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“Dio è quella parte più profonda di me in cui io riposo.
L’unica cosa che possiamo salvare di questi tempi e anche l’unica cosa che veramente conti è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio.
E forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini.”
(Diario 1941-1943 Etty Hillesum, Adelphi, 1985)
In Ascolto del Vangelo secondo San Luca 5, 1-11
Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Era il 5 ottobre del 1994; questo vangelo mi fece commuovere profondamente. Ma coi lacrimoni, proprio.
E’ il primo brano della Parola che ho “ascoltato” e pregato davvero. Pareva quel giorno essere stato scritto solo per me.
Auguro a tutti un brano così nella vita.. almeno uno! Certo è la pagina vocazionale per antonomasia, un super classico.
Ma io mica ci pensavo a che sarebbe stato della mia vita. Avevo 19 anni e un monte di domande e sensazioni.
Una fame micidiale di senso.. e qualche spunto.
Questa pagina commentata con passione da don Livio fu illuminante. Nulla fu più come prima.
Anche io continuavo a faticare senza raccogliere nulla. Anche io avevo la sensazione di essere nella notte e la luce non sapevo dove trovarla; anche io me ne stavo sulla riva della mia vita a riassettare le reti, cioè a fare i conti con quel che ero che non mi bastava mai, calcolando quasi a tavolino nuovi investimenti di vita, energia, nuove strade o direzioni da annusare nel vento della mia storia.
Non mi sentivo certo un peccatore.. come Pietro ma volevo stare lontano da quel Gesù. Non capivo. Lo allontanavo o meglio, mi giravo dall’altra parte mentre qualcosa di magnetico.. mi attirava come in un lento vortice.. verso il centro.
Poi quella parola.. ”non temere”. Un mantra continuo, da sentirsi rimbombare dentro.. anzi.. risuonare, come lo sciabordio delle onde sulla battigia, lento e costante, implacabile. Pescatore di uomini.
Questa Parola è per tutti noi. Ci ricorda che là fuori ci sono uomini e donne da pescare, da salvare, da risollevare, da far rivivere. Fosse anche solo con un sorriso, un gesto gentile, un incoraggiamento, una carezza, (anche contropelo!), un consiglio spassionato, un’osservazione schietta e fraterna per scuotere e far ragionare. Così saremo tutto pescatori di uomini e donne, cioè Suoi strumenti per salvare queste persone, cioè ridare qualità eterna alle loro vite, stordendoli amabilmente, inebriandoli del profumo concreto e quotidiano del vangelo buono.
Che aspettiamo? Lui ci manda, ci dia occhi e orecchi attenti a cogliere segnali e appelli, piedi audaci di iniziative, mani coraggiose di fare..
Le reti esploderanno di abbondanza promettente, la misura esagerata figlia di un abbandono fiducioso.. mangeremo pesce tutti i giorni.. mica solo i venerdi di quaresima!!!
Ora che hai finito di leggere, prova a pensare subito ad una persona vicina a te (magari dall’altra parte del tuo ufficio in “open space”) che forse avrebbe bisogno di..
Dovremmo noi farci pescare da Pietro, solo dopo potremmo diventare pescatori, ma se le nostre reti rimangono vuote? Cosa non è andato per il verso giusto? La nostra poca umiltà, la nostra saccenza, la nostra tiepidezza, la scarsa carità..molte possono essere le cause che ci impediscono di diventare testimoni di fede, ma forse riusciamo nel nostro intento proprio quando non ce lo aspettiamo, con una sola parola, presa da Lui.
bene, mettendomi dall’ altra parte, dico, sarebbe bello che i “pesci”, si lasciassero “pescare”, fidandosi del pescatore! perché purtroppo molte volte nonostante la buona volontà di pescare , i pesci scappano! Non demordere mai, pazientare sempre come un bravo pescatore….
grazie don
“Chi è un pescatore?”Mi sono domandata. Allora mi viene da pensare ad un uomo che si alza presto, esce per poter tornare con qualcosa che nutre, getta le reti e…aspetta, attende. Poi mette in ordine le reti o ciò che usa per la pesca, perchè siano pronti per il giorno sucessivo. Così siamo un po’ noi, anche io nel nostro quotidiano, nelle cose da fare. E quando non pesco niente?E quando qualcosa non va come credevo?Allora mi armo di tutto punto, come fa Davide oggi nella prima lettura che chiede di censire tutto il popolo per sapere quanti uomini ha, in grado di combattere,anch’io alle volte penso, scruto, voglio risolvere….”mi farebbe bene quello oppure quell’altro….oppure faccio questa cosa così vediamo se va meglio…”è come se volessi scegliere io il modo in cui Dio si rivela a me, alla mia storia, al mio vissuto. Lui dice:”PRENDI IL LARGO”. Allora io come Simone Gli spiego:”Gesù ho fatto fatica sai…non doveva andare così, oppure…sono stufa di stare dentro ad una situazione che non mi da vie d’uscita!”Prendi il largo” E’ un imperativo, è il modo per dare voce alla Vita Vera; è allontanarmi dalle paure, è fare verità, è il non piangersi addosso e affrontare i cambiamenti. E’ fidarsi che lui sa ciò di cui ho bisogno. Allora, tiro la mia barca a terra,lascio, mi abbandono giuro che lo voglio fare….alle volte mi manca il coraggio. In questi giorni ho casualmente(casualmente?) incontrato “due compagni dell’altra barca” e inspiegabilmente ci siamo raccontate, accolte, capite, sintonizzate!Due persone che hanno bisogno di aiuto, fosse anche solo il desiderio di essere ascoltate,…..da me?
Lascio la mia barca a terra Gesù,riparto da qui da queste persone che hai posto sul mio cammino.
Sia la tua Parola orizzonte di vita nuova e vera.
Grazie
Roberta