Era mercoledì 1 marzo; ci siamo fatti cospargere la testa di cenere ed è iniziata la quaresima: il colore viola, basta con gloria e alleluja, pochi fiori, confessioni, l’animazione dei bambini e ragazzi del catechismo nelle varie domeniche;
la liturgia della Parola ci ha portato nel deserto, dove Gesù è stato tentato dal diavolo…per riflettere su chi comandi davvero nei nostri cuori; siamo poi saliti sul monte: Pietro, rapito dalla bellezza, voleva fare tre tende, mentre Gesù si trasfigurava nella luce di un nuovo mondo e Dio gongolava felice. Davvero la fede cristiana rende bella e convincente la nostra vita? Siamo quindi scesi anche noi, stanchi, arrivando ad un pozzo, dove assetati come la samaritana, ci siamo sentiti assicurare che è Lui l’acqua viva e buona per noi. Abbiamo l’umiltà di riconoscere che spesso stiamo continuando a bere bevande che non ci disseteranno mai? Siamo poi entrati a Gerusalemme scoprendo che un cieco aveva recuperato la vista…sconvolgendo persone che pur sane non sapevano vedere oltre il loro naso; come è il nostro sguardo su noi stessi, su Dio, sugli altri? infine siamo usciti verso Betània, accostando con rispetto il lutto di Marta e Maria, mentre Gesù stesso in lacrime piangeva per Lazzaro, dandoci poi il segno straordinario della sua rianimazione, perché chi crede in Lui non morirà in eterno. Ci crediamo davvero o è solo tradizione?
Ora siamo qui: la Passione di Matteo, il ramoscello di ulivo più bello da scegliere, la lavanda dei piedi, processione e via crucis, la veglia solenne di sabato, se ho tempo mi vado a confessare, la messa perché almeno a Natale e Pasqua! (finché dura), il pranzo coi parenti, gli auguri da fare, la gita di Pasquetta, le sorprese dell’uovo di Pasqua, il cioccolato e la colomba, qualche giorno di vacanza …
Chiediamo al Signore di saper rallentare e vivere intensamente questa settimana santa, vero cuore e centro della nostra fede: non sia solo un’abitudine religiosa, non ci trovi spettatori annoiati ne zombie affannati di cose morte da recitare.
Forse anche noi come Pietro potremmo dire che non conosciamo quell’uomo..Gesù… perché lo frequentiamo troppo poco o male. Forse anche noi come Giuda lo abbiamo già venduto cioè messo da parte perché in realtà ci interessa tutto tranne l’essenziale.
Lo Spirito Santo questa settimana ci faccia ricordare che il primo credente in Gesù Cristo, il primo convertito non è stato ne un suo discepolo ne un sacerdote ne un super devoto; ma un centurione, un soldato romano, pagano, che sapeva niente di religione ma che ha colto che “davvero costui era figlio di Dio”. Dal suo stupore commosso è nata la fede, la capacità di credere in un cambiamento possibile e bello. La morte è già stata sconfitta, la vita eterna è già in corso, la risurrezione è già realtà. Nulla può più essere come prima.
Buona settimana santa.