
Sapete cosa sono? 2 Pietre focaie, pirite… forse non le abbiamo mai viste ma dovremmo sapere a cosa servono…
la prima: spesso si dice che qualcuno ha un cuore di pietra cioè è una persona insensibile, dura, vuota, chiusa, indifferente…
>>Gesù richiama i due discepoli delusi e arrabbiati, intenti a condividere rassegnazione e frustrazione perché stolti e lenti di cuore, pesanti, hanno anche gli occhi impediti, son zavorrati dalle loro idee, abitudini, attese non realizzate, secondo loro…vivono con il freno a mano tirato dalla paura e dallo sconforto.
Sapevano, credevano, avevano condiviso ma… da spettatori…
la seconda: penso possa essere la Parola di Dio, la parola che Gesù ci rivolge, lui, che si definiva pietra angolare ma scartata dai costruttori, (Mt21) che ricorderà che la casa della propria vita sta in piedi solo se costruita sulla roccia (Mt7), S. Paolo ai Corinzi dice che “bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo“
Lui e la sua Parola assieme ai nostri cuori di pietra, a qualcuna delle nostre vite spente, pesanti, alla zavorre che ci portiamo nel cuore a causa di qualche ferita, sconfitta, grumo di orgoglio fossilizzato, alla pesantezza al quale ci condanniamo da soli in balia dei nostri stessi fantasmi, di quel che pretendiamo o meno di essere, dimostrare o meritare, alla tiepida indifferenza dell’abitudine…Solo se le tengo assieme, le faccio incontrare, scontrare, nella frizione o nel contatto però nascono scintille di fuoco e luce. PROVA!
Non ci ardeva forse il cuore? si chiedono. Cos’è il calore se non la vita? Un corpo freddo è morto, una fede fredda, rigida, asfittica è morta, i cristiani della quaresima sempre a muso duro, sepolcri imbiancati direbbe Gesù, zombie, con un termine più moderno…
Abbiamo qualche passaggio della Bibbia, qualche versetto di Vangelo, qualche espressione di Gesù che ci scalda il cuore, ci commuove, ci ricarica…eh? e perché no? o non ancora?
Il risorto intanto non smette di apparire, perché il suo riconoscimento non nasce da un istante di invincibile seduzione paranormale, da un incontrovertibile e schiacciante evidenza…ma da un lento e lungo lavoro della coscienza che ritorna sui fatti della morte per vederli come indizi di un evento di vita. I suoi effetti non sono mai acquisti una volta per tutte.
Nessun fuoco d’artificio isolato, emotivo ma una serie di scintille nuove, continue, possibili, che accendono delicatamente nel tempo ordinario, una dopo l’altra, delle fiammelle leggere…come quella del battesimo al cero, delle pagine inedite e liberanti in noi.
La specie di “stallo psichico” in cui i discepoli, noi a volte, le nostre parrocchie, viene scardinato dall’intervento del Risorto che con gesti e parole, risveglia nei discepoli quei “codici di accesso”, le password, chiavi di lettura che riattivando la loro memoria riaccendono la loro coscienza. Si passa dalla cronaca all’evento.
La fede nasce, si custodisce e coltiva allora da questa continua frizione con la mia vita ordinaria, in un dialogo che non trasmette semplicemente informazioni dando contenuti, valori morali, precetti, garanzie e raccomandazioni…ma tocca i cuori, accende le passioni, provoca le menti, chiede fiducia, suscita reazioni, chiama in causa la libertà, sollecita delle scelte, conferma una relazione possibile, contemporanea, alimenta la fede, rendendo la vita cristiana stimolante agli occhi degli indifferenti, seducente…
Così si apriranno i nostri occhi, come per i due discepoli, illuminati da una parola che rischiara, riscalda donando comprensione diversa e progressiva sul reale, su quella vita eterna a noi contemporanea a cui attingere anzi da recriminare, deponendo le pietre dure del bisogna, dell’abitudine, dello scontato, le pietre dietro al quale ci rifugiamo nelle nostre parrocchie per sentirci ancora vivi o utili e fare affidamento alla sua roccia…non alla propria rassicurante autoreferenzialità.
Sempre in due, vita e fede: per il cristiano senza una delle due non si accende nessun fuoco, non si scalda o illumina niente, si manca l’appuntamento fondamentale col risorto e con la vita eterna già iniziata qui ora assieme, per tutti quelli che la reclamino.
Il Signore ci aiuti a sceglierlo come pietra angolare per la nostra vita in questo tempo di Pasqua, senza paura delle scintille, a dargli del TU per non essere invece pietre da caminetto, cioè refrattarie al fuoco del suo spirito, al calore della luce col quale vuole far ardere i nostri cuori e illuminare il nostro cammino.