Buon Natale di merda a tutti! 2019-Notte

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Quando è stata l’ultima volta che avete giocato a nascondino? 

Lo facevo spessissimo, perché con la compagnia di amici e scorribande, avevamo accesso a dei capannoni abbandonati  (pericolosissimi, ripensandoci!), e ci divertivamo un sacco.

Lo ricordiamo, no, questo gioco? Semplice ma emozionante e soprattutto liberatorio quando il più scaltro riusciva correndo ad arrivare a toccare il muro urlando esultante la fatidica frase: (👂🏻)       “Tana libera tutti”. Eravamo salvi!

   Carissime/i, proviamo a guardarlo da qui il Natale, stanotte. Da quella mangiatoia esce una manina rosea, paffutella: sbatte sulla testa del musso, svegliandolo e dice… “tana libera tutti”. Tutti liberati perché sono arrivato io: “Oggi è nato per voi il Salvatore”. Nascendo vuole offrire quella sua mano a ciascuno di noi, batti 5! Io sono venuto per la tua salvezza! perché tu ti possa rialzare,…non solo.. a farti emozionare e commuovere…

  Provate innanzitutto ad immaginare se venendo qui in chiesa, spesso o magari solo questa sera, non importa, ci sentissimo dire che il Figlio di Dio è venuto dal cielo ad annunciare un messaggio di speranza solo per i buoni, i praticanti più puri e degni, a quelli che se lo meritano, suvvia, che brutto sarebbe, che noia! 

Gesù non è Babbo Natale che porta i regali solo ai bambini bravi no, no! Non avremmo alcun motivo per esultare, né verremmo inondati da una luce nuova. Avremmo sentito ribadire ancora ciò che per secoli era stato ripetuto: chi si comporta bene, rispetta i comandamenti, fa i fioretti, dice le preghiere, va a messa…è amato da Dio! gli altri sono serie B, da tener distanti…un salvatore che inizi subito a fare differenze? No, grazie. Tana libera tutti, invece!

   Ma libera da che? Se davvero è per tutti, direi intanto dalle solite immagini malsane e false di un Dio che esclude, si tappa il naso e gira dall’altra parte di fronte a qualche pagina sgualcita delle nostre vite. Dio non ha nessuna colpa di come abbiamo vissuto il rapporto col nostro papà, con quel vecchio parroco o la religiosità che ci è stata trasmessa: è sempre altro e meglio! Non castiga, condanna né dimentica mai nessuno. Queste immagini, sedimentate in noi, vanno sempre illuminate e bonificate dal vangelo: perché diventano percezioni, cioè stati d’animo e quindi azioni, comportamenti, abitudini e così si vive da schiavi, nella paura, nel compromesso, nella ribellione o nell’indifferenza. 

Ecco, in quella mangiatoia, il volto definitivo di Dio, lo stile con cui Lui ha voluto rivolgerci la parola, diventando uomo e azione. Gesù è l’unica password per fare esperienza di Dio come Padre, il Suo biglietto da visita per noi. Nasce così, da figlio, perché si possa smettere di credere in un Dio vago, delle religioni, del folklore spirituale, dei valori importanti e delle tradizioni ma in un Padre: buono e misericordioso per tutti…e premuroso con ciascuno!

   Ma anche liberati dalle altrettanto malsane e cattive idee su noi stessi che ci facciamo e che a volte son così comode, alibi…son così, non sono colà, dovrei, bisognerebbe, eterni Calimero, vittime sempre al centro dell’attenzione: tutti ansia, cose da fare, sempre di corsa e ho perso la pazienza. Tutto qua? Sulla mangiatoia poniamo il figlio di Dio Salvatore ma a noi basterebbe solo una confezione famiglia di Tavor o una magnum di Lexotan? Salvarci da una tremenda solitudine e impotenza, da un cielo vuoto, una religiosità sterile o una preghiera vana e monotona.

Ma libera come? Lo fa traboccando fuori…in due momenti.

-Il primo: Dio non si è affacciato da una nuvola guardando giù e chiedendo all’umanità se era pronta, a posto, convinta e senza peccati. No! Non è un premio, Gesù, ma un compagno di viaggio! Non lo devi meritare ma solo accogliere così ti insegna a meritarti!

Pensate alla formula del sacramento-matrimonio, o al battesimo!  

-Il secondo: per fortuna non c’era posto nell’albergo-alloggio: ve lo immaginate? una stanza chiusa a chiave, le tende tirate, orari di visite, turni, state fuori, voi sì, che siete i parenti e voi no…è nato per voi un salvatore…rendiamoci conto che l’angelo, cioè la buona notizia, (non la statuina!) è rivolta per primi ai pastori…in una grotta. Non in una chiesa ai parrocchiani ma agli ultimi e meno credibili e raccomandabili pastori, pagani, sporchi e impuri. Che bello poi che non ci fossero porte e finestre, nessun muro di cinta e protezione; nei nostri presepi abbiamo centinaia di casette ma una sola grotta, spalancata sul mondo: e per farci sentire cosa? 

La magia del Natale? No, anzi! Quel bellissimo profumo di latte, muschio, pane? di vita…no dai, ammettiamolo: quell’umanissimo, reale e acre odore…di merda! e non solo perché in una stalla, bue, e asinello, da cosa volete che sapesse? dai! ma quell’odore di chiuso che spesso emaniamo, quando pensiamo di esserci solo noi, di essere già a posto o i più furbi, avere solo e sempre ragione noi, prima noi, i nostri diritti se no denuncio tutti, i nostri protagonismi se no non vengo più, i nostri doppi fondi e compromessi, i soliti peccati, innocenti ma gustosi, quando con orgoglio o mal celata presuntuosa umiltà vorremmo salvarci da soli, arrangiarci, continuare a credere a modo nostro nei nostri dei, idoli fatti di tradizioni morte e devozioni vuote, parrocchie che vorremmo farmacia, museo o palcoscenico e mai …palestra o autogrill. 

Quella merda di cui siamo fatti e ci fa percepire deboli, volubili, fragili, in cui rimbombano sempre le nostre ferite, gli errori, facendoci sentire sbagliati, non voluti, inutili, abbandonati o in balìa di chissà chi o chissà cosa…come volete chiamarla? ci fa tremendamente soffrire, isolare, ci illude e umilia.. e possiamo metterci sopra le devozioni o le preghierine, le buone azioni o gli impegni pastorali ma è quello siamo, peccatori professionisti, creature! ma così salvati -sempre e solo- da Gesù, tana libera tutti! Gesù lo sa che siamo fatti così, ce lo ha ricordato lui, ma mai, mai si tapperà il naso per l’odore, scandalizzandosi di quello che siamo, qualsiasi cosa facciamo non si girerà mai dall’altra parte!

Penso a quella vecchia canzone di G. Gaber, L’odore, mi sono fatto tutto da me…mi son fatto tutto di…    A V. Rossi che alla radio canta “se ti potessi dire, le abitudini di cui non vado fiero, gli errori che rifarei“. Ma anche a De Andrè che in “Via del campo” ci ricorda che “dal letame nascono i fior…”:il nostro letame è scarto vergognoso o concìme? Dipende da che vogliamo farcene: vergognarci, nasconderlo, far finta di nulla o viverlo con fede? 

“ti basta la mia grazia, dice S. Paolo ai Corinti, la forza si manifesta pienamente nella debolezza. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo…essere mangiatoia, fargli spazio e poi continua.. quando sono debole, è allora che sono forte.” Così siamo creature, fatti di questa nostra umanità debole, fragile e ferita, che ho detto così, in modo colorito, eppure proprio con la grazia di Dio noi riusciamo non ad eliminarla sta m. , anzi ma a trasformarla in vita nuova, concime per gli altri, sensibilità, empatia, attenzione, premura…quello che ci fa soffrire, nella fede e grazie al vangelo, può diventare risurrezione, cura, vittoria. Il concime, quello è, ma impariamo ad usarlo per gli altri e non per implodere di orgoglio e chiuderci nell’autosufficienza…Tana libera tutti…uno ha pensato a tutti, ha rischiato del suo, è corso avanti, non si è risparmiato e noi, gratis, possiamo essere salvati e riprendere a vivere davvero, godendo della sua presenza contro ogni solitudine e abbandono, impotenza o rassegnazione.

Noi non ci libereremo di quel che siamo, mai saremo degni di meritarci il suo amore ma non è questo il punto: Lui vuole dimorare nella nostra vita, anche quella più puzzolente per farci risorgere e concimare. Ecco la salvezza. Ci salva da noi stessi per vivere con noi. Buon Natale allora, cioè nascita, quel Gesù che ci viene a cercare ci trovi disposti ad accogliere la sua presenza, a riconoscerlo, lasciamoci raggiungere e accogliamolo nella nostra concreta realtà quotidiana, che possa diventare concime buono e utile, senza mai vergognarci di quello che siamo, mai…non lo fa Gesù, perché dovremmo farlo noi? Buon Natale a tutti noi allora, anzi…Tana libera tutti.

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