PENTECOSTE B-’21

“Se vogliamo combattere efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in un mostro né pensare che sia una piovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia.”                    (“Povera Patria”…canterà sempre qualcuno…)                      

(Giovanni Falcone “Cose di Cosa nostra”) – 23 maggio 1992, assieme a Francesca Morvillo e agli agenti Schifani, Dicillo, Montinari)

Dagli Atti degli Apostoli 2,1-11

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». 

La Pentecoste è sempre un po’ la Cenerentola delle nostre solennità liturgiche. Come pure della presenza dello Spirito: o partecipi a qualche gruppo carismatico specifico oppure, diciamocelo, niente. Ci viene meglio la devozione al nostro santo o al patrono. Sappiamo che all’estero, magari in Germania o Austria, viene festeggiata con più vigore…non per le messe, in teoria, ma perché si prendono le ferie e vengono in campeggio a Jesolo! Eh, va bé.. Sappiamo ancora distinguere, nelle nostre vite, il tempo che stiamo vivendo? o siamo a testa bassa figli o schiavi delle agende e della cronaca? Un tempo sempre da riempire di cose da fare per sentirci vivi e in ansia da performance… un tempo che ci bersaglia di cronaca perché negli smartphone sappiamo sempre cosa sta succedendo dappertutto, cosa sta dicendo X, cosa sta mangiando Y, dove si trova Z e che meteo ci sarà per domani. Depressioni e manie dicono spesso un rapporto malato col tempo, col presente o col futuro, per non parlare poi del passato. Sappiamo ancora distinguere uno spazio di tempo sacro?… tutto il tempo è sacro, o meglio spirituale, perché la risurrezione è già avvenuta ed ha cambiato la qualità del tempo in cui siamo. Lo Spirito Santo infatti rende presente la risurrezione e Cristo dentro questo tempo e dentro di noi. Questo ci permetterebbe di esprimerci in maniera differente. Lo Spirito infatti nella pagina che apre gli Atti degli apostoli dice che erano “tutti insieme” e son stati resi capaci di comunicare con tutti, esprimendosi in maniera universale eppure diversa, complementare. Ieri sera con gli adulti che seguo qui abbiamo giocato con gli emoticons… linguaggio di immagini universali che permette a tutti, con qualche delizia armonica della differenza, di dire le stesse cose contemporaneamente eppure in modo personale. Lo Spirito dona la comunione, unica cosa da cui ci riconosceranno, aveva detto Gesùùùbbbello. E parlando descrivono le grandi opere di Dio. Non si deve spiegare nulla, né capire altro. Solo raccontare. Quasi come aneddoti…quel che abbiamo permesso a Dio di fare in noi. E ne hai fatto esperienza o sei un attore devoto o uno che pensa che essere cristiani sia sapere delle cose invece che averne fatto esperienza e portarne i segni. Chiediamo allo Spirito di ricordarci di Lui tutte le volte in cui saremo chiamati a comunicarci e comunicare quanto abbiamo vissuto e perché…

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