Pare davvero di avere tutta l’America davanti da quella collina verde nel centro di Washitngton.
E’ il Campidoglio, sede del congresso degli USA: da li J.F.K., appena nominato presidente, pronunciò nel ’61, uno dei suoi discorsi più memorabili. Le parole conclusive son passate alla storia: “Non chiedetevi cosa il vostro Paese possa fare per voi.. ma cosa voi possiate fare per il vostro Paese.”
Anche se magari non le avete mai sentite, penso che stamattina voi scout le abbiate messe in pratica. Era per certi versi, la provocazione che il nostro sindaco Andrea aveva lanciato.
Si cercava un impegno concreto per alzare il nostro sguardo dall’ombelico e ricordarci del bene comune, educandoci ad una cittadinanza più attiva e consapevole.
Per dirla con don Milani all’“I care” o con don Puglisi al credere che “se ognuno fa qualcosa”..
I 4 gruppi scout della città hanno risposto sul serio: ecologia e raccolta differenziata, ridipingere i muri dello stadio, fare la mappa delle barriere architettoniche da abbattere in città. Modi concreti con cui bambini, ragazzi e giovani hanno detto assieme “ci pensiamo noi”, stimolati a sporcarsi le mani, sentendosi a casa propria nella nostra città.
Credo sia bello ricordarlo oggi per almeno tre motivi:
Per dare a tutti speranza, stimolarci e per scuotere con forza le nostre coscienze cristiane toccate in primis dal vangelo.
E’ l’unica cosa che ci può educare: passare da una mentalità passiva, supina, da spettatore.. al protagonismo di chi sa pensare globalmente e agire localmente.
E’ anche quello a cui ci provoca Gesù nel vangelo. Per due volte annuncia “avete inteso che”.. ma io vi dico. Sta descrivendo la speranza e la responsabilità che il cristiano può e deve far nascere dentro al cuore e nella propria coscienza. Il poter passare da quel che ci circonda, subìto passivamente a quello che io scelgo e desidero. Quello a cui il Signore qui e ora mi chiama per essere strumento di qualcosa di più grande e bello. Come scout si dice “servire”. Allora nasce la speranza. Quando inizio a credere all’alternativa possibile. A partire da quanto io voglia per primo, cambiare me stesso. Perchè tocca anche a me.Avete inteso che.. per certi versi é tanta nostra cultura, le mentalità del “dicono tutti così”, parlando per sentito dire, frasi fatte e luoghi comuni, il più delle volte anche sui giovani..
Vivendo placidamente di deleghe, alibi e giustificazioni. Da spettarori.Ma io vi dico é invece la Parola con cui Gesù ci fa alzare lo sguardo e andare oltre. E’ la presa di coscienza che il cristiano, (quindi lo scout), é chiamato a vivere e ragionare in maniera differente nel mondo. Anche S. Paolo nella 2a lettura ricorda quanto già a quel tempo essere cristiani fosse considerato stolto o insensato.. come oggi chi si impegna, chi voglia essere credibile, chi scelga di impegnarsi. Ma ci offre anche una sicurezza potente e profonda: quando dice: “Ma voi siete di Cristo! Lo spirito abita in noi. In noi c’è la forza dello Spirito Santo dalla cresima che ci permette di avere coscienza critica e cuore appassionato per scegliere chi e come essere.
Lottare per il bene difficile contro il male facile..
Ma voi siete di Cristo: non schiavi o dipendenti, ma liberi e liberati come fratelli e sorelle, in un rapporto adulto con Lui che ci dia amore, forza, gusto e direzione. Anche il nostro scoutismo si fonda, nella sua promessa, sull’aiuto di Dio. E fa della buona azione quotidiana fino alla scelta di servire, i suoi strumenti educativi per eccellenza.
Sono giorni difficili questi.. per l’Italia e per il mondo: la gente é in strada.
Manifesta, protesta, dimostra.. basta guardare il tg3: Verona, Vicenza, Mestre.. i Forconi e poi naturalmente l’Ucraina, il Venezuela e non solo. Saper dire “no”, é fondamentale. Ma domenica scorsa don Ciotti ha ricordato in un suo intervento a cui molti qui hanno partecipato, che bisogna saper passare anche dai “no” al “noi”. Non aspettiamo allora che inizino gli altri, fidandoci di quel “ma io vi dico”. E’ un vangelo bellissimo perchè ci richiama al profilo alto dell’educare cristiano e scout, in una società come la nostra, in cui si sceglie spesso volontariamente di non educare ne sperare. In cui sembra che l’unica preoccupazione sia quella di aprire sale per il gioco d’azzardo o legalizzare le droghe leggere, o dare i numeri al genitore 1 o 2..
Risposte facili.. scorciatoie da paese dei balocchi. Specchietti per le allodole di una certa politica da troppo tempo in balia di lobby economiche e manovre così miseramente ideologiche da essere evidentemente idolatriche. Di quell’idolo per cui tutto si può sacrificare e tutti.. scartare che é il denaro.
“Impedisci che io prenda abitudini che rovinano la vita”..
Ma io vi dico.. siate perfetti, dice Gesù. Qualche settimana fa ci scosse dicendoci “siete” il sale della terra e la luce del mondo! Oggi un “siate”.. cioè un desiderio da avere, un orizzonte verso cui tendere. Essere perfetti, portare al massimo possibile la nostra capacità di amare! Come il Padre, dice, non quanto, attenzione! Non quantità, ma qualità. E un padre é perfetto solo nell’amore per i figli. Quell’amore che si manifesta nell’educare e con lo stile che ha con loro.. le cose si fanno interessanti.. educare come Lui..
In quel “siate” Gesù ci offre anche sostegno e una guida. Parla al plurale. Quel siate trova nella Chiesa la propria origine e il proprio fine. Vi viene in mente nulla?
Pensate a quel passaggio della preghiera eucaristica, poco prima del Padre nostro.. quella frase che cerco sempre di scandire piano perchè fa bene al cuore pronunciarla e sentirla dire: ”ricordati Padre della tua Chiesa, diffusa in tutta la terra.. rendila perfetta nell’amore.” Rendila perfetta nell’amore!
E’ un desiderio allora, un orizzonte ma anche una speranza che si fa preghiera. Chiediamo in tutte le messe al Padre di sostenerci nell’essere una Chiesa perfetta nell’amore. E’ anche la nostra promessa scout! È la formula con cui due sposi diventano marito e moglie! E l’amore si perfeziona educandosi, ci si educa ad amare.. se no lo confondiamo con un’emozione passeggera di cui cadere in balia. Spesso con effetti devastanti.
L’ho detto qualche mese fa: oggi la prima strada percorribile per la speranza di un futuro migliore é educarsi. Noi cristiani e noi scout protestiamo educando.
Penso ad un altro fiore all’occhiello della nostra città: il presidio locale di Libera, l’associazione nazionale che si impegna a favore della legalità e della giustizia, contro la criminalità organizzata e le mafie. Nato nemmeno due anni fa é tenuto in piedi da 8 o 9 giovani tutti sotto i 27 anni. Venerdì proporranno un incontro sulle mafie qui al nord. Sarebbe ora si parlasse di criminalità organizzata e illegalità anche qui a San Donà.. nella veneziana, nel nostro litorale. Possiamo dirlo. Il problema c’è e da un pezzo. Anche questo é un impegno concreto che vede Libera, assieme a tanti giovani, protagonisti nel non accontentarsi supinamente del “avete inteso che é così”.
Insegnami a comportarmi lealmente. .quando nessuno mi vede!
Ma io vi dico.. con Gesù, significa saper dire di no a certi messaggi e si a certe decisioni da prendere. Servire a San Donà era lo slogan di questa nostra iniziativa scout.. forse oltre al bene comune e alla cittadinanza attiva serve anche che ci guidiate cari giovani al far nostra una cultura più onesta, trasparente e legale. Non si ruba ne si é disonesti solo a Roma.. o al sud! Questi sono solo alibi.. è il “avete inteso che..”
Cari cristiani, prendiamo fiducia allora e speranza dall’impegno di questi giovani, sentiamo vigore e forza da questo vangelo che ci invita ad essere perfetti nell’amore amando come un Padre che insegna ai figli a riconoscersi fratelli e sorelle nel suo nome. Ma anche a riconoscere e denunciare il male e perseguire con forza e a testa alta il nostro bene. E questo con e per amore! Allora saremo oltre che credenti.. credibili!
Apriamo gli occhi e cerchiamo anche noi strade per dire con la nostra vita che quel “ma io vi dico” mi riguarda. Un vecchio proverbio indiano diceva che “Il mondo non lo abbiamo ricevuto in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri figli.”
Lasciamolo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato.
Questo sia quello che, con le parole di Kennedy, vogliamo fare e faremo per il nostro Paese e per il regno di Dio.