Qual è l’ultima cena a cui siamo stati invitati? Perchè?
Chi ci ospitava voleva forse sfamarci pensando che a casa non avessimo cibo? No, certo: chi invita a condividere un pasto lo fa perché vuole trascorrere del tempo con noi, ritiene preziosa e bella la nostra compagnia, è una occasione per stare gratuitamente assieme, celebrando così la stima, l’amicizia, l’affetto che ci legano e costituiscono la relazione tra noi.
E’ proprio questo lo stile che il Signore, attraverso Suo figlio Gesù, da sempre usa con noi uomini; l’AT è tutto un tentativo da parte di Dio di costruire relazione con l’uomo; il Vangelo stesso ci presenta un Gesù che continuamente invita: a seguirlo, a fidarsi di Lui, invita a chiedere e bussare, a convertirsi e perdonare, invita ad accoglierlo, a buttare le reti, a vivere in pienezza, a sentirsi fratelli di un unico Padre, a fare la Sua volontà di bene…
La messa stessa cos’è? guardiamoci attorno…un invito.
Non a timbrare un cartellino o all’abitudine: il silenzio, il canto assieme, la preghiera corale, l’ascolto e la meditazione della parola, il nutrirsi dell’eucaristia…il cercare di tornare verso casa con un cuore rinnovato e qualche desiderio o disponibilità in più…
non diremo poi anche… beati gli invitati alla cena del Sig. ecco l’agnello di dio che togli i peccati del mondo…
ma con che faccia lo diremo? sentendoci davvero beati, fortunati?
risponderemo…o Sig. non sono degno di partecipare alla tua mensa…ed è sempre molto vero…ma di soltanto una parola e sarò salvato…
Purtroppo lo scambio della pace fatto in modo meccanico non ci aiuta a prendere consapevolezza del valore delle parole dette…dette magari senza nemmeno guardare all’eucaristia, che il sacerdote ci offre tenendola tra le mani…
Siamo invitati a casa nostra, come quando infatti la domenica ci si ritrova a mangiare dai genitori. La messa è un invito. Dio un ospite che ci attende. La scrittura è magnifica, quando parla di Dio lo fa sempre in modo generoso, quasi esagerato… buoi e animali ingrassati, dice il vangelo, e poi Isaia, nella 1a lettura…sembra non sappia più che parole cercare per dire abbondanza e varietà…un banchetto di grasse vivande, di vini eccellenti, cibi succulenti, vini raffinati..
Mi chiedo se la mia faccia quando presiedo o se quella delle persone a messa…possa testimoniare la gioia dell’invito accolto…
Possiamo venire in chiesa e a messa ma senza fame, ne desiderio, senza nemmeno la voglia di prendere in mano un libretto dei canti o provare a rispondere a tono… eppure Lui ci attende ed invita.
Il vangelo lo esprime bene nella determinazione con cui si fanno questi inviti…mandando i servi ad ogni costo, insistendo, raccogliendo gli ultimi…fino a trovare pace solo quando la sala del banchetto è piena…quasi a testimoniarci un Dio che non sa ne vuole stare da solo ma vuol far festa con noi, da figli…
Ti chiediamo, Signore, la disponibilità a rinnovare nelle nostre vite il gusto alla Tua presenza. Sarà l’abito nuziale più bello e adulto da indossare, il cuore più disponibile all’invito, la fame di vita vera più autentica da offrire.