Trasfigurazione del Signore – A

(Tempo di lettura previsto: 4 minuti)

“Povera Patria”- Franco Battiato
(1991 Come un cammello in una grondaia)

 

In Ascolto del Vangelo secondo San Matteo 17,1-9

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Pagina densissima, da smontare parola per parola quasi, per analizzarne la ricchezza di riferimenti e allusioni all’Antico Testamento e ad altri passaggi evangelici.
Non facile, certo, ci chiede di salire un po’ in quota.. e fidarci nell’essere avvolti da questa nube luminosa… dove non puoi vedere ne comprendere tutto ma solo per certi versi affidarti.
Delicatissimo Gesù che si china sui discepoli spaventati e li tocca…li aiuta a rialzarsi a non aver paura.
Fermiamoci poi sulle espressioni che il vangelo riferisce direttamente a Dio: forse ci sfugge la portata storico-culturale di tale passaggio..scrivere dei testi tramandati e metterci il discorso diretto di Dio…un po’ impegnativo, presuntuoso o…vero?!
Accade qui e all’inizio del ministero pubblico di Gesù, dopo il battesimo da Lui ricevuto al Giordano, dove Dio direbbe la stessa cosa: compiacimento e invito all’ascolto.
Siamo invitati oggi a metterci sul Tabor e guardare la realtà da lì, dalla parte di Gesù, contro i “profeti di sventura” o quelli del bicchiere mezzo vuoto, nostalgie e chiusure; quelli che scuotono la testa e guardano in basso rassegnati.
Trasfigurazione significa metamorfosi: evolvere, cambiare.. trasfigurare è mettere gli occhiali di Gesù e guardare la realtà dal suo punto di vista…
prima gli ultimi, tutti fratelli e sorelle, la natura è creata per noi, mitezza, bontà, giustizia, perdono, accoglienza, assenza di giudizio, misericordia…
stima verso di sè e gli altri, fiducia nel futuro, presenza ad oltranza, nessun sacrificio, merito o colpa… bellezza, luce, pace….
mettiamoli su ogni tanto sti occhiali…magari scapperà anche a noi l’idea che sia bello stare …non qui ma..così…

 

“Qual’è il nostro tessssoro?” – Omelia Domenica XVIIa TO – A

Nel romanzo Il Signore degli anelli, Gollum, personaggio ambiguo, sospeso tra il bene ed il male, cerca continuamente l’anello prezioso, il suo tesoro. E’ disposto a tutto pur di recuperarlo, aiutare o tradire i suoi compagni. Ma quello è il suo tessssoro.
Oggi per la terza domenica consecutiva, il vangelo ci fa meditare sul regno di Dio. Il seminatore e i terreni, la zizzania nel campo e oggi: quel regno che chiediamo venga nei Padre Nostri…perché deve venire? perché è il nostro tesoro. Cioè una scoperta importante che orienta in maniera diversa la nostra vita.
Fa scegliere e rinunciare, desiderare e smettere, impegnarsi e relativizzare
E per noi? per le nostre parrocchie abbiamo il sospetto che la fede sia risposta adulta ad un tesoro che seduce? le scelte, le priorità, il riferimento del nostro agire cristiano, personale e comunitario, testimoniano questo?
Tesoro è parola rara, immagine da innamorati, da favole.
Oggi, è sinonimo di Dio. Un contadino e un mercante trovano tesori. Uno lo trova per caso, di sorpresa; l’altro invece  è intenditore appassionato e sa bene quello che cerca: Gesù pare ricordarci che è possibile a tutti…incontrare o essere incontrati da Dio. E’ un dono ma anche una ricerca.
Trovato il tesoro, l’uomo pieno di gioia va, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. La gioia è il primo tesoro che il tesoro regala. Dio ci seduce ancora perché parla il linguaggio della gioia, che muove, mette fretta, fa decidere. E’ il segno che stai camminando bene, sulla strada giusta. Noi avanziamo nella vita non a colpi di volontà, ne per ordini o doveri ma per una passione, per scoperta di tesori (dov’è il tuo tesoro, là sarà il tuo cuore, ricorda il vangelo di Mt); ci muoviamo perché attratti da qualcosa e per la gioia che promette, per suggestioni magnetiche, ci si muove per una passione, e la passione sgorga da una bellezza, dall’aver intravisto la bellezza utile del vangelo, fonte di qualità eterna per la vita di ciascuno. Per noi cristiani la bellezza è la vita e lo stile di Cristo, la vita bella e buona del Vangelo. Le cose da fare in parrocchia, per la parrocchia… dovrebbero venire dopo.
Il giovane ricco, pur stanco di essere religioso, se ne va triste…perché non ha coraggio di lasciarsi andare, non vuole fidarsi di Gesù, preferisce accontentarsi e vivere la propria religiosità da schiavo, a testa bassa. Ateo devoto.
Ma il dono va accolto, alla scoperta deve rispondere l’impegno: il contadino e il mercante vendono tutto. Lasciano molto, ma per avere tutto. Non perdono niente, lo investono. Così sono i cristiani, non più buoni degli altri, ma più ricchi: hanno un tesoro di speranza, di luce, di cielo, di cuore, di Dio. Sapranno metterlo al centro della vita? Tesoro e perla sono nomi di Dio.
Con la loro carica di affetto e di gioia, la travolgente energia, con il futuro che aprono, si rivolgono a me, a ciascuno di noi un po’ contadino e un po’ mercante, e mi domandano: ma Gesù per te è un tesoro o soltanto un dovere? È una perla o un obbligo? È tesoro, perché il Vangelo non è mortificazione, ma dilatazione di vita; il cristianesimo non è sacrificio o rinuncia, ma offerta di luce che fa rifiorire instancabilmente la vita di qualità.
Ecco come si vive il regno, ecco come scovare dentro ciascuno di noi… il nostro tesoro.

Domenica XVIIa T.O. – A

(Tempo di lettura previsto: 4 minuti)

In Ascolto del Vangelo secondo San Matteo 13,44-52

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Da quattro domeniche, solo oggi con tre immagini, Gesù sta continuando a parlare del Suo Regno: pare ce la stia mettendo tutta, cercando di continuo immagini, cioè parabole, per dirci quanto sia prezioso cogliere questo Regno di Dio…e come viverlo, riconoscerlo, costruirlo…
Non possiamo continuare a far finta di niente: non possiamo accontentarci delle messe, dei rosari, delle devozioni, delle riunioni, del sentito dire e delle abitudini..
Qui solo il fatto che Gesù bello insista così tanto..quanto la liturgia, dovrebbe almeno un po’ provocarci. Da quattro domeniche non si parla altro…seminatori, terreni, spine, uccelli, strada, lievito, senape, perle, tesori… non se ne va fuori!
Il regno dei cieli: il modo di pensare, riflettere, osservare, considerare, credere..di Dio, che in Gesù si fa attenzione, premura, accoglienza, capacità, atteggiamento, stile.
Lasciarsi provocare dall’incontro concreto con questo volto di Gesù che ci annuncia tale regno.
Gesù è il biglietto da visita di Dio, la Sua ultima parola definitiva rivolta a noi. La vita concreta di Gesù, azioni, scelte, attenzioni, atteggiamenti, creano il regno, concretamente: mostrano come sarebbe il mondo se tutti cercassero di vivere così, o almeno lo desiderassimo. Ecco il tesoro, la perla..aver intuito che così la nostra vita è salva, ha una marcia in più, è di qualità diversa e per questo … tutto il resto non conta, viene dopo, questo regno diventa parametro e riferimento di verifica, discernimento e scelta. Ho capito che voglio vivere come Lui…e il resto sarà..di conseguenza. Per questo lascio tutto il resto (mentalità, abitudini, immagini mentali e spirituali…valori, idoli, pensieri…). Ecco il cristiano. Dopo posso fare tutto il volontariato e le devozioni che voglio…nemmeno me ne accorgerò di quanto bello sono diventato.