Domenica XXVIXa T.O. – B

(Tempo di lettura previsto: 4 minuti)

14102015

16 ottobre 1968

Tommie Smith e John Carlos si trovano sul podio dei 200 metri alle Olimpiadi a Città del Messico.
Pugni alzati, guanti neri (simbolo del black power), piedi scalzi (segno di povertà), testa bassa e una collanina di piccole pietre al collo (“ogni pietra è un nero che si batteva per i diritti ed è stato linciato”)

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In Ascolto del Vangelo secondo San Marco 10,35-45
Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
“Boannerghes”: cioè “Figli del tuono“. Così Gesù, in barba al vero nome di loro padre Zebedeo, chiama gli eroi di questa nuova pagina o goccia o avventura..
Figli del tuono, per il loro zero, per il carattere irruente cioè forse un po’ spiccio, passionale, focoso.. Giacomo e Giovanni  erano quelli che diranno a Gesù che se avesse voluto, loro avrebbero fatto scendere un fuoco dal cielo per bruciare i tizi che li stavano disturbando.. altro che porgere l’altra guancia. E sono tra i 12, i convocati! Quante volte qualcuno mi confida di avere un “caratteraccio”, un brutto carattere, di non andare bene, non essere santo o santa, di qua, di là.. ecc..ecc..
Domanda: ma perché non leggiamo il Vangelo ogni tanto? Perché non lo ascoltiamo con attenzione dopo decenni di messe settimanali ipnotiche o catatoniche? Quante cose ci perdiamo. Ascoltiamo più noi stessi e i nostri schemi mentali, le immagini etichettate che abbiamo di noi che il suo annuncio vivo su di noi e sui nostri presunti bilanci sospirosi. Insomma ascolteremmo e ci fideremmo di tutto tranne che di quell’unica buona notizia. Non ci andiamo mai bene.. e fingiamo non sia importuna, invece di fidarci che a Lui andiamo già bene così.
E cosa volete i nostri eroi vadano a fare da Gesùbbbbbello? Vanno a chiedergli i primi posti, Oddio.. di stare sul podio insomma: stare lassù con Lui ad agitare il pollice su o giù, Pollice verso🏻Pollice in alto🏼, giusto o sbagliato, buono o cattivo, promosso o bocciato, paradiso o inferno..
Quanto mi ci divertirei anche io: una poltrona comoda, lo sgabello per i piedi, la tuta e un paio di birre
Vita o morte, va bene o male, prosegui o riparti dal via, perdi un turno o vinci un premio.
Potrei fantasticare a lungo, “tergiversare” sarebbe il verbo corretto, perché fin qua siamo tutti d’accordo, ci facciamo un sorriso, un po’ sarebbe il desiderio di tanti, ma sappiamo che non avrebbe poi tanto senso, che non sarebbe giusto, che ciascuno in fondo ha le sue..
Ma non ho davvero voglia insomma di arrivare al fondo della pagina: ci sono quelle due paroline “servo”, addirittura “schiavo”! Su via Gesù bello che diamine la schiavitù è stata abolita nel 187.., dopo la guerra civile Americ.. abolita (?) nei libri di scuola, insomma.
Parole pesanti. Altro che il bisogno di riconoscimento compulsivo e rassicurante che spesso ci attanaglia.
E la nostra povera chiesa? La religione dei numeri, dei consensi e delle prime pagine? Come la mettiamo? Perché Papa Francesco sta riscuotendo successo? Perché lui è così o perché sta vivendo e proponendo di vivere con uno stile di cui almeno avremmo dovuto sentir parlare o aver letto qualcosa in questi anni? Il Vangelo ora pare più vicino è possibile. Forse. Il rischio è che ci facciano vedere e vivere questo Papa un po’ come un nonno buono d’altri tempi, che non vuole tanti primi posti, con il suo stile.. il rischio è che noi nipoti sorridiamo compiaciuti, quasi commossi, ci facciamo una foto e poi tanto la nostra vita è tutta un’altra cosa, o no? Lo fa lui che è Papa.. a confermarci che sarebbe bello, magari si potesse anche nel mio ufficio, per strada, in classe, a casa.. nella mia coscienza, tra i miei bisogni..
Abbiamo i tuoni dentro anche noi, come Giacomo e Giovanni, solo a pensarci..

3 pensieri su “Domenica XXVIXa T.O. – B

  1. Se il Figlio di Dio non si fosse fatto umile servitore, avrebbe forse ottenuto l’amore dei suoi? Se avesse voluto solo essere onorato e lodato che esempio di vita ci avrebbe lasciato? Tra i leader politici e capi di governo chi si è fatto mai servitore nel corso della storia? Mi vengono in mente solo pochi nomi da elencare sulle dita di una mano: Gandhi, Martin Luther King, Mandela, Che Guevara, e in Italia…..forse Pertini, uomini che hanno sacrificato la loro vita per una giusta causa, ma tra la gente comune ce ne sono molti di questi, credenti e non. Le persone più valide, in effetti, seguono la strada che Gesù ha indicato e ne fanno lo scopo della loro vita, alle persone comuni, mediocri, non resta che cercare di camminare a piccolissimi passi dietro a loro.

  2. Maria G.

    Questa pagina del vangelo si apre con una scenetta quasi comica: Giovanni e Giacomo,
    dopo aver confabulato tra loro, si presentano a Gesù e gli chiedono di fare quello che loro
    VOGLIONO: assegnare i due posti privilegiati accanto a Lui, quando avrà portato a termine
    la sua “impresa” e regnerà sul popolo di Israele. Un po’ sfrontati … ed anche un bel po’
    spacconi ( ritengono di essere in grado di superare qualsiasi prova…perfino di far piovere
    fuoco dal cielo sui malcapitati che gli danno noia. Ma ci pensano i “colleghi” a rimetterli
    al loro posto.
    Penso che il buon Gesù avrà sorriso sotto i baffi a queste loro pretese.
    (Sembra di essere ai nostri giorni: raccomandazioni, privilegi,…reprimende…).
    Alla fine Gesù si fa serio e torna sul discorso del “servizio”: chi vuol essere il più grande
    si faccia servo anzi schiavo di tutti. Non è cosa da poco! E questo naturalmente vale
    anche per noi. Occorre lottare contro il nostro temperamento per farsi “miti e umili di
    cuore”. mettere da parte i nostri veri o presunti diritti e lasciar posto ai doveri….di più:
    farsi piccoli per essere grandi davanti a Dio.
    Non più “figli del tuono”. ma figli della luce. Questo dovrebbe essere il nostro proposito.
    Maria G.

  3. Per mè sono sempre state un mistero queste pagine.Oggi i protagonisti sono Giovanni e Giacomo due tra gli eletti,cosi diversi ma cosi uguali nel chiedere a Gesu il primo posto accanto a lui nel regno.Forse anche loro, come mè,pensavano che bastasse avere qualche dono mistico per meritarsi la gioia di quel posto.Eppure leggendo queste pagine mi rendo conto che difronte al suo mistero mi sembra di camminare un po a tentoni,di barcollare nel buio senza sapere dove aggrapparmi.Vorrei aggrapparmi a Dio,cerco le sue tracce ovunque colgo ogni piccolo gesto,ogni lieve sorriso,ogni leggero batter d’ali e comprendo che devo cercarlo ancora e che forse per trovarlo dovrò farmi “servitore di tutti” Grazie Bruna

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