“Ode alla famiglia normale” – Omelia Santa Famiglia 2015 – C
Accostandosi al sacramento della riconciliazione una signora di mezza età, molto triste e desolata mi confida la sua solitudine amara e il peso di una malattia incipiente: mi spiega che in due anni ha perso prima il marito per la solita malattia e poi anche l’unico figlio giovane in un incidente. Pesa le parole, parla lentamente, si contorce le mani, mi guarda fissa negli occhi che già sento umidi; mi confida di andare tutte le mattine al cimitero e davanti alle tombe dei suoi cari, dice loro: “almeno voi due siete assieme qui vicini, io invece son rimasta qui da sola.” Aggiunge naturalmente che non vede l’ora di raggiungerli e ricongiungersi ad essi. Condivido volentieri questa confidenza che mi ha fatto commuovere perché credo vi sia tutto il senso della famiglia e della nostra fede cristiana.
Oggi con Maria, Giuseppe e Gesù ricordiamo tutte le famiglie; tutta la chiesa è in debito nei confronti della famiglia se siamo costretti a metterla come un tema in una domenica. Ci siamo sfiancati per decenni dietro ai famosi “giovani” (asili, gruppi grestcampiscuola), per sagre, volontariato sociale, messe e devozioni.. ma abbiamo pensato troppo poco o mai alle famiglie.. (per non parlare dell’assenza della politica).
Negli ultimi anni alcuni bei documenti di G. Paolo II e poi i Sinodi di quest’anno un po’ se n’è parlato.. ma è ancora poco.
Il rischio che personalmente avverto è che se ne parli sempre e solo come un’emergenza oppure.. e sperando di non essere frainteso, nei suoi casi limite, nelle deviazioni, nei problemi ad essa legati. Ma dimenticando che la maggior parte delle famiglie è a posto e “normale”. E non dovremmo poi darlo sempre e solo per scontato.
Che è pur vero che mai come oggi in cui viene messo perfino in dubbio l’idea originaria o naturale di famiglia, c’è bisogno di parlarne e difenderla.. ma oggi il mio pensiero e preghiera particolari vanno a tutte le famiglie normali, che non fanno notizia, che tengono botta, stringono i denti, si vogliono bene, litigano e fanno pace, che lavano i panni sporchi in famiglia e fan fatica ad arrivare a fine mese, che han figli adolescenti o bambini da custodire, con desideri svaniti, gioie immense, soddisfazioni e cadute.
La famiglia poi è l’immagine della chiesa: persone che non si sono scelte, ma chiamate alla comunione e al bene. L’amore vero sorpassa l’amicizia.. che è sempre una scelta. Un genitore mica te lo scegli. La famiglia è per sempre. Come la fede e la vita eterna.. e quella signora al cimitero me lo ha ricordato bene.
La chiesa oggi ci offre attraverso la liturgia ed il vangelo l’immagine della famiglia di Nazareth. Un po’ sgangherata, lo sappiamo, tra l’età di Maria (per noi oggi) e le decisioni di Giuseppe, il censimento all’estero e il disagio della mangiatoia: racconta Luca che ci mettono 3 giorni ad accorgersi che Gesù non è con loro. Da denuncia..
Ma battute a parte ci viene offerto un dialogo interessante: “perchè mi cercavate.. non sapevate che devo occuparmi?. No, non lo sanno. Saranno anche Maria la Madonna e S. Giuseppe.. ma non lo sanno. E nemmeno, dice.. ”compresero ciò che aveva detto loro”. Non capiscono le parole di Gesù. Loro figlio, ma..
Gesù insomma cresce dentro una famiglia santa e imperfetta, limitata. Sono santi i tre di Nazaret, sono colmi di Spirito, eppure non capiscono i propri familiari. E noi ci meravigliamo di non capirci nelle nostre case? E qui leggo un conforto per tutte le famiglie, tutte diversamente imperfette, meravigliosamente limitate, ma tutte capaci di far crescere.
Sembra quasi ironico poi Luca nel dire che Gesù scese dunque a Nazareth e e stava loro sottomesso.. quasi rassegnato e arreso.
Maria, prosegue, custodiva tutte queste cose nel cuore. Immagine e sottolineatura splendida. Maria è sempre la madre che osserva, custodisce, lascia macerare e fermentare tutto in lei, nel suo cuore, i suoi tempi, diversi da quelli attesi o previsti, come tutte le mamme che portano pazienza, scelgono il silenzio pur accorgendosi, sono sagge ed esperte di quella umanità che hanno fatto vivere nel loro corpo e tengono le trame di una famiglia.
Perché poi proprio qui dentro, conclude Luca, Gesù “cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.”
Quasi a rincuorarci che non c’è famiglia, per quanto sgangherata in cui non si possa far nascere e crescere Gesù, la sua presenza, la fede in Lui, dando alla famiglia uno stile cristiano fatto di cose semplici come la preghiera, la messa, abitudini belle di solidarietà, dialogo, perdono e confronto. Pensiamo al battesimo, genitori e padrini, comunità.
Non è poi in grande quel che è chiamata a fare una parrocchia? Custodire e far crescere Gesù. Il resto lo può fare anche la Pro Loco. Lo si fa volentieri.. ma.. magari in proporzione.
Da anni veniamo a messa, ma ci siamo mai fermati ad ascoltare davvero questa frase dell’offertorio?
Pregate fratelli e sorelle, perché questa nostra famiglia radunata nel nome di Cristo.. possa offrire il sacrificio.. stiamo parlando della chiesa, paragonata ad una famiglia, a dei figli di un Padre grande e buono che ci ha riuniti nel nome di suo figlio, nato in mezzo a noi a Natale, per annunciarci questa nuova identità di Dio per noi e questa vocazione alla fraternità nel suo nome. Gli offriamo le nostre vite, ad ogni messa.
Chiediamo allora, oggi, affidandogli tutte le nostre famiglie che ci sostenga ed illumini nel riconoscere Gesù già presente e al lavoro in mezzo a noi: ci sostenga nel crescere in sapienza età e grazia come ha fatto lui. La nostra vita allora sarà eterna e bella per sempre, non perché perfetta ma perché abitata dalla sua presenza.
E questo renderà tutto migliore e santo.