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«[I cristiani] dovrebbero cantarmi canti migliori perché io impari a credere al loro redentore: più gioiosi dovrebbero sembrarmi i suoi discepoli!»
(Così parlò Zarathustra, F. Nietzsche)
“Ragazza davanti allo specchio” (P.Picasso 1932)
In ascolto del Santo Vangelo secondo Giovanni 15,1-8
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
“Dio si è dimenticato di me, Dio ha permesso questo, non ha impedito quello..”
Quante idee abbiamo in testa: nascono da dentro di noi, da pensieri attorcigliati, emozioni indigeste, ricordi incancreniti, proiezioni errate e mortifere..
Un Dio da tener buono, soddisfare, compiacere..
Oppure a cui chiudere la porta in faccia con indifferenza indolore..
O da percepire sempre distante, estraneo, misterioso.. a cui poi magari insegnare il mestiere con le nostre attese e idee. Il rischio è di farne un nostro idolo: una parola vuota.. ma composta a nostra immagine e somiglianza. Me lo faccio a mia immagine e somiglianza quando penso che pensi come penso io.. dovrebbe agire come farei io, come io.. noi…riterremmo giusti o doverosi..
Peccato che Genesi dica esattamente l’opposto: siamo noi fatti a Sua immagine.. e chiamati a farci a Sua somiglianza. Quindi più guardo Dio (nel Figlio Gesù) più scopro la persona umana come dovrebbe essere, com’è potenzialmente.. com’è stata munita.. del sistema operativo del battesimo..
Il Vangelo di oggi.. l’invito a rimanere (vuol dire che qualcosa ci provoca ad andarcene..) unito al tralcio.. e poi quella frase, alla fine.. su cui vorrei soffermarmi: “In questo è glorificato il Padre mio. Che portate molto frutto!”.
Adesso alzatevi da dove siete, scrivania, divano, sedile dell’auto, sedia in cucina o tazza del water.
Andate allo specchio e guardatevi in faccia..
Ditevi: Dio non mi chiede altro che portare frutto.. cioè che la mia vita sia utile, bella, saporita.
Questa sarà la pubblicità più bella.. meglio di decine di catechesi e momenti di preghiera “alsignore..” (che è sempre in terza persona nella stanza accanto..)
Lui si gloria di questo: Dio gode se la mia vita è bella. Prima di farmi le masturbazioni mentali e spirituali che dovrei pregare di più e meglio, e fare di più, ed essere più bravo, pio o devoto.. che ho saltato la messa o non ho tempo di fare servizio oppure che faccio già abbastanza perchè sono sempre in oratorio o in parrocchia..
Mi devo chiedere che profumo ha la mia vita.. se di frutta fresca.. o di uova marce.. o di cellophane..