Una Carezza e un Pugno – Omelia XXII a T.O. – Anno B

(dialogo scenetta)

Capita, a volte, che qualcuno, chiedendo un sacramento… il battesimo del figlio, il matrimonio o altro…tenti di rassicurarmi che lo fa perchè cristiano cattolico! “Son credente”…dice…

Allora capita, in alcuna di queste volte, che sia divertente (evangelicamente divertente!!) chiedere conferma di alcune cose…tipo… ah, beato lei che é tanto credente e cristiano…

significa che va a messa tutte le domeniche? no

che si confessa regolarmente? no

che prega mattino e sera? no

che crede che davvero Cristo sia vivo per noi nel pane consacrato?

che non ha tanta paura della morte perchè poi tanto si risorge?no

che cerca di leggere la Bibbia e conoscere Gesù? no

che perdona i suoi nemici, porge l’altra guancia? no

che non giudica e accoglie soprattutto gli ultimi? no

ecc ecc ecc… la lunga fila di no é sempre imbararazzante

Allora cerchiamo di capire insieme che significa dirsi cristiani, proviamo insomma a guardare in faccia la realtà senza ipocrisie e senza paure.

La pagina di vangelo che oggi la liturgia offre alla nostra vita direi che é scomoda ma liberante.

In particolare quelle due domande: non possiamo non provare a farle rimbombare nei nostri cuori.

da chi andremo? volete andarvene anche voi? come due transenne, due sponde che ci indirizzano con forza verso un centro…

E’ scomoda, questa pagina, perchè ci chiede di prendere coscienza davvero di cosa significhi essere cristiano, al di là delle facili dichiarazioni e tradizionali appartenenze.

Quante volte Gesù nel suo vagare tra le storie e le esperienze di Galilea, ascoltando, predicando, guarendo….diceva e annunciava le cose come stavano…. 3 volte parla della sua passione…e i discepoli invece si chiedono, ricordate? come avere i primi posti  o quando parlava in parabole… o li copriva di pane per poi vederli preoccupati nella barca a contare quanto ne fosse rimasto…o a rassicurare Pietro del suo imminente tradimento….

Oggi la Parola ci chiede se ci siamo mai scandalizzati del vangelo, se ci siamo mai trovati spalle al muro, a sbuffare o a degluttire a fatica di fronte a una pagina in cui ci viene chiesto di fidarci, di tagliare e andare controcorrente, di fare una cosa che ci sembra contro natura come perdonare, accogliere, andare oltre…di credere a cose che ci fanno faticare…come persone e come cittadini… insomma se l’abbiamo mai preso sul serio.

Se lo abbiamo mai davvero percepito pesante e scomodo, per noi, per i nostri figli, per il lavoro e per la società che abitiamo. Se ci siamo confrontati realmente con esso, sentendo quanto ci mettesse a nudo e fosse esigente.

Quante volte lo abbiamo miscelato di buon senso, allungandolo con i nostri buoni propositi o facendo finta di nulla, perchè tanto…. é per qualcun altro…fa lo stesso…

Oggi Gesù chiede anche a me, a ciascuno qui… vuoi andartene anche tu? cioè…non ti va più di dirti cristiano? di seguirmi? hai voglia di provare a vivere senza? quante persone non religiose son spesso molto più serene e libere di noi…

Perchè finchè c’è da portare i figli al camposcuola, celebrare un battesimo, fare l’albero di natale o mettere il crocifisso nelle scuole o mangiare alla sagra..certo siamo tutti cristiani: ma quando sentiamo parlare di certi precisi messaggi sul bene comune, sul regno di Dio, sulla sessualità, sull’eutanasia o sull’aborto, sul perdono, sulla vita dopo la morte, sulla giustizia fiscale, sociale e economica, …ahi! sentiamo che l’attrito é forte e scomodo e che alcune pagine del vangelo le vorremmo strappare. Come non ci fossero.

Credo sia molto sano aver provato e a volte provare tutto questo. Molto sano avere alcune pagine del vangelo che ci siano chiaramente e serenamente indigeste e sentiamo lontane e difficili..senza scandalizzarci o far finta di nulla.

Sentire non che é impossibile ma certo non immediato e costa un po’ di fatica, chiede allenamento e un salto quotidiano di fede, di abbandono. Quante volte la voglia di lasciar perdere, far finta di niente, dire..tanto é lo stesso, anche se mi accontento di apparire e basta…. ti ho stancato? sembra dirci Gesù..non mi vuoi più ascoltare? Ecco perchè questa domanda é scomoda. Perchè troppe volte sentiamo parlare di cristianesimo e identità cristiana, di radici cristiane…quanti politici si fanno i gargarismi con queste parole… litigandosi il baluardo a difesa della cristianità… troppo di cristianesimo ma così poco del Cristo.. di Dio…che mette tutti d’accordo..ma poco del Suo figlio..che ne ha incarnato la vita e l’amore.

Questa domanda ci riporta alla nostra umanità, mette a nudo la nostra fede, la nostra pigrizia e fatica. Ma ci dona una maggior aderenza e trasparenza di noi. E questa verità rende liberi…come disse S. Paolo.

E’infatti anche liberante…bellissimo! perchè solo dopo averci fatto sbuffare e degluttire a fatica, dopo aver toccato con mano il nostro peccato e le nostre resistenze…possiamo con umiltà lasciarci sollevare il capo, come un bambino che non abbia più il coraggio di incrociare lo sguardo del papà..     per iniziare a balbettare…

da chi andremo? tu solo hai parole di vita eterna.

Magari questa frase potessimo ricordarla spesso, averla nel cuore, come una di quegli intercalare che una volta si chiamavano giaculatorie…  vorrebbe dire che se da un lato ci stiamo confrontando seriamente con il fermentare del vangelo in noi…dall’altro stiamo facendo esperienza liberante di un Gesù che ci accoglie come siamo e ci dona la sua forza..per seguirlo, il suo corpo e sangue per darci forza, la sua parola per farci veri, liberi e audaci… una Gesù che é relazione e fedeltà, non coerenza di valori.

da chi andremo? tu solo hai parole di vita eterna.

vorrebbe dire che abbiamo avuto l’onestà di riconoscere che altre strade da noi scelte non ci hanno reso felici, ci han fatto più tristi e vuoti… che abbiamo fatto esperienza, come il figlio al prodigo, che quando pensiamo solo a noi stessi, che quando non ci vogliamo fidare, alla fine …qualcosa si atrofizza o si spegne. Anche se siamo liberi di continuare a sceglierlo, una voce in noi ci sussurra leggera che stiamo scegliendo solo la sopravvivenza… ma siamo liberi, ci lascia liberi di farlo. Lui non cambia idea. Ed é li come il padre misericordioso ad accoglierci. Ci é fedele ad oltranza. Si fida più lui di noi che noi …di noi stessi…

Vorrebbe dire che mentre guardiamo il mondo, alcune sue scelte politiche, finanziarie o sociali…che escludono certi valori per esprimerne solo altri, certe scelte o certi orizzonti…sentiamo che qualcosa non va…ed é un appello ad un educare mai come oggi urgente ed insispensabile, ad un impegno umano e civile che non accetti scuse o ritrosie…il cristiano non può dirsi esente da un maggior impegno civile…concreto..

Tu solo hai parole di vita eterna…

solo…perchè abbiamo mendicato anche altrove…e forse percepito la differenza…

parole…perchè rispetta la nostra libertà e ci dona responsabilità… le “parole” funzionano solo se accolte e ascoltate…

vita eterna… cioè di vita piena, gustosa, impegnativa ma carica di senso, che risulti utile, vera, liberante per chi ogni giorno vi si affida, a queste parole..anzi a questa persona, Gesù Cristo, che si é fatto Parola, parola di Dio per noi…

Potessimo sentire queste due frasi come due carezze con cui il Signore Gesù questa sera (oggi) ci vuole incoraggiare e rinfrancare il cuore…guidandoci ad una maggior verità di noi e di Lui, del suo messaggio, davvero allora liberante, come il nostro salvatore…

allora si varrà la pena dire che siamo cristiani, e dirlo con il cuore e con la vita.

Sia almeno questo il desiderio che offriamo adesso al Signore perchè ci faccia sentire la sua promessa di vita bella, di vita vera, di vita eterna.

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