“NO MARTINI NO PARTY” – IIa T.O. – C

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Ricordate il celebre attore americano G. Clooney che qualche anno fa ci tormentava dicendoci che senza quel cocktail non c’era più “party”, cioè festa? Forse la nota azienda aveva letto il vangelo di oggi; pagina tra l’altro gettonatissima per tanti matrimoni.. probabilmente perché vi si parla di nozze. Eppure quante volte proprio ascoltando delle coppie di sposi o giù di lì, l’ho sentita vera. Per due motivi:
il primo è che spesso purtroppo in tante coppie finisce l’unica cosa fondamentale, cioè l’amore che le aveva fatte desiderare e sposare. Come quel vino a Cana, di cui si accorge Maria. Clooney!
La seconda perché questa pagina è così vera: un marito disperato mi sta cercando di spiegare una cosa che nemmeno lui sa spiegarsi cioè come sia possibile che la moglie ad un certo punto se ne sia andata: descrive, racconta, si agita, finchè mi permetto di fargli notare che proprio in quel che continua a ripetere forse ci sia una chiave di lettura. Mi assicura che lui “non ha fatto niente”. Forse è proprio questo. Lui non ha più fatto nulla per lei. E questo accade spesso. Si pensa che il matrimonio sia un sigillo che garantisca tutto. Invece tutto dovrebbe cominciare da li. Il matrimonio come lo stile ed il metodo con cui tenere vivo l’amore. Invece si pensa vero il contrario, ed è inevitabile che allora salti quando si dice “non lo amo più”. Se non lo alimenti, qualsiasi fuoco si spegne. Se pensi solo al tuo io, il noi non solo non crescerà, ma ad un certo punto verrà meno. Spesso sposarsi o convivere è solo una somma contrattuale e convenzionale di io, io.. non si converge sul noi.
Accade così anche nelle nostre vite: pensare che per essere cristiano basti ripeterlo, fare alcune pratiche ma se non mi son mai sentito un “Noi” qualcosa non va. Noi nel senso di riconoscermi abitato da Cristo, fin dal giorno del mio battesimo. Altrimenti sarò io, solo con me stesso, i miei ritmi di lavoro, impegni e paure.. e qualche preghierina biascicata a memoria ed in fretta. Il battesimo ci ha messo dentro al cuore la presenza del Signore Gesù. Devo pregarlo non con le filastrocche ma riconoscermi abitato. Chiedergli di starmi accanto, chiedermi.. tu cosa faresti ora al mio posto Signore Gesù? Stammi vicino, aiutami, mi affido a te. Al mio fianco!
Ma non solo in una coppia o nel singolo cristiano: questo lento spegnimento accade anche nella chiesa, nelle comunità cristiane, spesso preoccupate più per impegni e appuntamenti civili, aggregativi, sociali che per l’annuncio di salvezza di Gesù Cristo.
Aziende invece di comunità , ciò di cui accusiamo il vaticano poi lo riviviamo in proporzione nelle nostre parrocchie magari.
Per un cristiano, una coppia e una comunità dire io non esiste: siamo sempre un noi. Gesù vive in noi, lo Spirito ci abita, ricorda Paolo ai Corinzi nella meravigliosa seconda lettura, sussurra il meglio per noi nelle nostre coscienze, l’amore misericordioso del padre ci fa sentire accolti e amati. Ecco da dove partire per una fede ed una preghiera adulte! E solo perché amati possiamo continuare ad amare. Altrimenti tutto finisce, amore, matrimonio, vita piena, comunità unita..
Quel fuoco si alimenta e si fa amore concreto, passione, determinazione, desiderio. Altroché “non ho fatto niente”.
Il vangelo è molto interessante da questo punto di vista: Maria non protesta con l’organizzatore del banchetto, ma va da Gesù. E’ Lui lo strumento con cui Dio comunica col suo popolo. Quel vino della festa va a sostituire l’acqua delle purificazioni.
Il vangelo di Giovanni, quello più teologico, carico di segni e bisognoso di interpretazioni e letture particolari.. si gioca come primo segno miracoloso proprio questo.. la trasformazione dell’acqua in vino.. nemmeno gli alpini sarebbero arrivati a tanto.. la festa che non finisce.. prima che banale acqua e vino generoso.. la nostra fede prevede questo tono di festa e gioia innanzitutto.. altrimenti qualcosa non va, saremo schiavi di una becera e scontata morale pseudo cristiana da schiavi..
Dal bisogno di rendersi presentabili e meritevoli con lavaggi rituali alla festa. Da un Dio da temere ad un Dio che ti festeggia. Da un’acqua che lava l’esterno, restando sulla pelle, in superficie.. ad un vino che va bevuto, destinato ad entrare nell’uomo e trasformarlo, nutrirlo, inebriarlo. Quel vino è Cristo stesso, nel cui nome una comunità si trova riunita; nel cui nome una comunità può dirsi cristiana e salvata. Con la sua grazia, il sacramento del matrimonio sigilla e rende potenzialmente eterno l’amore di una coppia, il senso di una vita trova sapore e direzione. E’ Lui a volerci abitare.
Questo è il calice del mio sangue, per la nuova eterna ALLEANZA.. fate questo in memoria di me. Fatevi vino per gli altri, fatevi gioia, fatevi vita, fatevi festa.

 

4 pensieri su ““NO MARTINI NO PARTY” – IIa T.O. – C

  1. Luigina

    “…… Da un’acqua che lava l’esterno, restando sulla pelle, in superficie.. ad un vino che va bevuto, destinato ad entrare nell’uomo e trasformarlo, nutrirlo, inebriarlo. ………” Non avevo mai sentito questa “spiegazione” ……. bella e molto arricchente. Grazie Matteo

  2. dolores

    Che tristezza …dover dire agli altri ciò che devono fare ed essere i primi a non saperlo fare .
    Un applauso alla madre di ..Gesù che almeno ..conosceva i suoi . Limiti

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