Domenica XIXa T.O. – A

(Tempo di lettura previsto: 3 minuti)

In Ascolto del Santo Vangelo secondo Matteo 22,15-21

Allora i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

Frase delicata e molto fraintesa: usata da alcuni per invitare la chiesa a non immischiarsi in faccende politiche, da altri per ricordare alla vita politica-pubblica il diritto a esprimere idee e posizioni, (quindi l’esatto contrario), da chi è per la laicità dello stato (laicismo?) a chi sogna una sudditanza statale al potere religioso (religione civile)..fino ad arrivare a chi banalmente la usa per dire…a ciascuno il suo, ciò che gli spetta.
Farisei ed erodiani: che ci fanno assieme? evidentemente li unisce provvisoriamente l’essere contro quel Gesù che disturba entrambe.
Pongono un tranello a Gesù. Qualsiasi risposta lo farà schierare e condannare dall’una o dall’altra parte. La questione pratica viene dalla moneta, coniata con l’immagine di Cesare. Quindi quel pezzo di metallo è suo. E’ quindi un dovere morale pagare le tasse e non rubare allo stato, al bene comune. Invito quindi ad essere cittadini responsabili, nel rispetto delle leggi. Essere religiosi, cristiani, passa anche di qui, uscendo da visioni dicotomizzate della realtà. Ma il colpo di genio è la seconda parte. Rendere a Dio ciò che è di Dio. Cioè? una bellissima interpretazione di un padre della chiesa dice che è l’uomo l’unica cosa su cui è impressa l’immagine di Dio. Cesare sulle monete, Dio sull’uomo. cfr. Genesi…”facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza…creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò…” (Gn 1,26-27)
Non possiamo impossessarci dell’uomo, renderlo schiavo, oggetto, sfruttarlo, dominarlo, possederlo…è di Dio… lo dovremmo iniziare a rispettare e trattare proprio a partire da questa consapevolezza…solo in Dio l’uomo e la donna ritrovano pienamente loro stessi, la verità di quel che sono, ha Lui il loro libretto delle istruzioni.

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