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In ascolto del vangelo secondo San Marco 9, 2-10
Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
“Fu trasfigurato”.. significa, verbo al passivo, che ha ricevuto questo “dono”.
Questa pagina viene chiamata “Trasfigurazione”, dal gesto di Gesù. Lo so, ci sono icone bellissime e dipinti figurativi molto efficaci…ma questo libro voleva solo strappare un sorriso e farci pensare…. Ma di che stiamo parlando, alla fine? Non so voi ma mi sembra un momento più da contemplare che da comprendere.
E’ Dio ad averlo voluto e procurato. E’ un gesto non utile.
Mi dicono ci sia un bel libro sull’utilità delle cose inutili, no G.? Siamo su questo piano.
Comunque.. non è solo una questione di vesti candide.. ma il volto trasfigurato.. cioè quasi trasformato dalla bellezza.
Non abbiamo presente tutti almeno una volta, di aver notato un sorriso splendente e che ci faceva pensare a quella persona come particolarmente felice e in pace? Siamo su questo piano.
Allora mettiamoci tutti alla scuola di Pietro: che, al di là del voler fermare (trattenere?) lì la bellezza volendo fare le tre tende (oggi avrebbe proposto un selfie, forse..) esprime una cosa molto importante.. in quel suo “E’ bello per noi”..
Ma noi, carissimi, quante volte lo abbiamo detto? Ci è mai sgorgato spontaneo e dirompente dal cuore?
Perchè non ce lo chiediamo, ravanando dolcemente decisi nel nostro passato di fede cristiana? (Messe, sacramenti, catechesi, esperienze formative, matrimoni, funerali, panorami, volti, discorsi..)
Allora.. Nella tua vita.. quando ti è scappato, (pregando, meditando, vivendo) .. un..
“Che bello essere cristiano” (essere amato, prezioso, unico, fortunato..)
Nasca nei nostri cuori questa memoria buona anzi bella e trasformiamola in gratitudine..
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Grazie, don mt