Lettura dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15
In quel tempo disse Gesù ai suoi discepoli: ”Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
Da una vita ci facciamo il segno della croce. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Ma che vuol dire? Che significa per noi?
In quanti.. “dii” dobbiamo credere? Già ho i miei problemi con uno..
Eppure.. e fosse uno.. il rapporto sarebbe frontale.. vis a vis.. impari, asimmetrico..
Se fossero due.. sarebbe ancora impari, come una commissione d’esame di fronte al quale sostare.. loro due mi guardano e io mi sento in imbarazzo..
Sono tre.. come le tre dimensioni al cinema, il 3D, come un trepiedi che crea una tenda..
Solo in tre creano uno spazio in cui io possa entrare ed essere accolto.
La relazione d’amore tra il Padre e il Figlio.. mediata dallo Spirito Santo che è il loro desiderio d’amore.
Una famiglia insomma. Per noi Dio è una famiglia.. in cui essere accolti.
Attraverso lo Spirito Santo io posso fare esperienza di Gesù nei sacramenti, nella preghiera, nella messa, nella carità, nella mia coscienza e nel mio cuore.
Facendo esperienza di Gesù io sento Dio vicino, come un Padre.
Altrimenti a Dio farei dire e fare qualsiasi cosa.
Solo così posso fare una vera esperienza cristiana. Il mio riferimento è Gesù.
Questo mi garantisce un corretto rapporto con Dio Padre. Ma la mia vita cammina e vive con Gesù al fianco.. come compagno.. Lo Spirito è un mezzo, un router, una presenza che mi permette.. e così comprendo chi è Dio.
Gesù è la didascalia, l’interfaccia, l’immagine di Dio.
Ecco la Trinità: un Dio che è continua relazione d’amore di cui partecipare, da cui sentirsi creati, sostenuti, indirizzati, attesi e accolti.
Insomma.. Dio, Padre, Figlio, Spirito Santo.. continuiamo a chiamarlo “Trinità”.
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“lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità” Queste parole mi sono rimaste più impresse perché sento che in qualche modo sono aderenti ad una mia, e credo nostra, aspirazione continua. Quella di “capire” le cose che ci accadono intorno. Se lo facciamo da soli, con le nostre misere, e certe volte miserabili forze, facciamo danni. Travisiamo, giudichiamo, incolpiamo, assolviamo pensando di aver capito tutto, e invece…. Essere guidati dallo spirito di verità credo ci debba mettere in pace col mondo, dovrebbe farci riconoscere che non siamo onnipotenti e che non ce l’ha ordinato il dottore di capire e risolvere tutto. Credo anche che sia quello che ci aiuta a metterci al nostro posto, ci fa capire in umiltà che possiamo fare fino a là e non oltre e che se facciamo il nostro non dobbiamo sentirci in colpa per non aver fatto di più. Soprattutto ci mantiene rispettosi dell’interiorità altrui e ci aiuta a fermarci con i nostri giudizi sulle azioni altrui consapevoli che non possiamo sapere cosa si cela dentro il cuore del prossimo….
Dio ci vuole incontrare, ha “molte cose ancora da dirci”, ma c’è un percorso da compiere, una strada che ci porta all’incontro con Lui e se non abbiamo percorso questo sentiero non siamo pronti, “non siamo capaci di portarne il peso”. In fin dei conti in queste parole c’è tutta la nostra esperienza della difficoltà dell’incontro diretto con Dio, di sentirlo, di vederlo. Un Dio che ci attende, ma noi non siamo pronti. Quante volte ci sembra assente, incomprensibile…
Ma non c’è relazione se non si fa lo sforzo dell’andare incontro e in questo pezzo di strada, fatta di esperienze, incontri e sogni, che ci separa dall’appuntamento con Lui, non siamo soli, abbiamo una Guida, lo Spirito … forse, se non sappiamo dove andare, dobbiamo solo imparare a fare un po’ più di “silenzio” per sentire la voce di questo “navigatore satellitare”.