
IVa Avvento ’22-A
Io c’è: film italiano simpatico in cui si fonda una religione su misura per evitare di pagare le tasse su un B&B; si prendono un po’ in giro le religioni e i loro metodi e funzioni. Io sono il mio dio, decido di vivere come mi pare a mia misura…mi contemplo allo specchio…bello ma poi sarà un macello… manca un appoggio, una relazione… anche se pur ridendo non dice cose lontane da noi che diremo che Dio si è fatto come noi per farci come Lui, figli adottivi, riempiti di Spirito Santo e concittadini dei santi…
Non si crede da soli, non si è cristiani a modo mio, come piace a me… col mio Gesù e tanto inutile e vuoto intimismo. Non c’è nessun Lexotan spirituale nel vangelo…. pensiamo ad oggi…dopo GvBattista, e Maria, ecco Giuseppe: nessuna parola ma solo azioni. Poche ma determinanti, da falegname proprio.
Unire e costruire, piallare per togliere e far combaciare…
Era giusto…anche se in qualche modo disobbedisce alla legge che gli dava il diritto di ripudiare Maria…quindi si fida del Padre e dello Spirito ben oltre la legge, il buon senso, quel che appare doveroso, naturale, dovuto e necessario.
Non temere … tu lo chiamerai cioè lo riconoscerai parte della tua storia di vita e di fede. bellissimo. E se avesse detto no?
Dio si mette nelle nostre mani, non fa nulla da solo. Gesù non nasce imparato, non arriva adulto e vaccinato, già pronto con le maniche della veste tirate su e l’agenda da riempire di cose da fare. Ma fa tutta la gavetta possibile, si immerge, si “immosta” nell’umano concreto.
Giuseppe rende come ufficiale, riconosciuto pubblicamente, fa sì che Gesù non nasca “bastardo”. E non solo. Ha bisogno dell’esperienza di una famiglia.
Vi vedo in trasparenza quello che poi farà anche Gesù iniziando la vita pubblica; chiamando i discepoli sceglie di non arrangiarsi, di non far da solo, meglio e più velocemente ma piano e assieme. Vi vedo la chiesa, duemila anni di tradizione e presenza in 5 continenti, biblioteche, teologi, biblisti, santi e peccatori, vertici e voragini…. chiesa madre e matrigna, casta et meretrix (come scriveva proprio il ns S. Ambrogio
Giuseppe rende ufficiale che non si crede da soli ma dentro una storia, umana, segnata da luci e ombre, una rete di relazioni. Pensiamo al cap. 1 di Matteo, la genealogia.
Un chiesa e una tradizione che custodiscono accompagnano garantiscono…ortodossia, fedeltà, comunione, oggettività, sinodalità…. non il meglio né la perfezione ma il bene possibile e disponibile, come in qualsiasi parrocchia e comunità. In essa troviamo quel che ci serve per camminare nella fede stessa: sacramenti, la Scrittura, la carità possibile, la vita… penso ad una frase di S. Ago in un suo sermone che lo riassume in maniera eccellente, dire da tenere bene a mente:
Dio, che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te!
Gesù nasce ma dentro il si di maria e il consenso di Giuseppe. ecco una famiglia, per quanto sgangherata…
Ci ha creati senza di noi, ma gratis, senza chiederci nulla, per amore. Non può salvarci senza la nostra libertà, umiltà e disponibilità. Pensate ad avere un prete per la riconciliazione, darsi il permetto di avere un accompagnatore o una madre spirituale, l’ascolto della parola di Dio, le messe, le parrocchie.. le associazioni..
Dio ha voluto aver bisogno di Maria e Giusepe e ci salva non nonostante noi stessi, (non si tappa il naso) ma con noi stessi, così come siamo, mettendoci in cammino con Lui.
Ci salva con noi significa che ci chiede anche quanto davvero ci interessi riconoscerlo come salvatore, ma non parole, come solo nella messa ma con le scelte di vita. vivere da salvati per riconoscerci figli . fratelli e sorelle. chiediamo il dono di questa grande consapevolezza per vivere questo Natale che viene con libertà e direi anche responsabilità!
“Io penso, Giuseppe, che hai avuto più coraggio tu a condividere il progetto di Maria, di quanto ne abbia avuto lei a condividere il progetto del Signore! Lei ha puntato tutto sull’Onnipotenza del Creatore, tu hai scommesso tutto sulla fragilità di una creatura. Lei ha avuto più fede, ma tu hai avuto più speranza. La carità, poi, ha fatto il resto. In te e in lei.” (Don Tonino Bello)