
“Un operaio conosce 100 parole, il padrone 1000. Per questo lui è il padrone” (don Lorenzo Milani)
Penso che la scuola di Barbiana, nella figura di don Milani, ieri/oggi il centenario dalla nascita, abbia ben incarnato una precisa manifestazione dello Spirito. Lo ha confermato anche il presidente Mattarella presente proprio lì, ieri: quanto il dovere di dare, in particolare agli ultimi, la capacità di potersi esprimere, diventando liberi, consapevoli e responsabili come cittadini sia una pagina incarnata del vangelo. La capacità di esercitare così una coscienza critica ed una premurosa attenzione al bene comune.
Pentecoste è questo: la pedagogia adulta di Dio con ciascuno di noi. Due domeniche fa…Io prego il Padre e Lui vi darà questo Spirito Paraclito, consolatore, rimanga con voi per sempre, rimane presso di voi, sarà in voi; “la comunione dello SS sia con tutti voi”, così ci siamo sentiti accogliere poco fa. Che significa per me?
Domenica scorsa Gesù, a 40 giorni dalla sua risurrezione, fine dei tempi supplementari, ascende al cielo, termina la sua presenza fisica, per inaugurarne una di tipo sacramentale, grazie al dono dello Spirito Santo, nel tempo e nello spazio. In forza di questo noi viviamo la nostra fede in Lui come presente in mezzo a noi. Presente a far che? Cosa possiamo chiedergli per la nostra vita?
Nel Credo diciamo di credere nello SS, che è Signore, dà la vita (!?). C’è allora una vita in più e diversa da chiedere e accogliere, per noi cristiani, inaugurata col battesimo, confermata con la cresima.
La liturgia la definisce eterna, nuova, immortale insomma qualcosa che abita la nostra vita biologica da dentro e ci rende capaci di altro. Ne siamo almeno curiosi? Come fosse un lievito….
Ma che fa questo Spirito? Atti, 1a lettura, ci dice che ne siamo stati colmati, dal battesimo, immersi, inzuppati…bellissime queste immagini così plastiche… questo ci rende (Milani) capaci di esprimerci, di comunicare, di presentarci gli uni gli altri e vivere in relazione, diversa ma complementare, come quelle lingue diverse ma che parlano in armonia, non come nella torre di Babele, dove la diversità sfociando in individualismo, divideva. Nel Vangelo Gesù ricorda ai discepoli di non prepararsi grandi discorsi o difese in alcune situazioni…lo Spirito Santo parlerà in voi, dice, vi darà le parole giuste, aggiunge…
Esprimerci nella verità e responsabilità di noi di fronte a Dio, a noi stessi, agli altri. Vediamo come:
1) Nei confronti di Dio Nella 2a lettura, Corinti, Paolo dice che solo grazie allo Spirito Santo, possiamo riconoscere Gesù come signore. Molto interessante: non ci si definisce cristiani da noi stessi con i nostri criteri, sensibilità o gusti ma come risposta; solo grazie al dono dello Spirito, in comunione con esso e la chiesa, posso vivere cristianamente la mia vita. Santi, madonne o tradizioni, vengono dopo il signore della nostra vita. Pensate che bello, se prima di pregare, parlare, ascoltare, fare una riunione, un dialogo che ci preoccupa, invocassimo lo SS chiedendogli di fare verità, avere carità e libertà nell’esprimerci.
2) Per la mia vita interiore: il modo in cui sto con me stesso, il mio passato, ferite, limiti, paure e resistenze…ce lo spiega la Sequenza, bellissima: come spesso la scrittura, non parla esplicitamente della natura dello Spirito ma lo descrive all’opera: una serie di verbi che diventano azioni possibili in noi, riconoscendone il bisogno per la nostra spicciola esistenza quotidiana: è luce dei cuori, illumina il reale di quel che stiamo vivendo o provando, è ospite dolce dell’anima (colmati!), vive in noi, va fatto emergere da dentro, ci dona sollievo, va accolto; dona riposo, riparo, conforto. Siamo chiamati a lasciare che da dentro, ospite in noi, invada tutte le nostre emozioni, pensieri, immagini.. lava, bagna, sana, piega, scalda, raddrizza quel mondo che portiamo dentro così sacro e delicato. Non è bellissimo?
3) Verso l’esterno, gli altri… ciascun grazie a questo dono ha diversi carismi, ministeri, attività, reso unico “a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune.. (penso a domenica scorsa!)
Queste tre direzioni, grazie al dono dello SS, ci rendono capaci di esprimerci da figli del padre, fratelli e sorelle tra di noi. Non verso un’uguaglianza, dare a tutti le stesse cose ma nell’equità, dare cioè a tutte le persone le stesse possibilità. Ecco la pedagogia di Dio con ciascuno di noi, adulti, liberi e responsabili, capaci di dialogo e ascolto, di coscienza critica per sognare assieme la chiesa possibile oggi, che lo Spirito già ci sta indicando e al quale ci chiede di collaborare.