Perché quando vediamo un posto diciamo che è brutto? Forse perché abbiamo negli occhi Venezia o le Dolomiti.
E un libro o un’opera d’arte banali? Perché magari abbiamo letto Calvino, Shakespeare o visto la Sistina o la scultura del Canova.
E qualcuno di voi può dire “questa cosa è una sciocchezza”? Forse perché ha sofferto e patito nel cuore, nel corpo e quindi è abbastanza lucido sul valore della vita.
Perché quando davanti all’ennesimo scandalo, alle notizie più tristi e deprimenti.. sospiriamo che è tutto uno schifo e dove andremo a finire? Diciamo nauseati “così non va” e arrabbiati che “non ci si può fidare più di nessuno”. Perchè?
E’ come se avessimo una nostalgia. Profonda, sicura: non del periodo in cui si stava meglio, c’erano lavoro e soldi per tutti.. anche se andrebbe già molto bene. No, credo sia qualcosa di ancora più radicato in noi. Una naturale certezza di bene e di speranza, di attaccamento positivo alla vita e alla realtà. Sentire in noi come innato un anelito comune alla verità di noi.
Lo scontrarsi di tutto il marcio che respiriamo ci provoca allora quelle reazioni. Se non avessimo il bene dentro.. non potremmo scandalizzarci del male.
Venga il tuo regno, diciamo durante il Padre Nostro: non lo invocheremmo se non sapessimo cos’è. Ne abbiamo come un desiderio profondo.. una conoscenza ancestrale, una sensazione buona e promettente, una sete insaziabile che però è tale proprio perché abbiamo già bevuto.
Venga il tuo regno: nessuna corona o castello. E’ l’immagine del mondo secondo il sogno di Dio: un mondo fatto dello stile di Cristo nel vivere le relazioni (accoglienza, generosità, mitezza, perdono), il rapporto con le cose (sobrietà, gusto, libertà), con il creato (custodirlo, rispettarlo, farlo sviluppare), con noi stessi (fiducia, stima), con il lavoro o lo studio (onestà, giustizia, legalità) e tante altre cose. Lo stile di vita di Gesù è l’immagine più eloquente del suo regno, che invochiamo come un anelito, un desiderio di guardarci dentro e attorno con occhi diversi. E dire che è solo perché conosciamo il sapore buono e naturale di tutto questo che poi, guardando fuori, dalla nostra coscienza, possiamo dire.. che così magari non va, che questo è giusto, utile, bello, vero oppure no.
Gesù nel vangelo annuncia che questo regno è vicino. E’ lui stesso. Guardare a Lui qui già presente: la Sua parola da accogliere, il suo perdono da cercare, il suo stile di vita come educazione, l’eucaristia di cui riconoscersi affamati, il suo modo di vivere quanto detto come possibile e come promessa concreta di una vita qui e ora realizzata e serena. E’ vicino significa qui, reperibile, a nostra disposizione, a portata di mano. E’ iniziato in noi nel battesimo e lo aggiorniamo qui ogni domenica e non solo.
Cogliere questo regno già vivo tutte le volte che sappiamo stupirci di una cosa bella, vera, libera. Il regno è già vivo e in fermento quando scegliamo di essere onesti, fiduciosi, giusti, fraterni. Lo cogliamo in chi si impegna senza aspettarsi niente, in chi investe su se stesso e sul futuro con speranza, in chi sceglie di non sedersi. In chi decide di ricominciare e non di vivere di alibi o scuse.
Il regno è vicino quando sentiamo anche le nostre vite interpellate da Gesù come Pietro e i suoi amici, i primi discepoli. Ne capaci, ne istruiti, ne dotati. Solo disponibili. Pescatore? Bene. Ti farò pescatore di uomini. Cosa sai fare? Cosa stai facendo? Continua a farlo, ma nel mio nome. Cosa hai studiato o imparato? Di cosa sei esperto? Bene. Continua a farlo sapendo che se lo fai da cristiano è già regno di Dio. Non fermarti ne pensare che per essere cristiano serva fare chissà cosa e pregare tutto il giorno. Ma fai quel che sai fare con uno stile cristiano, per il bene tuo, degli altri e del mondo. Persegui questo bene con impegno, passione e onestà e stai già costruendo quel regno. Così sarai pescatore di uomini, facendo la tua parte per pescarli fuori da situazioni di non vita, di spreco di opportunità, di miseria umana o sociale.
Signore Gesù aumenta in noi il desiderio e la capacità di stupirci di fronte a questo regno vivo e operante. Donaci di sentirti già al nostro fianco a pescare con noi, affaticati ma sorridenti assieme a te.