uni con gli altri, concittadini della Gerusalemme celeste, direbbe Apocalisse, la Rivelazione. Parliamoci… e lasciamo stare i calendari, le statuette e le immaginine… se ci portano a mettere da parte Gesù in cambio di sua madre…o a riempire il carrello spirituale di tante devozioni… Chiediamo di gustare scintille di sanità e gocce di beatitudini quotidiane accanto e dentro di noi. Perché da qualche parte bisogna pur cominciare. E non mangiate troppe castagne…
(1 novembre 1897 – Nasce la Juventus!! Seduti su una panchina di corso re Umberto, a Torino, un gruppo di studenti del liceo D’Azeglio decide di fondare una società sportiva con lo scopo di giocare a calcio. Si da così vita allo Sport Club Juventus. Sempre fedele!!!!)