VIIa T.O. – Anno A

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In ascolto del Vangelo di S. Matteo 5, 38-48
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.

Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

Ma volete anche il commento? Non è abbastanza trasparente? Ma figuratevi..
Rileggetevi il brano che è ben più sapido dei miei balbettii..
E non tacciamo subito il Vangelo di essere difficile: una buona notizia può essere difficile? E’ esigente, come il migliore degli allenatori.
E’ appassionata.. come la migliore delle mamme..
E prima di far risuscitare in noi gli spauracchi del dovere, del volontarismo e del perfezionismo nell’essere sempre all’altezza dell’immagine che abbiamo di noi o che vogliamo confermare ai nostri cari o a chi è al nostro fianco.. chiediamoci che significhi confrontarci con l’annuncio di una buona notizia esigente.. che ci vuole stupire e far scatenare dentro una fame di amore da offrire che ci decentri.. facendoci uscire da noi.. scatenarci dentro il fuoco sacro della vita da donare. Molto più di un già enorme “sentirsi utili”.. servire.. direbbe qualcuno.
A cosa serviamo? A cosa serve la mia vita? A servire..
Servire a servire.
Ecco la felicità.
Esigente? Certo.. ne va di noi..
E alzi la mano chi non si è almeno sentito almeno una volta nella vita un pirla ad essere trattato con sufficienza e disincanto da un prof, da un allenatore, da un educatore, da un genitore.. che non esigevano il meglio da noi, non la perfezione, ma il meglio che noi qui e ora potessimo dare.. e spremerci fuori.
Chiamateli talenti..
Ricordiamo che qui è l’unica volta in cui Gesù ci chiede di essere perfetti.. e di esserlo nell’amore.
Non per moralismo, ma per realizzare la nostra natura, cioè suoi figli e fratelli sorelle tra di noi.
Non c’è uno standard di possibilità, intelligenza, educazione, competenze.
Ad amare insomma.. basta volerlo fare.. siam capaci tutti.

Un pensiero su “VIIa T.O. – Anno A

  1. amore...ma non e' un film !

    c’erano quattro barboni che dormivano sotto i cartoni ….sono arrivati e gli hanno picchiati …con i bastoni .
    padre …perche’ non hai protetto i tuoi figli ?
    datemi tutto l’amore che avete …ne ho proprio bisogno !

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