1a Domenica di Avvento – Anno A ’22

Ascoltando magari “Laura”, Vasco Rossi, da “Canzoni per me” (1998)

Dal Vangelo secondo Matteo 24, 37-44

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

Un po’ indigesta, come pagina, no? Che ne dite? Punge da più parti, offrendoci il sospetto di un Dio che ci voglia fregare. E così i diversi “travolse tutti, uno portato, non sapete, non immaginate, ladro, scassinare…” incutono più timore che tenerezza, sconcerto che pace. E già la magia dell’Avvento, del Natale, pensando all’albero da fare il giorno dell’Immacolata… col profumo di panettone e brulè già ci appaiono come disturbati da questa prospettiva. Avverto come la fretta di passare subito oltre. E pare anche così poco convincente quanto si possa leggere e dire, spiegare a riguardo…sembrano solo giustificazioni che nascano più dall’imbarazzo che dalla verità di un messaggio. Verrebbe quasi da tirargli un po’ le orecchie a Gesùbbbello, dicendogli tipo: “Ciò, ma… altri esempi, non ce n’erano? E come facciamo adesso noi pretacci con l’omelia? Come ci giriamo?”. La questione è di accorgersi. E di vegliare, vigilare, restare svegli, tenersi pronti. Più o meno lo sappiamo. Mica è il primo avvento che celebriamo. Eppure abbiamo sempre bisogno di rallentare scalando una marcia e chiederci se vogliamo un caffè: spirituale magari. Nel senso di qualcosa che ci faccia prendere un po’ più consapevolezza di quanto stiamo vivendo, di quanto ci sia bisogno di accorgerci e di attendere. Lasciarci rallentare per invocare un dono che ci dia tale prospettiva di ascolto. Da quale sogno o incubo avrei bisogno di essere svegliato? In cosa mi sto narcotizzando? Cosa mi sta dando anestesia o semplice ebbrezza? O mi basterebbe “Natale con la neve”? Da 1-10 quanto mi interessa attendere..tendere verso, essere raggiunto, aspettare per sentirmi grato di quel che mi verrà offerto? Perché poi, mica è questione di spoilerare…ma sappiamo come la va a finire… Allora potremmo anche chiederci: come vorrei sentirmi, dal punto di vista spirituale-cristiano, alla fine del lungo e denso periodo delle festività Natalizie? Rinnovato, ristorato, illuminato, guidato, ingrassato, riposato, consolato, risorto, sedato, in comunione, in pace… con quale prospettiva di me vorrei ripartire? accorgendomi che…..