Fa tanto “funerale”… Omelia 5a Pasqua -A ’23 durante Cristo

Con un sorriso…

Come vi siete sentiti cantando Io credo risorgerò? Strano, bello, riluttanti…Mi è successo più di una volta preparando un funerale di sentirmi raccomandare dai famigliari di non eseguirlo perché sapeva da funerale…ma va? Era triste.. E io mi chiedevo non avendo bisogno di speranza…allora a cosa serviva fare il funerale?    Reazioni naturali, forse comuni quanto la scaramanzia ma che dicono la distanza tra cose che diciamo o ascoltiamo in automatico e la nostra vita di cristiani. Primo io, che parlo un sacco! Nulla che non succedesse anche con Gesù: quanto bello è Filippo che si sente amabilmente riprendere “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto? Come puoi dire mostraci il padre e ci basta?” Quasi a dirgli…ma mi ascoltate quando parlo o vi interessa solo fare quel che vi fa comodo, accontentarvi del minimo, di quel che pare abbastanza o giusto a voi? Siete qui tutte le domeniche da una vita ma…Che consapevolezza abbiamo quando diciamo Credo nella risurrezione della carne, la vita del mondo che verrà? E la nostra foga quaresimale e la Pasqua…

Eppure è quello lo scarto tra un cristiano e un non credente o indifferente… questa vita è solo un assaggio, grazie ai sacramenti, alla parola, al creato, intuisco e godo un po’ della presenza del risorto..ma il bello deve ancora venire!

Io credo: risorgerò, questo mio corpo vedrà il Salvatore!

IO, La mia vita e quel che ci ho messo per darle sapore e significato, tutto l’amore che ci ho speso, quel che ho patito…non andranno perduti. Così, con la mia storia sacra incontrerò faccia a faccia Cristo Salvatore. E da lì potrò comprendere finalmente tante cose. E lui mi farà accomodare al posto che ha preparato proprio solo per me che sono unico ai suoi occhi, come abbiamo sentito nel vangelo. Il mio posto. Non siamo fatti in serie né troveremo ad attenderci una sala d’aspetto con le poltroncine tutte uguali come in stazione.

Ora è nelle tue mani quest’anima che mi hai data: accoglila, Signore, da sempre tu l’hai amata, è preziosa ai tuoi occhi.

Sono parole bellissime. Non siamo anonimi davanti a Lui. Ma non sempre ci siamo accorti del suo amore o abbiamo lasciato che ci amasse perché indaffarati nelle nostre pratiche. Venendo a messa, preghiamo che questa esperienza per noi sia una sosta che la rinfranca nel cammino verso la patria.  E lui aggiunge

Vi preparo un posto, vi prenderò con me perché dove sono io, siate anche voi. Non è una buona notizia? Saremo con Lui, siamo attesi.

Io spero in te, Signore, hai vinto, mi hai liberato dalle tenebre eterne.   Attenzione. La morte ci mette sempre brividi di angoscia. Ma non la nostra…quella magari di chi amiamo e che ci farebbe sentire impotenti e disorientati o se ci ha assestato i peggiori colpi della nostra vita finora con le voragini che ci ha creato. Non è detto che non si morirà più, ma che morire non sarà disperare o perdersi. Io spero in te, Signore, hai vinto, mi hai liberato dalle tenebre eterne.  La paura dei buio e del vuoto che ci uccide la speranza. S. Pietro nella 2a lettura ricorda che Cristo è pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio. Quante volte anche noi scartiamo il vangelo o i sacramenti o rifiutiamo la relazione con Cristo che ci condivide la sua vita eterna… in nome di chissà che devozione o credo autoreferenziale? 

Facciamo nostra allora, care sorelle e fratelli, la protesta vibrante di Tommaso…non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via? E quanto è meravigliosa questa libertà nella preghiera con Cristo che gli annuncia di essere via verità e vita.

Via significa la fede che lui è la strada da frequentare giorno per giorno, santi e madonne vengono dopo. Verità, in questa società culturalmente complessa, dove ciascuno si fa verità di sé così da eliminare il senso di una verità unica, è la speranza di avere un riferimento ultimo e definitivo che ci dica davvero chi siamo e perché, come criterio per interpretare il nostro vivere concreto nelle scelte e innervare le nostre decisioni di vangelo, non di valori. La Vita è la carità. Anche Gesù.. come re Carlo 3° è venuto per servire e non per essere servito! Anche qui…quante parole automatiche ci annebbiano dal senso di quel che siamo chiamati ad essere. Sono le opere di Gesù, dice nel vangelo, a renderlo credibile e portatore di una vita desiderabile per noi.

Spirito della vita, che abiti nel mio cuore: rimani in me, Signore, rimani oltre la morte.

Gesù rimane nel padre e così rimane in noi, conclude il vangelo. La Pasqua ci sta portato questa qualità risorta del nostro tempo, la vita eterna, da scovare in noi per coglierne le opportunità: questa risurrezione che continua nel 2023 durante Cristo, 5a domenica di Pasqua, ci sproni a orientare ad essa la nostra vita quotidiana, cercando anche di comprendere insieme il come ed il perché.

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