Al numero 6 del foglietto troviamo l’orazione: cioè preghiera.
La celebrazione è appena iniziata, con un canto ed il saluto, chiedendo perdono ci siamo “puliti le scarpe”, il Signore ci ha accolti con la sua misericordia e prima di metterci in ascolto della Parola, lo preghiamo con i nostri desideri e intenzioni. Eccola! Quasi a dire.. grazie che ci stavi aspettando, avremmo bisogno di, portiamo nel cuore questo desiderio. E’ sempre una preghiera molto bella. Oggi l’omelia l’inizierei da qui: che dice? Che il Signore è padre e noi suoi figli, non vuole abbandonarci. Quindi siamo a casa nostra. Aggiunge, bellissimo, che Lui vuole rivelarci il suo nome, cioè la sua identità, dirci chi è.. molto più importante di quel che pensiamo noi di Lui. Siamo a casa e Lui ha qualcosa da rivelarci di sé. Lo ascolteremo? Ci fidiamo? Continua, un verbo molto forte, infrangi: sa di vetri che si rompono, schegge ovunque, infrangi, resistenza vinta.. boom.. rottura improvvisa, irresistibile. La durezza della nostra mente e del cuore. Dobbiamo scegliere con umiltà di riconoscere tale durezza in noi.. consolidatasi con l’abitudine, una certa educazione mai messa in discussione, pigrizia, superficialità; mente significa intelligenza, capacità critica, idee, consapevolezza e coscienza…dure cioè chiuse, rigide, che non si fanno scalfire. Non vogliamo capire. Il cuore duro, ripiegato, freddo o tiepido, orgoglioso, superbo, che sta bene così. Abbiamo il coraggio di riconoscere tale durezza?
Possiamo mangiare pesce il venerdì e far rosari, messe e fioretti ma.. se non partiamo da qui faremo poca strada e nella direzione opposta. Prosegue.. per saper accogliere. Interessante: noi siamo cristiani innanzitutto perché accogliamo e ci mettiamo in discussione. Ci lasciamo evangelizzare, cioè annunciare cose belle e utili. Ne abbiamo bisogno? Davvero??? Non è già tutto deciso e scontato. Accogliere con la semplicità dei fanciulli. Bellissimo.
Pensate a quando Gesù dice: “se non ritornerete come bambini”.. non dice “se non restate come bambini” (a volte infatti la nostra fede e le nostre idee su dio sono tremendamente infantili..) e portare frutti di vera conversione. Significa che qualcosa in noi è chiamato a mutare, nella nostra mente e nel cuore e che sia un cambio liberante che “continua” specifica.. non un episodio da quaresima, ma una pagina nuova che inizia, una sicurezza in più, una scelta concreta, un passo in avanti nella mia vita spirituale.
In poche righe stiamo offrendo al Signore, prima di accogliere la Sua parola per noi, i nostri desideri sinceri.
Poi arriva il vangelo, la buona notizia: Dio non castiga. Mai!
Provocano Gesù con un fatto di cronaca, una disgrazia, come le mille che ascoltiamo tutti i giorni e Lui rilancia con una seconda.. a dire che se continui a pensare Dio così, uno che castiga, punisce, retribuisce.. ti devi convertire, quello non è Dio Padre. Non è Lui a chiamare in paradiso i fiori più belli o a non fare niente per le guerre e i poveri. E tale conversione siamo chiamati a viverla non per paura ma per amore di quel padre e per fedeltà al Vangelo!
L’azione di Gesù di fronte ai peccatori o a coloro che non portano frutto, non è mai un’azione punitiva, ma vivificante, offre ancora nuove possibilità di portare frutto, cioè vita, e non solo offre questa possibilità, ma collabora perché questo si realizzi. In settimana la chiesa si è riempita per ben 3 sere di gente, assetata di Dio, ripenso alle messe del giorno delle ceneri, alle riunioni dei genitori, a quella dei lettori, affollata di gente interessata alla Bibbia (bellissimo!) come pure alle tante persone che iniziano a frequentare la canonica cercando ascolto, confronto, sollievo.. tutto questo e tanto altro, non sono quelle condizioni che aiuteranno il fico a portare frutti, come nel vangelo? Gesù collabora attraverso la chiesa. Le nostre parrocchie sono a servizio innanzitutto di questo: della qualità evangelica di vita di tutte le persone, non solo di quelle che frequentano; possa infrangere paure e resistenze, chiacchiere e sospetti; ci aiuti, come quel contadino del vangelo, a garantire e far crescere quelle condizioni, con le quali ciascuno si possa lasciar incontrare dall’amore misericordioso di Dio Padre.
Saranno questi i primi e veri frutti della nostra conversione per questa quaresima, desideriamoli con fede e con speranza, nel Signore.