XXVII a T.O. – Anno B

“Non è perchè le cose sono difficili che noi non osiamo, è perchè non osiamo che sono difficili” (Seneca)



Lettura dal Vangelo di GIOVANNI 6,1-15

Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perchè vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e lì si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

Allora Gesù, alzò gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove potremo comprare il pane perchè costoro abbiano da mangiare?”. Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perchè ognuno possa riceverne un pezzo”. Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?”. Rispose Gesù: “Fateli sedere”. C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perchè nulla vada perduto”. Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: “Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!”. Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

 

Andrea… nota ma…non ne è sicuro… la situazione era chiara…ma c’è qualcosa di folle e irrazionale dietro l’accorgersi del ragazzo..
Ad un occhio più adulto pragmatico e concreto…non sarebbe nemmeno venuto in mente di poter associare quella colazione di pani e pesci con la possibilità di sfamare la folla… eppure lui percepisce una scintilla di inedita speranza, un frammento di mistero a cui aggrapparsi…un…”vuoi vedere che…”
ma cos’è questo per tanta gente?
quante volte, nella chiesa e nella parrocchia, nei nostri cuori …forse ci siamo detti questo o lo abbiamo sentito dire…
quanta normale e frettolosa banalità c’è in quella frase…quanto placido disincanto, quanti alibi…quanta paura…
questo…
questo pezzettino di pane azzimo che ogni domenica mangiamo…
questa parola tradotta e ritradotta, fraintesa e bevuta da 2000 anni che è la Bibbia…
questa donna e quest’uomo che si fidano e seguono più da vicino il SIgnore…
questa coppia che cerca di tener duro…
il mio modesto contributo di animatore, caposcout, catechista, volontario  o chissà quant’altro
un gesto di gentilezza, di accoglienza, di stima o pazienza, di rispetto o incoraggiamento…fatto magari senza aspettarti nulla in contrario…
senza proclami o applausi…senza nemmeno far sapere che l’hai fatto tu…
cos’è questo ..per tanta gente?
fermarsi 10 minuti da soli in silenzio, magari davanti a un crocifisso
e..tanto tanto altro…
la vita di una persona con problemi, un handicap fisico, un sacrificio nascosto, una croce portata in silenzio, una gravidanza portata avanti con coraggio
una scelta coraggiosa, un compromesso sventato….
e poi una lode a quel ragazzino…la mamma gli avrà preparato il pranzo al sacco… non l’ha tenuto per sè.. è stato il suo primo grande gesto per fare la propria
parte dietro a quell’uomo che stava da giorni seguendo assieme a tanti adulti…
Con questo brano ai vari campi in genere ci scappa sempre la classica attività..
disegnare su un pane o un pesce di carta… i propri doni…la propria disponibilità…quello che ti senti di offrire a Gesù di tuo perchè lo faccia moltiplicare
in modo incalcolato e inatteso, insperato….
tu cosa scriveresti, oggi, sul tuo foglietto di carta a forma di pane?

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