Il gesto della benedizione è molto bello. Quando lo compio mi emoziona. Essere a servizio di Dio che vi benedice. “e la benedizione di Dio Padre, Figlio, Spirito Santo, discenda su voi e…”. Ecco il prete. A servizio di Dio e delle persone perché queste siano benedette da Lui e Lui le possa benedire. Come un ponte che offra all’altro, avvicini, congiunga, metta nella stessa direzione.
Alzare le braccia, come per avvolgere e abbracciare, il far scendere come un velo di pace, misericordia, di bellezza e stupore, di gratitudine; offrire le mani alle teste chinate, alle vite assetate.. mentre ci si fa il segno di croce. Oppure penso a quando mentre do l’assoluzione e le appoggio sulla testa, sento fremere di emozione la persona. Benedire, dire bene. In realtà non scende nulla anzi sale. Non è magia. Nessuna energia speciale o flusso o polverina.
Sale, come l’incenso profumato che va al cielo e ci lascia più belli, sappiamo di buono. Benedire significa chiamare Dio a vedere quante cose belle abbiamo fatto. Come un bambino chiami il papà a vedere il disegno o il lavoretto appena concluso. Cercarne la bella approvazione, una carezza. Ecco cos’è la benedizione.
Il gesto definitivo di Gesù è benedire. Il mondo lo ha rifiutato e ucciso e lui lo benedice. Benedice me, così come sono, nelle mie amarezze e con le mie povertà, in tutti i miei dubbi benedetto, nelle mie fatiche benedetto.
Mentre li benediceva si staccò da loro. Li benediceva, questo particolare è importante perché si rifà al libro dell’Esodo, all’episodio di una guerra, quando Mosè alzava le mani, gli Israeliti vincevano, quindi è un segno di vittoria, quindi non è una sconfitta, ma un segno di vittoria.
Benediciamo una vittoria: sul peccato, sull’egoismo o la pigrizia, sul rancore; diciamo che va bene così, come ho fatto, magari con fatica, sacrificio e impegno. Come un papà che benedica il figlio prima di un viaggio, una mamma prima della scuola. Si benedice e poi si lascia andare.. ancora con gratitudine. Come fa Gesù, e lo abbiamo sentito.
Pensate anche a quando un vostro bambino porge verso di voi le braccia implorandovi di prenderlo in braccio.. mi ricorda anche questo.
La benedizione come un chiedere a Dio che ci prenda in braccio perché non ce la facciamo più, siamo sfiniti, provati, la vita non ci sta sorridendo e allora chiediamo quasi sia Lui a sorreggerci..
Nel vangelo abbiamo sentito che Gesù benedice e li lascia li.
La Chiesa nasce da quel corpo assente. Ma Gesù non abbandona i suoi, non se ne va altrove nel cosmo, ma entra nel profondo di tutte le vite. Non è andato oltre le nubi ma oltre le forme: se prima era insieme con i discepoli, ora sarà dentro di loro, forza ascensionale , centrifuga, da dentro verso fuori, per amare.
Ascensione è prova di maturità: solo sparendo avrebbe potuto constatare quanto davvero avevamo capito.
Se sei convinto di quel che fai e vivi in modo autentico o se reciti la parte e sei compiacente, ruffiano.. ipocrita e falso.
Chi educa sa bene.. anche noi adulti spesso lo facciamo,
ad esempio a scuola per copiare.. oppure se c’è il prete si fa come dice lui, se no, facciamo come siamo abituati.. pietoso..
Ecco che allora l’ascensione è l’occasione per prendere in mano la nostra vita spirituale, la nostra fede e renderla più vera, autentica, meno schiava di consensi, applausi, meriti.
Concludo con una sottolineatura sul finale di questo vangelo, ve ne siete accorti? E’ un fallimento, i discepoli non hanno capito nulla.. dovevano andare e se ne stanno li chiusi su nel tempio..
Sottile ironia, Dio la benedica, quando profumando di sapienza, non ci fa arrabbiare ma benedire.
Chiediamo al Signore di saper recuperare questa dimensione della nostra fede, di educarci a dire bene di quel che vediamo attorno a noi, di mandarglielo su sotto forma di gratitudine, invocazione, preghiera, abbandono.
Diventiamo benedizioni reciproche.
io non amo abbastanza chi butta cose/spazzatura sulla terra nell’acqua ….e poi io corro in auto io non amo abbastanza chi non fa il proprio dovere al lavoro ….. ma poi non denuncio colleghi fannulloni…..io non amo abbastanza chi vive senza farsi domande….magari non mi amo abbastanza……però qualcuno che dice di volermi bene ce l’ho anch’io….
Mi sono chiesta tante volte cosa pensino i sacerdoti delle loro mani e del “potere benefico” che sprigiona da esse.
Al termine di ogni celebrazione accolgo con gratitudine la benedizione e quando non sono lì con me i miei cari, chiedo al Signore che la sua benedizione li possa raggiungere: la benedizione è sempre da espandere, da condividere.
Ti ringrazio Signore per le mani, sempre bellissime, dei sacerdoti, che ci hai lasciato in vece delle tue sante mani piagate…
Be ..io un po’ lo sono …
Ruffiana ipocrita e falsa …
Per tanto tempo
Ho creduto che
Mi facessero del
Male che …mi imbrogliassero
Si …ho preferito credere alle parole
Delle …amiche ….
Dio lo immagino cosi lontano …
Più in su ancora delle
Nuvole e pensare
Che lui è in me
Che desidera
Il mio bene
Che è un Dio…che salva
Lo vivo ancora come
Un ..sogno …
Anche se ..ogni giorno
Ho questo desiderio
Immenso che si fa …bisogno . .
Dio …chi sei ? Sei dentro di me…
E allora ti cercherò li
Per sentire tutto il bene
Che fai con me …per ..me ..