Domenica XVIIa T.O. – B

(Tempo di lettura previsto: 4 minuti)

210715

In ascolto del Santo Vangelo secondo San Giovanni 6,1-15
Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

 

Andrea: che bello! Di lui si sa poco, ma il passaggio del Vangelo di questa domenica vale il prezzo del biglietto. Era lì presente, sente quel che succede.. le migliaia di persone, la stanchezza, l’ora del giorno, Gesù e la sua domanda fetente, il suo probabile sguardo sornione verso i discepoli, il sorriso audace sotto i baffi.. l’attesa imbarazzata: poi parte il buon Filippo: come biasimarlo? Forse teneva la cassa (prima di Giuda), sapeva quanto avevano o che ne so. Insomma é realista e concreto; dove andiamo a farci male, Gesù bello? Beccato, caduto nella trappola, messo alle corde.. Alzi la mano chi non avrebbe detto almeno altrettanto. Il suo é un modo adulto di affrontare la cosa, direi tecnico: come quelli che da noi appena vedono due fiocchi di neve subito sbuffano dicendo permalosi “lascia che venga in montagna la neve, non qui da noi che disturba…”. Avete presente?

Poi salta fuori Andrea: audace eppure innocente, altrettanto sornione come Gesù e concreto come Filippo.. ma il suo sguardo.. è questo a fare la differenza: come se fosse a metà tra la concretezza indispensabile e la fede in Gesù.. Quasi a dire “le cose starebbero così, ma vuoi proprio dirci che é tutto qua?” Come fosse sornione ed ironico altrettanto Gesù nel provocarlo un po’, quasi volesse fargli capire.. che ha capito o almeno sospetta qualcosa.
Forse la fede inizia così: realismo concreto di quel che stai vivendo.. e la certezza che qualcosa possa, stia o starà per accadere. Una percezione di fiducia e abbandono, la sensazione che non sia tutto qui, che questo tal concreto non sia definitivo, che si possa sperare altro, che ci sia un orizzonte più ampio in cui collocarsi, l’insperata ed inaudita sensazione che.. quel che stai vivendo non sia un bilancio magari negativo o che ti lascia spalle al muro, da solo, impotente, deciso..
Andrea ed il suo sguardo ci insegnino a guardare la nostra realtà con fede. A sentire che qualcosa di nuovo può sempre accadere e non sei solo. A volte il realismo per quanto concreto ed inevitabile.. non ci basta e ci soffoca, facendoci abbassare la testa rassegnati.
Spesso non sappiamo cosa farcene del realismo, la conosciamo magari fine troppo bene la nostra realtà.. allora abbiamo bisogno di “buona notizia”..
Lo sguardo di Andrea é quello dell’innamorato, che sa vedere la persona amata per quella che è eppure percependola ben più di quanti possano vedere.
Uno sguardo speciale, di fiducia e amore, di abbandono e provvidenza, di attesa e speranza, come di chi sa aspettare, affidando a Chi di dovere quel che stai vivendo con la sfrontatezza di osare sperare che qualcosa arriverà.. basta aspettare o al limite.. farGli posto accanto a noi, fosse anche solo per appoggiarGli la testa alla spalla regolando il respiro sul Suo..
Andrea, me lo sento, quando inizia a nevicare, sorride felice!

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3 pensieri su “Domenica XVIIa T.O. – B

  1. Eugenia59

    Mi sarebbe piaciuto essere fra quelle 5ooo persone, aspettare ed ascoltare “in diretta” la voce di Gesù che conforta, spiega, stuzzica risposte… vedere dal vivo le meraviglie che compiva. Ma sto vivendo ora, luglio 2015, fra le persone che mi stanno accanto o con cui ho a che fare nel mio paese, spesso delusa e amareggiata dalle vicende della vita… Ecco che per ritrovarmi devo tirar fuori la mia debole fede, che non è certo l’aver capito tutto della vita, ma affidare al Signore quel po’ di pane e di pesce che ho a disposizione perchè Lui li trasformi in cose buone ed utili per gli altri… Ho capito da tempo che solo stando dalla parte Sua con decisione ed un pò di coraggio, si può sperare e credere di migliorare noi stessi e forse qualcosa che non va vicino a noi…Vuoi scommettere che Gesù è presente, aspetta la nostra disponibilità e ancora una volta compirà meraviglie?

  2. In questo vangelo tutti cercano Gesù,proprio come succede a mè,lo cerco perché un uomo che mi sappia parlare cosi non lo avevo mai incrociato.Stavolta oltre ad essere pecore senza pastore sono sono pure affamate.Gesù sussurra al cielo e riceve una risposta moltiplicata.Questo mi fa riflettere e mi invita a non stancarmi di chiedere anche quando mi sembra che Gesù non mi ascolti.Grazie don Mt e auguri per la tua nuova avventura.Mi fa sempre piacere ricevere la goccia la considero un dono dal cielo.Bruna.

  3. Maria G.

    E ci risiamo:Gesù si ritrova circondato dalla folla,gente affamata della sua Parola,ancor più dei suoi gesti miracolosi..Lui ama le persone a una a una,conosce i loro bisogni,materiali e spirituali e,come un buon padre provvede.In questo caso serve del cibo.CI sono “cinquemila uomini “.C’è solo un po’ di pane e del pesce,com’è possibile sfamarli ?
    …Gesù prende il pane,rende grazie e…c’è da mangiare per tutti,anzi avanzano dodici ceste di pane e pesce…E’ forse il preludio dell’Ultima Cena?E’ vicina la Pasqua !
    .Anche ora,nel Memoriale del Suo Sacrificio,Egli ci dà nutrimento,nell’Eucarestia,sa che siamo spesso stanchi,bisognosi di amore,di speranza,di serenità,..ed è pronto ad accoglierci per sfamarci.
    Grazie Gesù !
    E grazie a don Matteo.Maria.

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