“E ora a voi la parola, affezionati lettori..” – Omelia XIIa T.O. – Anno C –

Questa settimana ho voluto mettermi in ascolto: mi sono permesso attraverso il blog in internet  di girare la stessa domanda di Gesù a qualche centinaio di persone. La parola a voi…

“Lo troviamo nelle persone che incrociamo nel nostro percorso di vita , negli occhi dei nostri cari. Attraverso la Madonna lo preghiamo per arrivare al Padre con il cuore pieno di speranza, chiedendo perdono e comprensione…e ispirazione nel percorrere questo cammino di fede. E’ LUCE!”

“Tu, Gesù, sei l’unico che non mi delude mai e mi sorprende sempre. Sai consolarmi e stimolarmi. Sai quando usare con me la carota e il bastone. E in entrambi i casi lo fai per amore anche quando non capisco, mi arrabbio e con testardaggine mi ostino a voler fare da sola e di testa mia.
Sai avere a che fare con me, che cambio così velocememnte e odio stare immobile. Ci sai fare con me più di mio marito, di mia madre, più del mio migliore amico… E grazie a te mi sento profondamente amata e amo profondamemte mio marito, mia madre, il mio migliore amico
Cristo per me è come il sole all’orizzonte: rischiara la mia vita, mi indica la strada, mi fa distinguere la luce dalle ombre, il bene dal male… purtroppo proprio come il sole all’orizzonte mi rendo conto anche che non Lo sento vicino, che Lo percepisco lontano da me e irraggiungibile.
E’quello con cui ultimamente ho seriamente litigato.
Quello a cui non ho rispiarmiato nulla.
Ma è anche quello che abbraccio su un pezzo di legno; quello verso cui, la sera prima di dormire, allungo la mano lasciando una carezza…a volte più tenera, a volte più dura.
Quello che incontro negli occhi di chi mi ama, e quello con cui mi scontro negli occhi di chi mi ama.
E’ quello che mi accompagna e mi sostiene quando vado al cimitero a trovare la mia bambina…senza di Lui sotto sotto non ne avrei la forza, lo devo ammettere.
E’ molto di più di quello che io penso. In fondo al cuore lo so.”

“Gesù é la via vera per avere una vita piena”

“Ogni volta che guardo il mio tatuaggio mi viene in mente la tua dedica pasquale: che l’ inchiostro penetri la carne e l’ essenza e l’ amore di Dio/ Gesù entri dentro di te.  Incarnarsi in me, impastarsi con me. Questo è quello che mi auguro ogni volta mi guardo.  Ma ci riesco poche volte. Questa è la verità. Perdono, bontà, saggezza, fratellanza, condivisione, pace. Tutti bei paroloni. Brividi. Mi sforzo, ma faccio ancora poco e quindi pecco. E Dio allora mi sfugge di mano. E Gesù resta un’ icona tatuata sul mio petto, non impregnata nella mia anima. Ma vado avanti. Sbaglio, cado e mi rialzo, mi deprimo, sorrido, me ne frego, poi mi pento. Provo a vivere, provo a perdonare, a perdonarmi.
Gesù è confusione e pace dentro di me. È illusione e speranza. È lontano e così terribilmente vicino da sentire i brividi, da averlo di fianco in macchina mentre guido e ascolto “A ton of love” degli Editors. Mentre piango ORA pensando a ciò che ho perso, pensando a ciò che ho.”

“Per me è un’opportunità, un segno divino che qualcuno ci vuole bene!  mi considero fortunato, in alcuni momenti della mia vita ho avuto modo di ‘testare’ di persona la fortuna di avere qualcuno che ci vuole bene! tanto bene! bisogna crederci..”

Gesù prima chiede conto ai discepoli delle “folle”..  i non credenti, al bar, per la strada, dentro alcuni cuori, alla tv, attorno a noi.. e sul più bello.. affonda il colpo:
“ma voi”.. bellissimo quel “ma voi”.. sottointeso.. miei discepoli o presunti tali.. a voi preti, a voi che vi dite cristiani e fate servizio in parrocchia o in oratorio da anni, che avete educato generazioni di ragazzini e ascoltato ogni domenica la messa.. ma voi.. proprio voi.. che vi sentite dalla parte giusta, che pensate e ritenete che..

Quella di Gesù non è una domanda per esaminare il livello di conoscenza che gli apostoli hanno di lui, non serve aver studiato o essere intelligenti o esperti. Ma contiene il cuore pulsante della nostra fede: Chi sono io per te? Non è in gioco l’esatta definizione di Cristo, ma la presa, lo spazio che occupa in me, nei pensieri, nelle parole, nelle scelte di ogni singola giornata. Il tempo e il cuore che mi ha preso. Quanto lo lasci vivere nella mia vita, quanto mi ispiri a Lui e lo senta accanto.
Gesù, maestro di umanità, non impone risposte, ti conduce con delicatezza a cercare dentro di te. Allora il passato non basta, nemmeno le frasi fatte, le rispostine pronte, non serve riandare ad Elia o a Giovanni, a quello che ci hanno detto i genitori o i preti..
Serve schierarsi, osare passare dalla testa al cuore,  dalla formula al dialogo, dalla del catechismo all’esperienza diretta, affettiva, effettiva. Ecco la fede, la fiducia.
Ecco come passare dall’essere religiosi a cristiani.
Quanta differenza c’è..
Sono religioso.. faccio le cose della religione, non mi chiedo mai che vuol dire, non voglio essere messo in discussione, mi gestisco e arrangio, timbro il cartellino della messa-spettacolo, avevo uno zio missionario, una zia suora, ho fatto il chierichetto da piccolo, faccio già tanto servizio in parrocchia, frequento l’oratorio fin da piccolo.. eccetera.. e poi mi sento a posto. Mi sento a posto, é così rassicurante, ho amministrato il sacro e messo a posto anche Dio e compagnia bella. Che bravo sono.
Sono cristiano: sono di Cristo. Immerso dal battesimo nella relazione con Lui, riempito della sua vita quando vengo alla comunione, avvolto dalla sua Parola quando mi lascio provocare dal vangelo. E sono sempre per strada, in ricerca ma consolato.
Scrive.. ”In realtà solamente nel mistero del verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo (GS 22).”
Non dobbiamo avere paura di essere misteriosi, di non riuscire cioè a comprendere tutto e comprenderci.. guai a chi ha sempre le idee fin troppo chiare sull’uomo, sulla vita, sulla fede. Molto rassicurante ma probabilmente..ci porterà fuori strada. Più ci rispecchiamo nel volto di Cristo, di cui oggi abbiamo assaporato alcuni tratti, più ci riconosceremo per quello che siamo, senza paura.. consapevoli che non siamo soli. Abbiamo, é vero, una croce da portare, ciascuno la sua.. ma c’è anche qualcuno da seguire, consapevoli che solo così la nostra vita sarà salvata.
In tutto il vangelo non é mai scritto che sarebbe andato tutto bene a un cristiano. Non é una garanzia, un’assicurazione sulla vita, una scaramanzia a copertura totale. Ognuno ha la sua croce, dice Gesù.. nella salute e nella malattia, nella gioia e nel dolore, nella morte e nella vita.
E’ tutto previsto. Gesù non ha mai rimosso la morte, la sofferenza, la malattia: ci ha sempre e solo aiutato e sostenuto nell’affrontarle e guardarle in modo diverso, assieme a Lui.

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