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La resurrezione di Lazzaro, V. Van Gogh
per strappare un sorriso.. Zio Lazzaro: youtu.be
In Ascolto del Vangelo secondo San Giovanni 11, 1-45
Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato.
Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
Qualche domenica fa nel dialogo con la Samaritana Gesù si è dichiarato ACQUA VIVA…domenica scorsa di fronte al cieco nato, LUCE DEL MONDO… quasi una preparazione all’oggi, con un altro tratto molto lungo del vangelo di Giovanni, quando dice di sé di essere la RISURREZIONE E LA VITA.
Ci troviamo di fronte ad un’altra fonte di speranza e umanità a cui attingere…non certo solo cronaca (per alcune strane incongruenze…)
Lazzaro è stato rianimato: infatti non è qui con noi, poi è morto ancora. La risurrezione è altra cosa.
La morte tocca sempre le nostre vite in modo inatteso, scatenando di tutto in noi.
Personalmente non credo che il problema sia la nostra morte; forse nemmeno ce ne accorgeremo.
La cosa che sento più atroce e disumana è l’impotenza di fronte all’inevitabile morte dei nostri cari: saper di dover partecipare al funerale di un nostro caro e riprende a vivere senza quel genitore, quel figlio, quell’amico… ci devasta dentro.
Il problema non è la nostra morte ma il dover accogliere e attraversare quella delle persone che amiamo. E reinventarci una vita senza di loro, se non con la lancinante nostalgia di essi….
Cosa ha da dire la fede cristiana di fronte a tutto ciò? Gesù non ha impedito la morte di Lazzaro. Sosta misteriosamente altri giorni…quasi ad aspettare che muoia davvero.
Non è sua intenzione impedire la morte biologica, ne interferire col decorso naturale della vita. Non è venuto per rendere eterna questa vita ma per introdurci in quella che non ha fine, il compimento di tutto. La vita terrena è destinata a finire.
IL cristiano non crede in una morte e poi in una risurrezione che avrà luogo alla fine del mondo. Crede che l’uomo redento da Cristo non muore. Questo è quello che Gesù ci ha assicurato. A noi resta solo la sospensione da attendere prima di vivere in modo definitivo nell’al di òà; la vita qui è continuamente soggetta a limiti, dolori, malattie, ignoranza, cattiverie, abbandoni, sofferenze, solitudini, incomprensioni. Questo non è definitivo. Invoca pienezza e compimento. Dobbiamo uscire da questo mondo per vivere in maniere piena e definitiva.
Molto di più non lo sappiamo, nessuno è mai tornato a raccontarci nulla, no? e se appunto….non fossero tornati a posta? da quanto bene si stanno trovando??
“Ciò che per il bruco è la fine del mondo, per il resto del mondo è una farfalla” (Lao – Tze)