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Dal Vangelo secondo Matteo 13, 44-52
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
A volte per noi che si frequenta chiesa e cose varie, i brani del vangelo possono apparire come le vecchie barzellette: “si, la sappiamo, dai, è vecchia ma raccontala lo stesso, fa sempre ridere!” Nel senso che già sappiamo “come va a finire”, cioè “cosa dice” ma tutto sommato lo ascoltiamo lo stesso, fa parte del rito (!!) e poi avanti così. Oggi però le cose si fanno interessanti: il vangelo lavora di cesello su due fronti complementari. Non abbiamo spero, fretta di dire…”ah, si, so cosa significa…a posto! Abbiamo tutti voglia di svago, riposo, di non pensare alle solite cose, evadere con la mente, le vacanze, leggerezza, semplicità… abbiamo fantasmi covid che ci inseguono e anche magari all’orizzonte. Si sta svolgendo un’estate in sordina, senza nemmeno il classico tormentone alla radio o nella pubblicità e… che vuole allora sto vangelo? Già andare a messa pare di entrare in un negozio con tutte le cose da fare e l’ansia per arrivare dentro ai posti previsti…che avete ancora? Gesù ci offre due immagini molto dirette: tesoro e perla preziosa. C’è chi cerca (il mercante) e chi invece trova (è trovato? una persona generica). Questa doppia dinamica in cui ciascuno si può ritrovare. E’ bello riconoscere la Vita va sempre anche un po’ cercata e che una sana inquietudine aiuta la fede a mantenersi relazione con Risorto, non galateo devoto e qualunquista. Gesù pare dirci: per cosa vale la pena essere cristiano? Rispondi solo a questo: sospendi tutto quel che sai, pensi, credi e dimmi cosa vivi. Perchè continui? Da cosa si vede che sei cristiano? E non dire le tremende solite cose da filantropo. Fa già abbastanza caldo. E da cosa si vede che una parrocchia è cristiana? a cosa si può “rinunciare” speriamo tutto sommato anche presto… per continuare ad essere delle comunità cristiane e non solo “sociali” e ricreative? E se magari in questo periodo, al di là delle messe in streaming e dei divieti… imparassimo a chiarire a tutti noi cristiani…qual è l’essenziale? Cosa siamo disposti a perdere, come cristiani e appartenenti magari a delle comunità e alle loro molteplici attività e gruppi per dire… , per quel tesoro e quella perla che il Risorto ci offre ed indica per lasciar venire il Suo regno?