Questa settimana ho fatto una sorta di esperimento sociale. Mi sono impegnato ogni giorno a fare una cosa: un complimento, motivato con calma, ad una persona.
Alla commessa del supermercato ha fatto piacere le dessi del lei, ringraziandola per un’attenzione avuta, ad un papà a scuola, lodandolo per il suo stile nel gestire una cosa delicata, la catechista, così autentica durante la riunione, quel signore riservato in coda davanti a me in banca, il meccanico, attento e premuroso in officina…
Ho deciso di guardare alle persone con attenzione ed un sorriso accogliente, cercando di manifestare stima, empatia e gratitudine…Ma innanzitutto ho cercato di guardare alla realtà come faceva Gesù, non dando nulla per scontato e sapendo meravigliarsi dei dettagli, con gratitudine.
Ho colto, certo, stupore e imbarazzo; ma ho visto anche nei loro occhi nascere la soddisfazione e un sano orgoglio. Ho percepito la sensazione che ne fossero felici.
Ma ho sentito in me…che questo mio impegno mi lasciava migliore. Avevo allenato uno sguardo diverso su di me e sugli altri. Pensando di continuo a quando nel vangelo di Matteo 7, Gesù raccomanda di fare agli altri quello che piacerebbe fosse fatto a te. Chi di noi è indifferente ad un complimento o ad una gentilezza inattesa nei propri confronti? Sono stupidaggini? certo…
Ma lunedì avevo letto il vangelo di oggi, per iniziare a preparare l’omelia e quella logica del seminare e del granello di senape, ho sentito di volerla mettere in pratica. Ne è valsa la pena. Gesù aveva ragione. Non dobbiamo avere paura di seminare a caso gesti di bene fraterno e attenzioni preziose, gentilezze premurose e scintille di bellezza…solo per il gusto di farlo. Il regno di Dio, di cui parla Gesù, inizia così. Con uno sguardo diverso, grato. Mettendo da parte calcoli e paure, giustificazioni e scrupoli: cosa penserà? che ci stia provando? mi prenderà per sciocco? Si tratta di allenarsi ad un approccio positivo e reale alla vita, uscendo un po’ da sé. Scoprire che non solo così si vive meglio, ma facendo del bene all’altro, lo si fa anche a sé stessi. E’ donando che si riceve, diceva S. Francesco. Questa è la buona notizia del vangelo. Anche perché, a pensarci bene, lodando le persone io ho cercato di riconoscere la qualità della vita ed il fatto che questi piccoli gesti lascino il mondo migliore: più sano, solidale, bello, fraterno, carico di fiducia e speranza.
Lodando le persone io celebravo la vita crescere nell’amore. Questo non è quel regno di cui ci parla Gesù? Cercate innanzitutto il regno di Dio e la sua giustizia, Mt6
Dio ama chi dona con gioia, insegnava S. Paolo ai Corinti. Ribadisco..sembrano e sono poca cosa, forse nemmeno vediamo il risultato ma l’atto che compi, lo fai a credito, affidandolo alla persona che lo riceve. Non sai se e come crescerà. Esattamente come nel vangelo: semina..al resto ci pensa lo Spirito che fa germogliare e crescere…a noi solo di continuare a vivere, dormi o vegli dice Gesù, quel seme cresce, nemmeno sai come e dove. Eppure cresce. Fate questo in memoria di me, farsi cibo…
Cresce e porta frutto, con la determinazione e la pazienza di chi sa che non serve cercare riscontri ma sei solo consapevole della bontà di quel che hai seminato e perché l’hai fatto. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date, (cfr. Mt)
Vale l’amore che riconosci e celebri, prima di tutto il resto. Gesti piccoli e tremendamente ordinari come quel granello di senape..che, ricorda il vangelo è piccolissimo ma dai e dai..crescendo, da ombra, riparo e ristoro a tante persone? Così i nostri gesti. Fan crescere dal basso una civiltà di amore e giustizia.
Non è questo il regno che vogliamo venga, nel PN? Per me si.. Io poi, ci avevo preso gusto e venerdì il complimento, l’ho fatto perfino due volte! Provateci…, da gioia, fatevi del bene, seminate il regno di Dio, innanzitutto nei vostri sguardi e nei vostri cuori.
Buona semina e buona settimana.