Vivere in ascolto. Omelia XXXIa t.o. 2018-B

 

Unknown

Padre, ho pregato tanto, ma il Signore non mi ha ascoltato…Si signora, ma noi prima dovremo ascoltare poi pregare…

Prima cerchiamo di ascoltare cosa e come lui abbia da dire alla nostra vita..poi preghiamo per avere la forza di realizzarla…allora si le cose cambiano e siamo cristiani sul serio…

 Qual è il 1° dei comandamenti si sente chiedere Gesù…

Significa l’architrave sul quale tutti gli altri sono appoggiati. Volendo osservare, sarebbe già sufficiente la sua risposta mentre cita la tradizione ebraica, lo “schèmà Israel” biblico…appunto ascolta.  1a lettura, Deuteronomio 6

Tutto parte con il mettersi in ascolto. Percepire una presenza, relativizzarsi, mettersi da parte, in discussione, a confronto. Sapere, come primo atto di fede, che c’è Qualcuno che per primo ti ha voluto rivolgere la parola. Che la vita, prima che orgogliosa iniziativa epica e solitaria, a volte disperata e struggente, può essere risposta, vocazione.

E che ha qualcosa di bello e promettente da sussurrarti. Un vangelo, appunto “buona notizia che sorprende” … per meno non ne vale davvero la pena…saremo cristiani schiavi e impagliati.

L’amare ed il fare vengono dopo, altrimenti sarà imposizione morale, virtuosa, volontaristica o melensa scelta etica, relativa e indefinita…

Cuore, mente, forza, anima dicono bene l’organicità della risposta. Non solo devozioni, non solo “fare”, non solo preghiere e valori ma intelligenza, spirito critico, conoscenza, passione, entusiasmo, interesse.

Ascolta…è il primo atto di fede, di ciascuna delle nostre vite: se scelgo di ascoltare sto intanto credendo che non sono solo.

Che c’è qualcun altro. Se lo ascolto mi fido che abbia qualcosa da dirmi. Se scelgo di ascoltare gli lascio l’iniziativa: cerco di offrire solo un cuore disponibile a lasciarsi stupire e mettere in discussione. Solo così potrà scaldare e guidare la mia esistenza, darle sapore e significato.

Penso a quanti di voi vengono qualche minuto prima in chiesa cercandovi un po’ di pace, di silenzio, col foglietto in mano per leggere per conto proprio le letture…

A quanti pregano per conto proprio la Parola di Dio, magari coi sussidi che troviamo in fondo alla chiesa…o scelgono una messa durante la settimana, a quanti ti cercano per fare due parole, per riconciliarsi con calma, per sfogarsi o chiedere un parere, un confronto, per non vivere a caso…restano in ascolto di sè stessi e di ciò che Dio vuole sussurrare nei loro cuori. Ma anche a quanti vivano nel proprio quotidiano la fatica a farsi ascoltare, ad essere ascoltati e creduti, come pure il sacrificio di un ascolto impegnativo e faticoso di certe realtà da vivere e condividere.

Se mi metto in ascolto e ci credo…l’atto di fede più grande e sensato  é che Lui mi voglia felice. Ed io ci creda.

Ascoltare. Dare la precedenza: credere che Lui ci sia e abbia qualcosa di bello da dirmi, da farmi scoprire e gustare, con cui ristorare e illuminare la mia vita. Vivere in ascolto. Vivere orientati…da oriente..da dove nasce Cristo luce del mondo…se cerchiamo questo non siamo lontani dal regno di Dio… che è già anzi vicino, prossimo a noi…

Quanto mi piacerebbe uscire da qui col cuore desideroso di restare di fronte a questa consapevolezza. Chiediamo al Signore questa disponibilità…preghiamolo di concederci l’umile determinazione di farlo…essere cristiani sia desiderare di vivere in ascolto.

 

 

 

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