Sbagliarci su Dio è il peggio che ci possa capitare, perché poi ci si sbaglia su tutto, sull’uomo, su noi stessi, sulla storia, sul mondo (D. M. Turoldo).
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In ascolto del Santo Vangelo secondo Luca 18, 9-14
Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: «O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo». Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
“Intima presunzione”… “Essere giusti”… “disprezzare gli altri”: mi fa morire, Gesssùùùbbello! Credo siano tre passaggi del suo discorso parabolico ai più che ci fanno così bene. Non servirebbe nemmeno leggerla, la parabola. Fermarsi al motivo per cui la inventa e proclama credo sia ben più che sufficiente. Ci riguarda? ci è mai successo di sentire dolciastra nel fondo del cuore o sulla punta delle labbra questa sensazione? Disprezzare poi si può coniugare in tanti modi: basta anche uno sguardo o un sorriso beffardo, un pensiero rapido, un movimento inconsulto delle labbra o del naso che si arriccia. Con che consapevolezza ci mettiamo a pregare? che volto di Dio sentiamo (non pensiamo) di avere davanti – dentro? Cosa vuole dire per me essere giusto? rispetto a cosa? dove è scritto nel vangelo di doverlo essere?
Quanto ci farebbe bene credo sostare su queste espressioni e sul volto misericordioso di Gesù che ha bisogno di ricordarci, pur con una carezza contropelo, che così non va, non si va da nessuna parte e non si incontrerà mai il volto del Padre. Forse si sentirà addosso il volto di dio ma non del Padre.
…solo il Signore sa quanto volte lo ho incrociato senza degnarlo di uno sguardo o di un pensiero neanche lontanamente fraterno… senza degnarlo neanche di uno sfuggente sorriso di umana solidarietà… e adesso solo Lui mi potrà perdonare… se lo meriterò.