“Rimetti a noi i nostri debiti”.. Avete presente?
A metà del Padre Nostro.. rimetti a noi i nostri debiti: probabilmente una frase che diciamo almeno una volta al giorno da una vita. Ma che significa? Quali debiti? Non ne abbiamo già abbastanza di rogne piantate? Di mutui, di finanziamenti, di rate..di debiti? Ci si mette anche Dio a batter cassa? Già sappiamo, qui in Italia, che abbiamo.. tutti compresi anche i bambini, perfino quelli che stanno per venire al mondo.. circa 30 mila euro a testa di debito con lo stato.. ne abbiamo già anche con l’Altissimo? Che significa “debiti”.. che intendeva dire Gesù? Che c’entra col Vangelo di oggi?
Quando lo diciamo non stiamo chiedendo a Dio di dimenticare i nostri errori, dare un colpo di spugna al nostro passato, stracciare le cambiali di una vita tiepida o fallimentare, ma di COLMARE il debito d’amore che abbiamo “accumulato” nei suoi confronti, gli chiediamo di insegnarci a corrispondere al Suo amore. La nostra preghiera più che al passato è rivolta al presente.
Ed é rivolta ad uno che vuol essere vissuto come padre. Diciamo Padre nostro.. Allora le cose si fanno interessanti, da tale prospettiva.
Può forse un figlio, in qualche modo, dirsi in debito d’amore coi genitori? Può sperare di fare mai qualcosa di abbastanza grande, bello e duraturo per contraccambiare al dono della vita ricevuto? E che senso avrebbe, poi? No!
Umanamente diciamo no, perchè forse finalmente iniziamo ad uscire.. o meglio comprendiamo che non possiamo più restare avvinghiati ad una pur rassicurante logica commerciale di quantità! Non è questione che ho ricevuto un tot e devo restituire. Perchè se no non è più amore. Un figlio non può ne deve vivere il debito nei confronti di un genitore. Solo vivendo al meglio la propria vita e i propri doni, renderà onore e merito ai propri genitori. Dovremmo ricordare questo anche nel rapporto con Dio padre.. che caso..infatti nel Pdre Nostro immediatamente dopo Gesù ci chiede di dire “come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
Il problema della vita allora é quello di riconoscerla come un dono di amore e non un debito da estinguere.
Perchè scatta in noi sempre quella sottile tentazione tendenza a contraccambiare? A dire.. faccio anche io? Tocca a me?
Perchè è così difficile mettersi comodi e lasciarsi amare e coccolare gratis.. senza avere ogni volta le convulsioni di coscienza perchè dobbiamo contraccambiare?
Diciamo allora.. rimetti a noi i nostri debiti cioè insegnaci ad amarti in maniera diversa, capendo che così come ci sembra giusto a noi.. di cercare di rimetterli, cioè di ricambiare.. non ce la faremo mai e vivremo sempre all’inseguimento e insoddisfatti.
Per certi versi il vero peccato é quello di non accettare di restare debitori, necessariamente insolventi, perchè insolvibili nei confronti di quanto ci ha dato Gesù.
La questione nel Vangelo tra Simone il giusto osservante, puro fariseo e la prostituta che compie un atto di amore puro e disinteressato.. è tutta qui.
Simone pensa alla quantità, lei alla qualità. Lei ha capito che non ci si deve sentire in dovere di contraccambiare davanti a Dio, di meritare, di sentirsi al suo livello e quindi come fossimo in grado di dargli anche noi qualcosa..
Lei ha capito che si ama gratis, come si è capaci. Lo fa infatti con l’olio da massaggi, i baci, le carezze.. é meraviglioso questo volto di Gesù che la lascia fare, senza malizia ma con grande libertà..
Facciamolo anche noi, innanzitutto accettando il Suo amore e l’incredibile senso di potenza liberante di non poter ne dover contraccambiare, ma solo e sempre accogliere..
Siamo cristiani non perchè facciamo qualcosa per Dio ma quando accettiamo che sia Lui innanzitutto a fare qualcosa per noi.
Per il fariseo Dio è un giudice che ripaga i meriti in proporzione..
Per la donna.. Gesù la chiama così, senza doppi fini o sorrisetti.. invece tutto parte dall’amore da ricevere.
Non devo contraccambiare o restituire niente. Devo solo lodare e benedire.. nel suo caso con quei gesti.. che non son certo fatti per “rimettere i debiti”, ma per dire un messaggio.
Davanti a Dio non abbiamo accumulato niente.. se non purtroppo un disumano senso di colpa, di dovere.. di voler contraccambiare, meritare, conquistare.. ma questo che abbiamo davanti, pur inconsciamente allora, mica è un padre.. è un padrone.. da soddisfare, davanti a cui poi sentirsi giusti, a posto..da gestire.
Che fatica. Rimetti a noi i nostri debiti significa allora.. pensaci tu.. a convertire il mio cuore da un dover essere a un voler accogliere..
Mi chiedo: ma tra la donna e Simone.. chi é la vera prostituta? La donna o il fariseo giusto, molto religioso e devoto che vuole meritare l’amore di Dio? L’amore, per definizione é gratuito. Non lo puoi meritare e conquistare con le buone azioni e la devozione. Altrimenti non stai permettendo a Dio di essere Padre, che ama gratis, ma padrone, con cui contrattare sconti, pagamenti, risoluzioni. Meritare l’amore.. viene in mente la parola “meretricio”.. che forse ricordiamo che significa, no? La stessa parola.. Allora forse questo ci può provocare a guardare nei nostri cuori e chiederci se stiamo cercando di meritare, conquistare la benevolenza di un padrone o gustando e godendo l’amore di un padre? L’amore é sempre e solo dono. Il fariseo é chiamato a riconoscersi nella peccatrice, come nella parabola del padre misericordioso il fratello maggiore nel minore per partecipare alla festa d’amore di Dio. La prostituta, ritenuta tale dal fariseo, gli fa da specchio nel suo peccato.
Chiediamo a Dio padre di aiutarci nel riconoscere ogni giorno i segni del suo amore per noi e sentire che ci ha indicato un solo modo per avere idealmente rimessi i debiti nei suoi confronti, quello di amare i nostri debitori e dilapidare i crediti d’amore che ognuno può donare agli altri.. che proprio perchè ci scopriremo figli, potremo gustarli come fratelli e sorelle nel suo nome, uscendo da questa celebrazione traboccanti di amore.