Sarebbe bello adesso scendere giù col microfono a rifare la domanda che Gesù pone nel vangelo: chi sono io per te? Per te che vieni a messa da una vita, tutte le domeniche, canti nel coro, vai a leggere, lavori alla sagra, ti dici cristiano, praticante, ti confessi natalepasqua, sei sposato in chiesa e hai battezzato i figli, chi sono io per te? Diamoci il tempo di riflettere senza dire frasi a memoria da catechismo. .. Sappiamo dare del tu?
Potremmo vendicarci e chiedergli allora: si ma, noi, per te? Chi siamo? Chi son i cristiani, secondo te? Da cosa si riconoscono?
Gesù lo spiega chiaramente:
Se qualcuno.. dice innanzitutto che essere cristiani non è obbligatorio e che quindi non è nemmeno garanzia di nulla.
Gesù che faceva miracoli, riceve il due di picche dal giovane ricco che non lo segue perchè troppo legato ai suoi tanti beni. Molto vero. Ci lascia liberi, l’unica cosa che non vorremmo perchè ci costringe ad essere responsabili e adulti.
Vuole.. bisogna desiderarlo, volerlo, sceglierlo. Non esserlo fin da piccoli, darlo per scontato, per inerzia. Non basta esser sempre venuti a messa o aver fatto il chierichetto, avere una zia suora o aver tanto frequentato e lavorato in parrocchia: da decenni ormai essere cristiani non è più una convenzione sociale, una tradizione, un’abitudine. Ma una decisione. Non basta nemmeno aver voglia, siamo chiamati a volerlo. Oggi è una scelta personale di vita.
Venire dietro a me.. le cose si complicano: essere cristiani non è frequentare la parrocchia, fare volontariato sociale, comportarsi bene, fare tante cose belle, non far del male a nessuno, creare aggregazione, star assieme agli altri, creare vita in un paese. Son tutte cose molto, molto positive ma che chiunque potrebbe, dovrebbe fare: la Proloco, il comune, gli alpini, l’Avis.. qui non si tratta di cose da fare, valori in cui credere, (i tanto famosi quanto misteriosi valori cristiani), bene sociale e civile.. ma di andare dietro a Gesù Cristo. Del resto “cristiani” significa “di Cristo”, come italiani dell’Italia e juventini della Juve. Possiamo dirci di Cristo? La nostra vita è sua? O meglio, è Lui il nostro compagno di viaggio e riferimento? Venire dietro significa che la vita cristiana è un cammino, fatto di alti e bassi, cadute e rialzate, ritmi e tempi di crescita, scoperta, conversione infinita, il cammino per imparare ad accogliere la misericordia gratuita del Padre sulla nostra vita, riconoscendolo al nostro fianco, compagno di strada, capo cordata, navigatore, sostegno e amico fraterno.
Chi si sente a posto, arrivato, non è nemmeno mai partito..
Prenda la croce.. non significa che la vita è una sfortuna continua da affrontare a testa bassa, ma accetta quel che sei, come sei e vivilo giorno per giorno assieme a Lui, soprattutto se difficile e faticoso. Rinnegarsi significa metti la Sua volontà di bene per te innanzitutto. Tutto questo infine non può accadere se di Lui non mi fido; se non sento che solo camminando dietro di Lui io sarò migliore, più umano, più autentico e libero. Ecco la Sua promessa. Io sono venuto nel mondo perchè abbiano la vita e la vita in abbondanza..
Noi ci muoviamo, nella nostra vita, solo se sedotti, provocati… Ne deve valere la pena. Non c’è nessuno che abbia lasciato tutto.. e ritrovato il centuplo ecco quel a cui ci provoca Gesù. Perchè oggi vale la pena essere cristiani? Perchè? Cosa ha di diverso la nostra vita rispetto ad un non credente, un non praticante?
L’ascolto serio del Vangelo, sarà la luce per illuminare le mie scelte e vivere con un certo stile; mi aiuterà a mettermi in discussione, a confrontare quel che sono con quel che mi chiama ad essere. Solo conoscendo Gesù e sentendolo al mio fianco, solo allora potrò iniziare ad intravedere il volto di Dio per quello che è, un padre misericordioso che mi accoglie come sono, mi sorride, si preoccupa della mia vita e fa il tifo per me. Chiediamogli la forza e l’umiltà di imparare a vivere cambiando, seguendolo per strada.. ma attenzione alle nostre risposte..
Cristo non è ciò che dico di lui, ma ciò che riesco a vivere di lui.
Penso che mi dirà di no,don Matteo,e immagino anche perché.
Bisognerebbe parlarne.
Grazie
Maria