“Senza la Pasqua che fai quaresima a fare….” – Omelia Mercoledì delle Ceneri 2016 – C

“Senza la Pasqua che fai quaresima a fare….” – Omelia Mercoledì delle Ceneri 2016 – C

120216

Papa Francesco nel suo testo Evangelii Gaudium (che ci farebbe davvero bene leggere) descrive il rischio tra noi credenti di avere uno stile, dice da Quaresima senza Pasqua.
Possiamo contestarlo? Abbiamo davvero nel cuore la certezza che la quaresima ci porti alla Pasqua e sappiamo che significhi?
Le nostre messe ci trovano, all’uscita, sorridenti, rasserenati, positivi, carichi di speranza e illuminati?
Che la quaresima sia sinonimo di sobrietà, rinuncia, pentimento è una immagine corretta.. ma che sia un tempo di tristezza, pesantezza, fino a volte ad associarla a un senso di colpa da scontare, o ad un prezzo da pagare per meritarsi la gioia della Pasqua.. questo è falso e corrisponde più ad un immaginario collettivo duro a morire (e piuttosto comodo) che all’autentico spirito della liturgia.
La quaresima non vuole essere un elenco di pratiche da compiere perché bisogna, ma solo un allenamento. Che senso avrebbe allenarsi duramente se poi non potessimo partecipare alla gara o giocare la partita? Nessuno. Sarebbe un allenamento inutile, anzi dannoso. Perché genera frustrazione e insoddisfazione.
Noi vogliamo iniziare la quaresima, invece perché non vediamo l’ora che sia Pasqua. Perché vogliamo rinnovare in noi l’alleanza col Risorto, partecipando della sua vita eterna.
Allora il tempo di 40 giorni che andremo a vivere, è come quando facciamo dei preparativi per una festa importante. Lavori sodo, ma sai che ne varrà la pena. Pensate ad una cena. Non vedi l’ora di creare con la tua passione, fantasia, determinazione le cose più belle e gustose, che vada tutto bene.
Preparativi, allenamento.. due immagini per dire la disposizione d’animo per vivere con lo stile giusto queste settimane.
Il vangelo, che conosciamo bene, ci mette in guardia. Parla del pericolo degli ipocriti: non c’è un’età a cui l’ipocrisia non dia fastidio.. dal bambino all’anziano, tutti non sopportiamo chi fa le cose per farsi vedere, aspettando ringraziamenti, riconoscimenti, applausi, visibilità. Questo è un piccolo cancro che spesso, Gesù lo sapeva bene, intossica le nostre vite di fede come pure il servizio che svolgiamo in parrocchia. Ce lo ricordava anche il vescovo nella visita pastorale pochi giorni fa. Diceva che chi non ha coraggio ne disponibilità a lasciare il proprio incarico o a condividere il proprio servizio, a metterlo in discussione, sta solo esibendo sé stesso e ferendo la comunità, spaccandola da dentro. Com’è triste.. Gesù ci mette in guardia allora, per 3 volte da chi miseramente abbia bisogno di usare la religione, la fede, la parrocchia per emergere e farsi vedere da tutti.
Ci invita invece ad allenarci davvero in modo da giungere alla Pasqua con il cuore pronto, elastico e libero perché la qualità delle nostre vite profumi di risurrezione. Si tratta di vedere quali sono i nostri punti deboli.. i peccati su cui spesso ricadiamo, le abitudini e i pensieri che non riusciamo a gestire, le schiavitù e gli idoli che ci stanno giocando. Ad esempio sono dati locali e recenti quelli sulla dipendenza tra gli adolescenti da cellulari e da connessione. Dati sconvolgenti. Non si riesce a staccarsene.. è come un macigno sul cuore, ti chiude, ti distrae. Oppure al gioco d’azzardo, apparentemente così innocuo anche tra molti anziani e pensionati, grattavinci e macchinette, il cibo, la forma fisica a tutti i costi, l’uso del tempo, internet, l’alcool, uno stile in famiglia fatto di silenzi, cattiveria, volgarità, chiusura, rifiuto, l’illegalità, le furbizie al lavoro, i schei.. i ricatti per questi ultimi..
Davvero i nostri cuori sono appesantiti: ma ci confrontiamo con un Gesù che ci vuole liberare, ridonandoci la verità di noi, di quel che siamo, di quanto belli, autentici e generosi possiamo essere. La nostra dignità di figli di Dio e suoi fratelli passa per la condivisione di fede e della sua risurrezione. Capacità di rinuncia, la preghiera, la condivisione. Tre attrezzi con cui aiutarci e lasciarci aiutare a preparare i nostri cuori all’incontro col risorto, ciascuno li usi come meglio crede, in tutta onestà con la propria coscienza e consapevolezza, sia solo questa vita nuova da risorti l’unica ricompensa che desideriamo con fede dal Padre e per il quale vogliamo vivere questo tempo di quaresima verso la gioia della Pasqua.

Un pensiero su ““Senza la Pasqua che fai quaresima a fare….” – Omelia Mercoledì delle Ceneri 2016 – C

  1. chiara

    rinuncia,preghiera,condivisione? è vero , è solo questione di allenamento… e alla fine di ogni allenamento “stai bene”, anzi stai meglio di prima!! Buona Quaresima e grazie don Matteo!

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