(Tempo di lettura previsto: 5 minuti)
Quella è la strada: youtu.be
In Ascolto del Vangelo secondo San Giovanni 14, 1-12
Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore.
Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me,
perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?
Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?
Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me.
Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.
Siamo nell’ultima cena; sono a tavola. Questo brano fa parte del primo di tre discorsi “di addio”, che Gesù fa. La liturgia ce li fa meditare dopo la Pasqua, ci fa tornare come indietro nel tempo.
Come un testamento che viene aperto e acquista significato solo dopo la morte di chi lo fa redatto.
L’immagine del posto è concreta e delicata. Non è però la poltroncina del cinema. Neppure è da intendersi come..posti in platea o nel loggione a seconda dei meriti o colpe. No.
Dà però un tono diverso alla morte. Non finiremo nel nulla ma per noi da sempre è preparato qualcosa. Andremo oltre. SI continuerà a vivere in maniera definitiva quel che qui abbiamo solo iniziato a gustare.
Le “dimore” poi…termine un po’ desueto, danno comunque l’idea di casa. E qui le cose si fanno interessanti. Mettiamo le mani a coppa, come per accoglierle meglio, pur tra dubbi e fatiche.
Noi non siamo fatti per vivere su questa terra. Ma per il cielo. Solo in paradiso, nell’incontro definitivo con Dio, nella comunione piena con Lui completeremo noi stessi.
La voglia di infinito che caratterizza il cuore umano è solo struggente nostalgia. Siamo chiamati a vivere bene qui, sapendo che è solo l’inizio. Il bello deve ancora cominciare o meglio..completarsi.
Torneremo a casa. Ci aspettano.
L’espressione con cui Filippo quasi sbuffa sa di impazienza…di “non riesco più a seguirti, son discorsi difficili…porta pazienza, non ci interessano…mostraci sto padre e va bene così!”
Il piccolo “cazziatone” che segue in realtà è una magnifica catechesi, un annuncio che invita a vedere in Gesù il volto umano definitivo di Dio.
Su questo dobbiamo riferirci e risciacquare tutte tutte le nostre idee e immagini di Dio e del suo stile nei nostri confronti. Soprattutto di come noi dobbiamo vivere per Lui.
Noi facciamo esperienza di un Dio Padre solo conoscendo e frequentando Gesù, nostro fratello.
“La voglia di infinito che caratterizza il cuore umano è solo struggente nostalgia”…. mi piace moltissimo … mi porta in un’altra dimensione… in particolare questa frase, ma anche tutto quello che hai scritto. Grazie infinite!😊